Prelate Says Iraqi Christians Longing to Leave
Parla l'Arcivescovo di rito latino di Baghdad
Un Arcivescovo di Baghdad ha avvertito che la paura continua a far sì che i cristiani abbandonino l'Iraq, ma ha anche sottolineato nuovi segnali di speranza.
In una valutazione franca e diretta della crisi in Iraq compiuta durante l'annuale Evento di Westminster di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) sabato scorso, l'Arcivescovo Jean Sleiman ha affermato che una “paura paralizzante” attanaglia ancora le comunità cristiane del Paese.
L'Arcivescovo della comunità cattolica di rito latino dell'Iraq, composta da 5.000 fedeli, ha sottolineato che la maggior parte dei cristiani vuole abbandonare il Paese nonostante il declino della violenza a Baghdad e nei dintorni e la ricostruzione massiccia che ha luogo nel nord curdo.
La continua emigrazione dall'Iraq rappresenta un disastro per la comunità cristiana, che è passata da un milione di fedeli nel 2003 ai quasi 400.000 attuali.
Dopo una breve introduzione da parte del Direttore Nazionale di ACS del Regno Unito, Neville Kyrke-Smith, l'Arcivescovo Sleiman ha affrontato il tema principale.
“L'emigrazione resta il sogno della maggior parte delle persone”, ha rivelato. “La speranza di emigrare – anche quando non è realistica – rappresenta una sorta di salvezza per la gente”.
“Una reale persecuzione” resta la maggiore minaccia per i cristiani in certe zone, ha affermato il presule, aggiungendo che in altre regioni “la coesistenza sotto pressione” significa che i cristiani sono costretti ad adottare pratiche islamiche, incluso nel modo di vestire, e sono stati esortati ad andarsene.
Hanno ascoltato l'Arcivescovo nella Westminster Cathedral Hall più di 420 persone, un numero record per il Westminster Event di ACS.
Il presule ha ribadito il suo messaggio negli incontri con i rappresentanti governativi e i Vescovi del Regno Unito, tra cui il Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, Arcivescovo di Westminster.
Sleiman, che prima del suo discorso nella Westminster Cathedral Hall ha celebrato una Messa solenne per ACS nella Cattedrale di Westminster, ha sottolineato che ci sono nuovi segnali di speranza che provengono da organizzazioni e strutture caritative come ACS.
Dopo l'intervento dell'Arcivescovo Sleiman, i sostenitori di ACS hanno ascoltato il resoconto del responsabile stampa britannico dell'organizzazione, John Pontifex, che è stato in Iraq, dove è stato chiesto ad ACS di aiutare una serie di progetti pastorali e umanitari.
Il lavoro di ACS prosegue nonostante gli spostamenti dei cristiani da Baghdad, Mosul e altre regioni, dove per l'Arcivescovo Sleiman continuano le persecuzioni e le violenze contro le minoranze.
Il presule ha avvertito di come il crescente estremismo islamico stia riducendo i non musulmani a cittadini di seconda classe.
I commenti del carmelitano libanese sono arrivati dopo che il Parlamento iracheno ha annunciato il progetto di abolire nei consigli provinciali la quota di seggi riservati ai gruppi minoritari, inclusi i cristiani.
L'Arcivescovo ha detto che quanti cercano rifugio nel nord curdo subiscono uno sfruttamento mascherato da atti di generosità e buona volontà visti nei progetti di ricostruzione di chiese da parte del Governo regionale.
Il direttore generale della Caritas, ha ricordato il presule, ha ringraziato un funzionario curdo per aver costruito case per gli sfollati di Baghdad, ma il funzionario gli ha detto: “Lo abbiamo fatto per noi [curdi]. Sappiamo che ve ne andrete e queste case saranno nostre”.
L'Arcivescovo Sleiman ha detto che anziché sistemare i cristiani nel nord “il modo migliore di difendere non solo i cristiani ma tutti i cittadini è ripristinare in Iraq lo Stato di diritto”.
Allo stesso modo, ha criticato i progetti per una cosiddetta enclave per i cristiani attorno alle antiche Pianure di Ninive, paragonando l'idea alla promozione di un “ghetto”.
E' intervenuto all'evento anche il Segretario Generale Internazionale di ACS, Pierre-Marie Morel, che ha parlato dei problemi che i cristiani affrontano negli ex Paesi sovietici, tra cui Uzbekistan, Kazakistan e Georgia.
Il responsabile stampa Pontifex ha analizzato le difficili condizioni dei cristiani durante le Olimpiadi di Pechino, iniziando il suo intervento con alcuni filmati registrati di nascosto che mostrano un Vescovo cinese sotto la custodia della polizia.
Un Arcivescovo di Baghdad ha avvertito che la paura continua a far sì che i cristiani abbandonino l'Iraq, ma ha anche sottolineato nuovi segnali di speranza.
In una valutazione franca e diretta della crisi in Iraq compiuta durante l'annuale Evento di Westminster di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) sabato scorso, l'Arcivescovo Jean Sleiman ha affermato che una “paura paralizzante” attanaglia ancora le comunità cristiane del Paese.
L'Arcivescovo della comunità cattolica di rito latino dell'Iraq, composta da 5.000 fedeli, ha sottolineato che la maggior parte dei cristiani vuole abbandonare il Paese nonostante il declino della violenza a Baghdad e nei dintorni e la ricostruzione massiccia che ha luogo nel nord curdo.
La continua emigrazione dall'Iraq rappresenta un disastro per la comunità cristiana, che è passata da un milione di fedeli nel 2003 ai quasi 400.000 attuali.
Dopo una breve introduzione da parte del Direttore Nazionale di ACS del Regno Unito, Neville Kyrke-Smith, l'Arcivescovo Sleiman ha affrontato il tema principale.
“L'emigrazione resta il sogno della maggior parte delle persone”, ha rivelato. “La speranza di emigrare – anche quando non è realistica – rappresenta una sorta di salvezza per la gente”.
“Una reale persecuzione” resta la maggiore minaccia per i cristiani in certe zone, ha affermato il presule, aggiungendo che in altre regioni “la coesistenza sotto pressione” significa che i cristiani sono costretti ad adottare pratiche islamiche, incluso nel modo di vestire, e sono stati esortati ad andarsene.
Hanno ascoltato l'Arcivescovo nella Westminster Cathedral Hall più di 420 persone, un numero record per il Westminster Event di ACS.
Il presule ha ribadito il suo messaggio negli incontri con i rappresentanti governativi e i Vescovi del Regno Unito, tra cui il Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, Arcivescovo di Westminster.
Sleiman, che prima del suo discorso nella Westminster Cathedral Hall ha celebrato una Messa solenne per ACS nella Cattedrale di Westminster, ha sottolineato che ci sono nuovi segnali di speranza che provengono da organizzazioni e strutture caritative come ACS.
Dopo l'intervento dell'Arcivescovo Sleiman, i sostenitori di ACS hanno ascoltato il resoconto del responsabile stampa britannico dell'organizzazione, John Pontifex, che è stato in Iraq, dove è stato chiesto ad ACS di aiutare una serie di progetti pastorali e umanitari.
Il lavoro di ACS prosegue nonostante gli spostamenti dei cristiani da Baghdad, Mosul e altre regioni, dove per l'Arcivescovo Sleiman continuano le persecuzioni e le violenze contro le minoranze.
Il presule ha avvertito di come il crescente estremismo islamico stia riducendo i non musulmani a cittadini di seconda classe.
I commenti del carmelitano libanese sono arrivati dopo che il Parlamento iracheno ha annunciato il progetto di abolire nei consigli provinciali la quota di seggi riservati ai gruppi minoritari, inclusi i cristiani.
L'Arcivescovo ha detto che quanti cercano rifugio nel nord curdo subiscono uno sfruttamento mascherato da atti di generosità e buona volontà visti nei progetti di ricostruzione di chiese da parte del Governo regionale.
Il direttore generale della Caritas, ha ricordato il presule, ha ringraziato un funzionario curdo per aver costruito case per gli sfollati di Baghdad, ma il funzionario gli ha detto: “Lo abbiamo fatto per noi [curdi]. Sappiamo che ve ne andrete e queste case saranno nostre”.
L'Arcivescovo Sleiman ha detto che anziché sistemare i cristiani nel nord “il modo migliore di difendere non solo i cristiani ma tutti i cittadini è ripristinare in Iraq lo Stato di diritto”.
Allo stesso modo, ha criticato i progetti per una cosiddetta enclave per i cristiani attorno alle antiche Pianure di Ninive, paragonando l'idea alla promozione di un “ghetto”.
E' intervenuto all'evento anche il Segretario Generale Internazionale di ACS, Pierre-Marie Morel, che ha parlato dei problemi che i cristiani affrontano negli ex Paesi sovietici, tra cui Uzbekistan, Kazakistan e Georgia.
Il responsabile stampa Pontifex ha analizzato le difficili condizioni dei cristiani durante le Olimpiadi di Pechino, iniziando il suo intervento con alcuni filmati registrati di nascosto che mostrano un Vescovo cinese sotto la custodia della polizia.