Fonte: SIR
(dall’inviato SirEuropa a Esztergom – Ungheria) - Una richiesta ai governi e alle istituzioni europee di “intervenire in ogni modo” per far cessare violenze contro i cristiani in India, e di “aprire le porte” anche alle minoranze religiose in Irak che fuggono dal loro Paese: lo affermano oggi i presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), riuniti in questi giorni a Esztergom, in Ungheria. “Siamo preoccupati per le notizie su quanto continua ad accadere in Orissa (India) – sottolineano -, dove martedì scorso un’altra donna cristiana è stata uccisa e altre 300 case sono state bruciate. Esprimiamo la nostra solidarietà ai cristiani del Paese e ai loro Pastori, e chiediamo ai Governi e alle Istituzioni d’Europa di intervenire in ogni modo per far cessare queste violenze che, secondo le nostre informazioni, hanno causato, dal 23 agosto ad oggi, 60 morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di persone in fuga”.
I vescovi europei esprimono preoccupazione anche per “la situazione dei cristiani e delle altre minoranze religiose dell’Irak, molti dei quali hanno dovuto fuggire dalla loro patria per le difficoltà di vivere liberamente la loro fede”. Chiedono perciò ai responsabili dei Paesi europei “di aprire le porte a queste persone, quale obbligo fondato sul rispetto dei diritti umani”. I vescovi guardano, inoltre, “con apprensione” all’evolversi della situazione in alcuni Paesi dell’Africa e dell’America Latina, “in cui è sempre più minacciata la dignità umana, la libertà di espressione e di religione”.