Dopo giorni di silenzio e di accorati appelli da parte del clero iracheno - è di due giorni fa la condanna dei fatti avvenuti a Mosul anche da parte del sinodo della chiesa siro cattolica riunita in Libano per eleggere il nuovo patriarca - una nuova condanna giunge da Baghdad con una dichiarazione da parte del Consiglio dei capi delle comunità cristiane della capitale. (Di seguito il testo tradotto da Baghdadhope) Ad esso si aggiunge quello del Consiglio che riunisce i vescovi di Mosul che, come pubblicato da Ankawa.com, ha chiesto alle istituzioni governative di assumersi la responsabilità della protezione della popolazione cristiana della città, ed ha invitato a pregare per le vittime e le famiglie che sono state obbligate a lasciare la città.
Intanto ieri, domenica, la presenza delle forze dell'ordine a Mosul è stata rinforzata da due battaglioni arrivati in città per ordine del Ministero degli Interni a protezione della popolazione cristiana.
Pochi comunque i fedeli che si sono recati alle messe nelle chiese che sono state aperte per accoglierli.
Baghdad, 12 ottobre 2008
Condanna e denuncia degli atti omicidi dell'identità cristiana di Mosul.
La popolazione cristiana che ha una storia bimillenaria e che, ponendo l'interesse nazionale al di sopra di ogni altro, ha contribuito alla civilizzazione della Mesopotamia è oggi vittima di una campagna di sterminio che minaccia la sua presenza in Iraq, particolarmente nella città di Mosul.
I cristiani sono la popolazione originaria dell'Iraq, non hanno nulla a che fare con le azioni politiche che disegnano la mappa del paese ed il loro futuro. Essi non vogliono che la pace, una vita normale e cooperare con tutte le parti per il bene del loro paese, dei loro concittadini e della storia.
Noi, i capi delle comunità cristiane di Baghdad, crediamo che il perdurare delle uccisioni dei cristiani in Iraq, ed in particolare a Baghdad e Mosul, e la loro forzata e programmata emigrazione che è davanti agli occhi di tutti, miri a svuotare il paese dai cristiani. Queste violazioni sono parte di un progetto teso a seminare il caos per trasformare l'Iraq in un'arena in cui regolare i conti, complicando così la situazione attuale e rappresentando un pericolo per l'unità nazionale. Tutti dobbiamo lottare per costruire questo paese ancora sotto occupazione.
Noi, i capi delle comunità cristiane di Baghdad, chiediamo al governo iracheno ed alle sue istituzioni militari di assumersi le proprie responsabilità nella protezione di tutti i suoi pacifici cittadini, particolarmente i cristiani presi di mira a Mosul, perchè i diritti dei cittadini non sono sottoposti al volere della maggioranza o della minoranza. Chiediamo ai nostri fratelli musulmani con cui abbiamo convissuto per quattordici secoli di intervenire per fermare gli attacchi nell'antica città di Mosul.
Il Consiglio dei capi delle comunità cristiane di Baghdad