"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

26 ottobre 2005

Un vescovo iracheno a Torino

Torino: Monsignor JACQUES ISAAC
Arcivescovo emerito di Arbil
Rettore del Babel College (Università teologica Baghdad)
Responsabile del settore culturale del patriarcato di Babilonia dei Caldei
Segretario del Sinodo dei Vescovi Caldei
Direttore delle riviste "Mesopotamia" e "Stella d'Oriente" edite a Baghdad
concelebrerà le Sante Messe
sabato 29 ottobre ore 18.15 presso il Santuario della Consolata
domenica 30 ottobre ore 10.00 presso la chiesa di San Rocco, Via San Francesco d'Assisi 1
Per il terzo anno consecutivo Monsignor Jacques Isaac è a Torino a rinsaldare i rapporti tra la città e la comunità cattolica caldea irachena. La visita di Monsignor Isaac prevede anche un incontro con il Cardinale di Torino Severino Poletto, e con alcune associazioni che hanno attivamente sostenuto il progetto di sostegno di 10 sacerdoti caldei di Baghdad gestito dall'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi piemontese.

18 ottobre 2005

I cristiani iracheni chiedono aiuto al Papa

Monsignor Andreas Abouna, vescovo ausiliario di Baghdad, ha ventilato l'ipotesi che i vescovi iracheni si rivolgano a Papa Benedetto XVI per difendere la democrazia in Iraq. Secondo Monsignor Abouna un intervento papale a proposito seguirebbe quello già avutosi durante l'incontro avvenuto lo scorso agosto a Roma tra il pontefice ed il ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari, e durante il quale Benedetto XVI si raccomandò che la futura costituzione irachena rispettasse i diritti religiosi di tutte le componenti della società irachena.
"Vogliamo la libertà" ha dichiarato Monsignor Abouna "ed il governo deve ascoltarci, altrimenti il governo dl paese sarà come una dittatura." In ogni caso il prelato ha dichiarato di sperare in un cambiamento della carta costituzionale. Il più importante punto in discussione è sicuramente la contraddizione tra alcuni articoli della costituzione (2.1b 2.1c 2.2)
2.1b Nessuna legge che contraddica i principi della democrazia sarà approvata
2.1c Nessuna legge che contraddica i diritti e le libertà stabilite da questa costituzione potrà essere approvata
2.2 Questa costituzione garantisce l'identità islamica della maggioranza della popolazione irachena ed i pieni diritti religiosi di tutti gli individui, e la libertà di credo e culto, e l'articolo 2.1a: Nessuna legge che contraddica le indiscusse regole dell'Islam potrà essere approvata.

Patriarca iracheno: Date asilo agli iracheni!

Il Patriarca caldeo iracheno, Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, in questi giorni ha Roma per il sinodo dei vescovi, ha chiesto ai governi occidentali di facilitare le pratiche di espatrio per gli iracheni che cercano di fuggire dalla violenza e dal terrorismo che insanguina il paese, o almeno di facilitare quelle di immigrazione per quelli che già si trovano all'estero. Secondo il Patriarca è molto difficile per gli iracheni che vogliono lasciare il paese ottenere i visti necessari per farlo, e sono molti quelli che fuggono in Giordania o in Siria in attesa di partire per l'Europa, gli Stati Uniti o l'Australia. "Una strada chiusa da migliaia di bugie," come quelle dette dai funzionari delle ambasciate che rifiutano di rilasciare i visti perchè "la guerra è finita, Saddam Hussein è finito e l'Iraq ha una democrazia." "Ma che democrazia è" continua il Patriarca "se non posso lasciare la mia casa, se ho paura di farlo?"

Parigi ricorda il genocidio degli assiri

A Sarcelles, un sobborgo di Parigi che ospita circa 10.000 cristiani di origine assira, la municipalità ha recentemente intitolato una strada al 24 aprile del 1915: primo genocidio del XX secolo. Il riferimento è al genocidio iniziato, come afferma lo studioso Sébastien de Courtois, nel 1895 e culminato nel 1915 ad opera dell’allora Impero Ottomano, e che ebbe come vittime gli armeni e la comunità cristiana assira.
Il 25 aprile del 2004 una stele era stata innalzata a Sarcelles a memoria delle vittime armene del genocidio, il 17 ottobre scorso ad essa è stato affiancato un monumento alle meno conosciute vittime assire della campagna di turchificazione dei territori dell’impero. Un “crimine contro l’umanità” come lo ha definito lo studioso Sabri Atman, “un ostacolo all’ingresso della Turchia in Europa, fino a quando essa non riconoscerà le accuse di genocidio” nelle parole di Francois Pupponi, il sindaco di Sarcelles che ha inaugurato i due monumenti.
Alla cerimonia di inaugurazione del monumento al genocidio assiro era presente anche il parlamentare iracheno Yonadam Kanna, alla guida dell’Assyrian Democratic Movement, che ha dichiarato che tale monumento non è simbolo di ostilità tra Iraq e Turchia ma che contribuirà a chiarire un capitolo storico ancora poco conosciuto.
Per vedere le foto dell'evento: http://www.aacf.asso.fr/galerie/index.asp?rub=81
web site dell'Association des Assyro-Chaldéens de France

15 ottobre 2005

Percentuali dei votanti in Iraq

Secondo la commissione elettorale irachena la percentuale di votanti per le 18 province è stata:

Duhok: tra il 33 ed il 66%
Erbil: tra il 33 ed il 66%
Sulaymania: + del 66%
Mosul: + del 66%
Kirkuk: + del 66%
Diyala: + del 66%
Anbar: non pervenuta
Baghdad: + del 66%
Babil: + del 66%
Kerbala: + del 66%
Wasit: tra il 33 ed il 66%
Salahiddin: + del 66%
Al-Muthana: tra il 33 ed il 66%
Al-Qadisiya: - del 33%
Najaf: + del 66%
Thi Qar: tra il 33 ed il 66%
Maysan: tra il 33 ed il 66%
Basra: tra il 33 ed il 66%

Secondo questa stima, quindi, e tenendo conto dei dati non pervenuti riguardanti la provincia sunnita di Anbar, la percentuale dei votanti è stata alta, (9 province) media, (7 province) bassa. (1 provincia)

14 ottobre 2005

La nuovo costituzione irachena è passata!

La costituzione è passata! Gli iracheni l'hanno approvata! Mancano pochi minuti alla mezzanotte, e solo poche ore all'apertura dei seggi elettorali, ma a Baghdad non hanno dubbi: la costituzione passerà perchè così vogliono gli Stati Uniti. Addirittura si sbilanciano nella previsione delle percentuali: secondo le voci che girano la costituzione sarà approvata con una percentuale di si che andrà dal 67% al 74%
Nei prossimi giorni sapremo se le previsioni fatte oggi sono veritiere. Per adesso sappiamo che, almeno in alcuni quartieri di Baghdad, la sicurezza non è più affidata all'esercito, come era stato per le elezioni dello scorso gennaio, ma alla sola polizia irachena.

13 ottobre 2005

Gli iracheni all'estero voteranno a dicembre 2005

Secondo quanto dichiarato dal Dr. FARID AYAR, a capo della Indipendent Electoral Commission of Iraq (IECI) gli iracheni residenti all'estero, se non potranno votare per il referendum del 15 ottobre prossimo, potranno farlo per le elezioni che si terranno il 15 dicembre. I seggi elettorali per gli iracheni residenti all'estero saranno allestiti in 20 paesi: Australia; Belgio; Canada; Danimarca; Egitto; Emirati Arabi Uniti; Germania; Giordania; Iran; Kuwait; Libano; Libia; Olanda; Regno Unito; Siria; Stati Uniti D'America; Svezia; Svizzera; Turchia; Yemen.
La IECI gestirà le elezioni all'estero con l'aiuto delle Nazioni Unite e delle nazioni ospitanti e questa volta, a differenza di quanto avvenuto per le elezioni del 30 gennaio scorso, non sarà necessario registrarsi prima delle votazioni, una procedura che, considerando i pochi seggi allestiti all'estero, aveva certamente impedito il voto a molti iracheni impossibilitati a recarsi per due volte nel giro di due settimane in città magari lontane. Le procedure di voto all'estero precederanno quelle in Iraq e si svolgeranno in cinque giorni, ma anche questa volta l'Italia non ospiterà nessun seggio costringendo gli iracheni residenti nel nostro paese che vorranno votare a farlo in uno dei 20 paesi elencati.
Alle votazioni saranno quindi interessati anche tutti i cristiani iracheni che risiedono al di fuori del paese e che ormai rappresentano la maggioranza. Per quanto riguarda la chiesa cattolica caldea, ad esempio, alcune stime indicano in due milioni i fedeli residenti all'estero ed in 600.000 quelli residenti in Iraq. Le stime possono essere imprecise a causa dell'mpossibilità di tenere un censimento in Iraq, ed all'estrema mobilità dei cristiani iracheni che continuano a lasciare il paese a causa delle violenze e della mancanza di speranza in un futuro migliore, ma certo non sono molto lontane dal vero se lo stesso Patriarca della chiesa Cattolica Caldea, Sua Beatitudine Emmanuel Delly III ha parlato di circa 800.000 cristiani in Iraq appartenenti a tutte le confessioni, legate a Roma o meno. (http://www.aina.org/news/2005101194618.htm)
Per informazioni sulle procedure elettorali in Iraq ed all'estero: http://www.ieciraq.org/English/Frameset_english.htm

Babel College

Sabato 22 ottobre riprenderanno finalmente i corsi di filosofia e telogia presso il Babel College di Baghdad, l'unica facoltà teologica cristiana in Iraq. In realtà i corsi avrebbero dovuto riprendere già il primo di ottobre, ma la mancanza di sicurezza in città, specialmente nel quartiere di Dora, a sud est della capitale, dove il College è situato, non lo ha permesso. Per ora, infatti, sono ricominciati solo i corsi dell'Istituto della Catechesi, mentre per dare il via all'anno accademico si attenderà il sabato successivo a due date che si prevedono pericolose: il 15, quando gli iracheni dovranno esprimere attraverso le urne la propria volontà riguardo il testo della nuova costituzione, ed il 19, il giorno di inizio del processo a Saddam Hussein.
Inatanto la violenza continua a colpire tutti gli iracheni indiscriminatamente, come la madre di un sacerdote cattolico caldeo che domenica scorsa, dopo aver lasciato la chiesa di San Giorgio, dove aveva partecipato alla Santa Messa, è rimasta accidentalmente uccisa in uno scontro a fuoco scoppiato mentre con la famiglia faceva ritorno a casa, mentre un altro dei suoi figli è rimasto ferito.

7 ottobre 2005

I bambini di Suor Pauline

La storia e la realtà di un piccolo orfanotrofio a Baghdad.

3 ottobre 2005

Come aiutare l'Iraq?

Tra le tante iniziative a favore della popolazione irachena, da segnalare è quella attivata dall'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino che dal 2004 si occupa, con il progetto: "Io ho un nuovo amico, un sacerdote caldeo iracheno" di sostenere economicamente 10 giovani sacerdoti cattolici caldei di Baghdad e le loro comunità.Il progetto è frutto dei contatti tra l'Arcidiocesi di Torino ed il Patriarcato Cattolico Caldeo di Baghdad, e si aggiunge ad altri progetti tesi a sostenere in vari modi la comunità cristiana irachena, ed a farla conoscere a chi pensa che l'Iraq sia un paese unicamente musulmano.
Per sapere di più di questo e degli altri progetti il link è quello dell'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino alla voce Iraq. Il progetto è pubblicato in italiano, inglese e francese ed il sito contiene anche alcuni articoli riguardanti i cattolici caldei iracheni, e le fotografie ed i disegni del progetto "Natale e Pasqua di Pace" che ha coinvolto bambini italiani ed iracheni in occasione delle scorse festività.Il link è: http://www1.diocesi.torino.it/migranti/ alla voce: Iraq
Postato da Baghdadhope

baghdadhope


“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma”
Ibn Battuta