Intervista a Padre Amer N. Youkhanna, sacerdote di Mosul, la città dove vivere è sempre più difficile per i cristiani.
Di Maurizio Di Schino
Per vedere l’intervista clicca qui e cerca l’edizione di lunedì 20 ottobre
Qui di seguito il testo trascritto da Baghdadhope
“La speranza è l’aria che respira ogni iracheno per affrontare la propria vita perché vivere in Iraq non è facile per tutti.”
La preoccupazione di Padre Amer è per le persecuzioni dei cristiani in Iraq, soprattutto di quelli ancora rimasti a Mosul, la terra a nord del paese dove è maturata la sua vocazione sacerdotale. Padre Amer sta studiando a Roma ed ogni volta che sente i confratelli per lui è una pena sentire come si allunga la lista dei cristiani uccisi e come Mosul si sta svuotando dei cristiani. Dall’inizio dell’anno si contano almeno 34 cristiani uccisi tra cui un disabile in carrozzella di 25 anni, e solo negli ultimi giorni da Mosul sono scappate 2400 famiglie. Nella città in questo momento si contano a malapena 200 famiglie cristiane.
“I sacerdoti piangono perché vedono partire giorno per giorno i propri parrocchiani, e quelli che sono rimasti a Mosul sono quelli che non possono andare in un altro posto perché sono poveri.”
A Mosul è frequente vedere scorrazzare bande di islamici che uccidono cristiani a sangue freddo anche alla luce del giorno o li terrorizzano costringendoli a vivere barricati nelle case senza poter mandare i figli a scuola. Tutti li vedono ma nessuno li ferma.
“I cristiani sono perseguitati perché professano la fede che non accetta la violenza”
Padre Amer pensando ai cristiani perseguitati in Iraq parla di massacro ed in molti casi si tratta anche di martirio perché non sono pochi gli iracheni uccisi per la loro fede cristiana.
“Serve una commissione di indagine internazionale che non abbia nessun interesse politico in Iraq e possa dire la verità senza paura per far capire al mondo chi c’è dietro questo massacro dei cristiani.”
Di Maurizio Di Schino
Per vedere l’intervista clicca qui e cerca l’edizione di lunedì 20 ottobre
Qui di seguito il testo trascritto da Baghdadhope
“La speranza è l’aria che respira ogni iracheno per affrontare la propria vita perché vivere in Iraq non è facile per tutti.”
La preoccupazione di Padre Amer è per le persecuzioni dei cristiani in Iraq, soprattutto di quelli ancora rimasti a Mosul, la terra a nord del paese dove è maturata la sua vocazione sacerdotale. Padre Amer sta studiando a Roma ed ogni volta che sente i confratelli per lui è una pena sentire come si allunga la lista dei cristiani uccisi e come Mosul si sta svuotando dei cristiani. Dall’inizio dell’anno si contano almeno 34 cristiani uccisi tra cui un disabile in carrozzella di 25 anni, e solo negli ultimi giorni da Mosul sono scappate 2400 famiglie. Nella città in questo momento si contano a malapena 200 famiglie cristiane.
“I sacerdoti piangono perché vedono partire giorno per giorno i propri parrocchiani, e quelli che sono rimasti a Mosul sono quelli che non possono andare in un altro posto perché sono poveri.”
A Mosul è frequente vedere scorrazzare bande di islamici che uccidono cristiani a sangue freddo anche alla luce del giorno o li terrorizzano costringendoli a vivere barricati nelle case senza poter mandare i figli a scuola. Tutti li vedono ma nessuno li ferma.
“I cristiani sono perseguitati perché professano la fede che non accetta la violenza”
Padre Amer pensando ai cristiani perseguitati in Iraq parla di massacro ed in molti casi si tratta anche di martirio perché non sono pochi gli iracheni uccisi per la loro fede cristiana.
“Serve una commissione di indagine internazionale che non abbia nessun interesse politico in Iraq e possa dire la verità senza paura per far capire al mondo chi c’è dietro questo massacro dei cristiani.”