Fonte: Senato della Repubblica
Giovedì 30 ottobre 2008 - 82ª seduta pubblica (antimeridiana)
Il Senato ha discusso le mozioni nn. 46 del Popolo della libertà, 47 della Lega, 48 del Gruppo UDC-Südtiroler Volkspartei-Autonomie e 49 del Partito Democratico sulla persecuzione delle comunità cristiane nel mondo.
A conclusione della discussione generale, su proposta del sen. Bricolo (LNP), il Presidente ha sospeso i lavori per esplorare la possibilità di pervenire ad un documento unitario.
Lo sforzo di convergenza su un testo unico ha avuto successo e così il sottosegretario di Stato per il lavoro, salute e politiche sociali Roccella ha potuto accogliere un ordine del giorno sottoscritto da tutti i Gruppi parlamentari, con il quale, ribadendo la necessità che l'Italia si adoperi per la difesa dei diritti della persona e delle libertà religiose, si impegna il Governo ad assumere iniziative specifiche per contrastare le persecuzioni delle comunità cristiane nel mondo, in particolare in India e Iraq. L'ordine del giorno impegna altresì il Governo a promuovere il rafforzamento del ruolo internazionale dell'Unione europea quale modello sociale e istituzionale di riferimento per la tutela e la promozione su scala mondiale dei diritti umani e della pace e a considerare il dramma delle persecuzioni per motivi religiosi ed etnici come prioritario nelle relazioni internazionali e bilaterali.
La convergenza unanime del Senato su un testo unitario è stata accolta con soddisfazione da tutti i Gruppi come segnale concreto della grande attenzione che il Parlamento nutre per un dramma che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Negli interventi svolti in sede di illustrazione delle mozioni, di discussione generale e nelle dichiarazioni di voto finale dai senatori Bettamio, Valditara, Calabrò e Gasparri (PdL), Rizzi e Leoni (LNP), Ceruti, Granaiola e Soliani (PD), Astore (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-Aut), pur con diverse sottolineature, è emersa la concorde volontà di appoggiare un'azione concreta della diplomazia e della politica italiane per il rafforzamento degli strumenti a disposizione della comunità internazionale nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali e per il dialogo tra le religioni.
Non hanno partecipato al voto i sen. radicali Perduca e Poretti, i quali hanno rilevato il tono burocratico del documento approvato, criticando la scelta di non denunciare con chiarezza e coerenza tutte le persecuzioni che nel mondo si verificano per motivi religiosi, etnici e politici.
Clicca su "leggi tutto" per i testi ed i firmatari delle mozioni nn. 46 del Popolo della libertà, 47 della Lega, 48 del Gruppo UDC-Südtiroler Volkspartei-Autonomie e 49 del Partito Democratico sulla persecuzione delle comunità cristiane nel mondo
Lo sforzo di convergenza su un testo unico ha avuto successo e così il sottosegretario di Stato per il lavoro, salute e politiche sociali Roccella ha potuto accogliere un ordine del giorno sottoscritto da tutti i Gruppi parlamentari, con il quale, ribadendo la necessità che l'Italia si adoperi per la difesa dei diritti della persona e delle libertà religiose, si impegna il Governo ad assumere iniziative specifiche per contrastare le persecuzioni delle comunità cristiane nel mondo, in particolare in India e Iraq. L'ordine del giorno impegna altresì il Governo a promuovere il rafforzamento del ruolo internazionale dell'Unione europea quale modello sociale e istituzionale di riferimento per la tutela e la promozione su scala mondiale dei diritti umani e della pace e a considerare il dramma delle persecuzioni per motivi religiosi ed etnici come prioritario nelle relazioni internazionali e bilaterali.
La convergenza unanime del Senato su un testo unitario è stata accolta con soddisfazione da tutti i Gruppi come segnale concreto della grande attenzione che il Parlamento nutre per un dramma che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Negli interventi svolti in sede di illustrazione delle mozioni, di discussione generale e nelle dichiarazioni di voto finale dai senatori Bettamio, Valditara, Calabrò e Gasparri (PdL), Rizzi e Leoni (LNP), Ceruti, Granaiola e Soliani (PD), Astore (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-Aut), pur con diverse sottolineature, è emersa la concorde volontà di appoggiare un'azione concreta della diplomazia e della politica italiane per il rafforzamento degli strumenti a disposizione della comunità internazionale nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali e per il dialogo tra le religioni.
Non hanno partecipato al voto i sen. radicali Perduca e Poretti, i quali hanno rilevato il tono burocratico del documento approvato, criticando la scelta di non denunciare con chiarezza e coerenza tutte le persecuzioni che nel mondo si verificano per motivi religiosi, etnici e politici.
Clicca su "leggi tutto" per i testi ed i firmatari delle mozioni nn. 46 del Popolo della libertà, 47 della Lega, 48 del Gruppo UDC-Südtiroler Volkspartei-Autonomie e 49 del Partito Democratico sulla persecuzione delle comunità cristiane nel mondo
Clicca qui per il resoconto stenografico di:
Discussione delle mozioni nn. 46, 47, 48 e 49 sulla persecuzione delle comunità cristiane nel mondo (ore 9,43)
Ritiro delle mozioni nn. 46, 47, 48 e 49. Approvazione dell'ordine del giorno G1
Ritiro delle mozioni nn. 46, 47, 48 e 49. Approvazione dell'ordine del giorno G1
Atto n. 1-00046
Pubblicato il 29 ottobre 2008 Seduta n. 80GASPARRI (PdL), QUAGLIARIELLO (PdL), FERRARA (PdL), TOFANI (PdL), BALBONI (PdL) , POLI BORTONE (Pdl), SANTINI (PdL), PICHETTO FRATIN (Pdl), SARO (PdL), DE FEO (PdL), SANCIU (PdL), COMINCIOLI (PdL), PASTORE (Pdl)
Il Senato,
premesso che:
più di 60 cristiani sono stati uccisi dalla fine di agosto 2008 nell’est dell’India, nello Stato di Orissa, dopo l’omicidio, due mesi fa, di un dignitario religioso fondamentalista indù. In questi quattro mesi è stato lanciato un vero e proprio pogrom anticristiano: sono stati attaccati 300 villaggi, con più di 18.000 feriti, distrutte più di 60 chiese, decine di scuole e quattro sedi di organizzazioni non governative. Picchiati i religiosi, violentate le suore e le donne. Incendiate oltre 4.000 case, con più di 50.000 persone costrette a fuggire. Per il Governo indiano i morti sono stati 35, quasi il doppio per la conferenza episcopale indiana;
in Iraq, soprattutto nella città di Mosul, dagli inizi di ottobre sono state uccise 14 persone per la loro fede cristiana e circa 2.400 famiglie sono state costrette a fuggire. Nel corso degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2008 le famiglie cristiane sfollate sono state 50.000;
considerato che:
secondo il Rapporto 2008 sulla libertà religiosa nel mondo dell’associazione "Aiuto alla Chiesa che soffre" sono più di 60 le nazioni nel mondo dove si verificano gravi violazioni del diritto alla libertà religiosa dei propri cittadini;
comunità cristiane vengono perseguitate anche in alcune regioni del Laos, della Nigeria, dell’Etiopia, delle Filippine e di altri Paesi, soprattutto dove vigono regimi islamici;
il 6 settembre 2008 alla riunione dei Ministri degli esteri dell'Unione europea ad Avignone, il ministro Frattini aveva ottenuto che il tema delle uccisioni dei cristiani in India venisse posto nell’agenda dei colloqui del successivo vertice UE-India; il 30 dello stesso mese al vertice di Marsiglia tra UE e India, il presidente di turno Nikolas Sarkozy ha sollevato al premier indiano Manmohan Singh la questione del pogrom anticristiano;
il 13 ottobre il primo ministro indiano Singh ha annunciato punizioni esemplari per fermare la barbarie nei confronti dei cristiani;
le violenze contro cittadini di religione cristiana sono proseguite anche se in tono minore;
in India sono emerse storie come quella della violenza subita da suor Meena a Nuagaon che hanno evidenziato atteggiamenti di connivenza da parte della polizia e di altre autorità locali;
in Iraq le Nazioni Unite hanno lanciato attraverso l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati un programma di aiuto ai profughi cristiani costretti a fuggire da Mosul;
tenuto conto che:
il diritto alla libertà religiosa è un elemento inalienabile di ogni persona umana;
il 2 ottobre i Vescovi europei riuniti nel Consiglio delle Conferenze episcopali europee, l’organismo che riunisce i presidenti delle Conferenze episcopali di tutta Europa, hanno lanciato un appello “ai governi e alle istituzioni d’Europa ad intervenire in ogni modo per far cessare queste violenze”, osservando che “ci sembra lecito chiedere che ogni forma di discriminazione e di intolleranza nei confronti dei cristiani, in Europa e nel mondo, debba essere affrontata dalla comunità internazionale e dai responsabili dei mass media, pubblici e privati, alla stregua e con la stessa determinazione con cui si combattono forme di incitamento all’odio contro altre comunità religiose”;
domenica 26 ottobre nel corso dell'Angelus papa Benedetto XVI ha fatto proprio l’appello lanciato alla fine del Sinodo dai patriarchi delle chiese orientali “per richiamare l’attenzione della comunità internazionale, dei leader religiosi e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà sulla tragedia che si sta consumando in alcuni Paesi dell’Oriente, dove i cristiani sono vittime di intolleranze e di crudeli violenze, uccisi, minacciati e costretti ad abbandonare le loro case e a vagare in cerca di rifugio”,
impegna il Governo ad assumere iniziative volte a contrastare la persecuzione delle comunità cristiane in India, in Iraq e in altri Paesi.
Atto n. 1-00047
Il Senato,
premesso che:
più di 60 cristiani sono stati uccisi dalla fine di agosto 2008 nell’est dell’India, nello Stato di Orissa, dopo l’omicidio, due mesi fa, di un dignitario religioso fondamentalista indù. In questi quattro mesi è stato lanciato un vero e proprio pogrom anticristiano: sono stati attaccati 300 villaggi, con più di 18.000 feriti, distrutte più di 60 chiese, decine di scuole e quattro sedi di organizzazioni non governative. Picchiati i religiosi, violentate le suore e le donne. Incendiate oltre 4.000 case, con più di 50.000 persone costrette a fuggire. Per il Governo indiano i morti sono stati 35, quasi il doppio per la conferenza episcopale indiana;
in Iraq, soprattutto nella città di Mosul, dagli inizi di ottobre sono state uccise 14 persone per la loro fede cristiana e circa 2.400 famiglie sono state costrette a fuggire. Nel corso degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2008 le famiglie cristiane sfollate sono state 50.000;
considerato che:
secondo il Rapporto 2008 sulla libertà religiosa nel mondo dell’associazione "Aiuto alla Chiesa che soffre" sono più di 60 le nazioni nel mondo dove si verificano gravi violazioni del diritto alla libertà religiosa dei propri cittadini;
comunità cristiane vengono perseguitate anche in alcune regioni del Laos, della Nigeria, dell’Etiopia, delle Filippine e di altri Paesi, soprattutto dove vigono regimi islamici;
il 6 settembre 2008 alla riunione dei Ministri degli esteri dell'Unione europea ad Avignone, il ministro Frattini aveva ottenuto che il tema delle uccisioni dei cristiani in India venisse posto nell’agenda dei colloqui del successivo vertice UE-India; il 30 dello stesso mese al vertice di Marsiglia tra UE e India, il presidente di turno Nikolas Sarkozy ha sollevato al premier indiano Manmohan Singh la questione del pogrom anticristiano;
il 13 ottobre il primo ministro indiano Singh ha annunciato punizioni esemplari per fermare la barbarie nei confronti dei cristiani;
le violenze contro cittadini di religione cristiana sono proseguite anche se in tono minore;
in India sono emerse storie come quella della violenza subita da suor Meena a Nuagaon che hanno evidenziato atteggiamenti di connivenza da parte della polizia e di altre autorità locali;
in Iraq le Nazioni Unite hanno lanciato attraverso l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati un programma di aiuto ai profughi cristiani costretti a fuggire da Mosul;
tenuto conto che:
il diritto alla libertà religiosa è un elemento inalienabile di ogni persona umana;
il 2 ottobre i Vescovi europei riuniti nel Consiglio delle Conferenze episcopali europee, l’organismo che riunisce i presidenti delle Conferenze episcopali di tutta Europa, hanno lanciato un appello “ai governi e alle istituzioni d’Europa ad intervenire in ogni modo per far cessare queste violenze”, osservando che “ci sembra lecito chiedere che ogni forma di discriminazione e di intolleranza nei confronti dei cristiani, in Europa e nel mondo, debba essere affrontata dalla comunità internazionale e dai responsabili dei mass media, pubblici e privati, alla stregua e con la stessa determinazione con cui si combattono forme di incitamento all’odio contro altre comunità religiose”;
domenica 26 ottobre nel corso dell'Angelus papa Benedetto XVI ha fatto proprio l’appello lanciato alla fine del Sinodo dai patriarchi delle chiese orientali “per richiamare l’attenzione della comunità internazionale, dei leader religiosi e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà sulla tragedia che si sta consumando in alcuni Paesi dell’Oriente, dove i cristiani sono vittime di intolleranze e di crudeli violenze, uccisi, minacciati e costretti ad abbandonare le loro case e a vagare in cerca di rifugio”,
impegna il Governo ad assumere iniziative volte a contrastare la persecuzione delle comunità cristiane in India, in Iraq e in altri Paesi.
Atto n. 1-00047
Pubblicato il 29 ottobre 2008 Seduta n. 80
BRICOLO (LNP), ADERENTI (LNP), BODEGA (LNP) , BOLDI (LNP), CAGNIN (LNP), DIVINA (LNP) , FILIPPI Alberto (LNP), FRANCO Paolo (LNP), GARAVAGLIA Massimo (LNP), LEONI (LNP), MARAVENTANO (LNP), MAURO (LNP), MAZZATORTA (LNP), MONTANI (LNP), MONTI (LNP), MURA (LNP), PITTONI (LNP), RIZZI (LNP), STIFFONI (LNP), TORRI (LNP), VACCARI (LNP), VALLARDI (LNP), VALLI (LNP),
Il Senato,
premesso che:
contrariamente a quanto comunemente si pensa, il Novecento è stato di gran lunga il secolo del più grande “macello” di cristiani. Nel periodo che va dalla rivoluzione francese a oggi, ma in particolare nel XX secolo, sono state scatenate persecuzioni mai viste in 2.000 anni per ferocia, vastità, durata e quantità di vittime. Ben 45.500.000 sono stati i martiri cristiani di questo secolo. Il fenomeno è stato ben illustrato in un articolo del professor Ernesto Galli della Loggia in un editoriale apparso sul “Corriere della Sera” del 14 maggio 2000;
scrive Olga Matera su “Limes”: «Il cristianesimo è la religione oggi più perseguitata del mondo. Conta migliaia di vittime; i suoi fedeli subiscono torture e umiliazioni di ogni tipo. Ma l'opinione pubblica occidentale, proprio quella di cultura cristiana, non concede a questo dramma alcuna attenzione»;
constatando purtroppo tristemente come la cronaca più recente continui a testimoniare la tragica condizione di paura e di pericolo in cui vive in molte parti del mondo chi professa e testimonia la fede cristiana;
richiamando l’attenzione su quanto accaduto in India, in Orissa in particolare, a partire dalla seconda metà di agosto del 2008, dove, in un crescendo di intimidazioni ed accuse infondate ed irrazionali, sono stati compiuti atti di violenza inconcepibili contro suore e parroci cattolici, edifici religiosi e centri di semplice ritrovo;
ricordando tuttavia che, lontano dalla luce dei riflettori, la violenza fanatica da parte dei fondamentalisti indù nel subcontinente indiano si è scatenata già dalla fine degli anni ’90; prima dei recenti fatti di agosto, un’altra ondata di violenze si era registrata nel Natale del 2007, quando orde di aggressori avevano assaltato chiese, bruciato case e devastato negozi di proprietà di cristiani;
ritenuto che:
l’odio anticristiano in India sia un fenomeno crudelmente atroce, tenuto conto che i cristiani in India, che rappresentano meno del 2 per cento della popolazione, svolgono un’opera importantissima nel settore educativo, sanitario e sociale, offrendo un aiuto praticamente unico a molti bambini e a molte giovani donne (basti pensare all'opera ed all'esempio di Madre Teresa di Calcutta): questa presenza radicata ed amata dalla popolazione più povera rende i cattolici facile bersaglio di quei fondamentalisti sempre alla ricerca di un “nemico” che minaccerebbe l’identità indiana;
non si possa negare che si tratta, dunque, di una tragedia strisciante che lascia vittime quotidianamente, di cui non si saprebbe nulla se non ci fossero le poche notizie trapelate dalle agenzie di stampa dei missionari, tra mille censure;
tutti i rapporti, sia politici che economico-commerciali, intrattenuti dal nostro Paese e dagli altri Paesi dell’Unione europea con partner internazionali, non debbano mai prescindere dalla valutazione del rispetto dei diritti umani in quei Paesi e dalle condizioni di vita delle loro popolazioni;
premesso che Sua Santità Benedetto XVI domenica 26 ottobre 2008 è tornato ad affrontare il tema attualissimo della persecuzione dei cristiani in Oriente facendo proprio l'appello lanciato al termine dei lavori del Sinodo dai patriarchi delle chiese orientali sulla necessità di mobilitare l'attenzione pubblica e la comunità internazionale sulla tragedia delle persecuzioni dei cristiani in alcuni Paesi orientali,
impegna il Governo:
ad adoperarsi, direttamente e attraverso l’Unione europea, per verificare e monitorare la condizione dei cristiani nei Paesi in cui essi costituiscono una minoranza e a valutare l’opportunità di subordinare ogni ulteriore rapporto di carattere politico o economico con tali Paesi all’effettiva tutela da parte loro delle minoranze cristiane presenti sul loro territorio;
ad istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un «Osservatorio sulla condizione dei cristiani nel mondo», che abbia, tra le altre funzioni di consulenza al Governo, quella di valutare il prosieguo delle relazioni diplomatiche, in particolare quelle relative alla cooperazione allo sviluppo che implicano l'erogazione di fondi da parte del bilancio statale, con i Paesi che non garantiscono il rispetto dei diritti delle minoranze cristiane e/o non hanno sottoscritto la Convenzione dei diritti dell'uomo.
Atto n. 1-00048
BRICOLO (LNP), ADERENTI (LNP), BODEGA (LNP) , BOLDI (LNP), CAGNIN (LNP), DIVINA (LNP) , FILIPPI Alberto (LNP), FRANCO Paolo (LNP), GARAVAGLIA Massimo (LNP), LEONI (LNP), MARAVENTANO (LNP), MAURO (LNP), MAZZATORTA (LNP), MONTANI (LNP), MONTI (LNP), MURA (LNP), PITTONI (LNP), RIZZI (LNP), STIFFONI (LNP), TORRI (LNP), VACCARI (LNP), VALLARDI (LNP), VALLI (LNP),
Il Senato,
premesso che:
contrariamente a quanto comunemente si pensa, il Novecento è stato di gran lunga il secolo del più grande “macello” di cristiani. Nel periodo che va dalla rivoluzione francese a oggi, ma in particolare nel XX secolo, sono state scatenate persecuzioni mai viste in 2.000 anni per ferocia, vastità, durata e quantità di vittime. Ben 45.500.000 sono stati i martiri cristiani di questo secolo. Il fenomeno è stato ben illustrato in un articolo del professor Ernesto Galli della Loggia in un editoriale apparso sul “Corriere della Sera” del 14 maggio 2000;
scrive Olga Matera su “Limes”: «Il cristianesimo è la religione oggi più perseguitata del mondo. Conta migliaia di vittime; i suoi fedeli subiscono torture e umiliazioni di ogni tipo. Ma l'opinione pubblica occidentale, proprio quella di cultura cristiana, non concede a questo dramma alcuna attenzione»;
constatando purtroppo tristemente come la cronaca più recente continui a testimoniare la tragica condizione di paura e di pericolo in cui vive in molte parti del mondo chi professa e testimonia la fede cristiana;
richiamando l’attenzione su quanto accaduto in India, in Orissa in particolare, a partire dalla seconda metà di agosto del 2008, dove, in un crescendo di intimidazioni ed accuse infondate ed irrazionali, sono stati compiuti atti di violenza inconcepibili contro suore e parroci cattolici, edifici religiosi e centri di semplice ritrovo;
ricordando tuttavia che, lontano dalla luce dei riflettori, la violenza fanatica da parte dei fondamentalisti indù nel subcontinente indiano si è scatenata già dalla fine degli anni ’90; prima dei recenti fatti di agosto, un’altra ondata di violenze si era registrata nel Natale del 2007, quando orde di aggressori avevano assaltato chiese, bruciato case e devastato negozi di proprietà di cristiani;
ritenuto che:
l’odio anticristiano in India sia un fenomeno crudelmente atroce, tenuto conto che i cristiani in India, che rappresentano meno del 2 per cento della popolazione, svolgono un’opera importantissima nel settore educativo, sanitario e sociale, offrendo un aiuto praticamente unico a molti bambini e a molte giovani donne (basti pensare all'opera ed all'esempio di Madre Teresa di Calcutta): questa presenza radicata ed amata dalla popolazione più povera rende i cattolici facile bersaglio di quei fondamentalisti sempre alla ricerca di un “nemico” che minaccerebbe l’identità indiana;
non si possa negare che si tratta, dunque, di una tragedia strisciante che lascia vittime quotidianamente, di cui non si saprebbe nulla se non ci fossero le poche notizie trapelate dalle agenzie di stampa dei missionari, tra mille censure;
tutti i rapporti, sia politici che economico-commerciali, intrattenuti dal nostro Paese e dagli altri Paesi dell’Unione europea con partner internazionali, non debbano mai prescindere dalla valutazione del rispetto dei diritti umani in quei Paesi e dalle condizioni di vita delle loro popolazioni;
premesso che Sua Santità Benedetto XVI domenica 26 ottobre 2008 è tornato ad affrontare il tema attualissimo della persecuzione dei cristiani in Oriente facendo proprio l'appello lanciato al termine dei lavori del Sinodo dai patriarchi delle chiese orientali sulla necessità di mobilitare l'attenzione pubblica e la comunità internazionale sulla tragedia delle persecuzioni dei cristiani in alcuni Paesi orientali,
impegna il Governo:
ad adoperarsi, direttamente e attraverso l’Unione europea, per verificare e monitorare la condizione dei cristiani nei Paesi in cui essi costituiscono una minoranza e a valutare l’opportunità di subordinare ogni ulteriore rapporto di carattere politico o economico con tali Paesi all’effettiva tutela da parte loro delle minoranze cristiane presenti sul loro territorio;
ad istituire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un «Osservatorio sulla condizione dei cristiani nel mondo», che abbia, tra le altre funzioni di consulenza al Governo, quella di valutare il prosieguo delle relazioni diplomatiche, in particolare quelle relative alla cooperazione allo sviluppo che implicano l'erogazione di fondi da parte del bilancio statale, con i Paesi che non garantiscono il rispetto dei diritti delle minoranze cristiane e/o non hanno sottoscritto la Convenzione dei diritti dell'uomo.
Atto n. 1-00048
Pubblicato il 29 ottobre 2008 Seduta n. 80
D'ALIA (UDC-SVP-Aut), PINZGER (UDC-SVP-Aut), FOSSON (UDC-SVP-Aut), CINTOLA (UDC-SVP-Aut), PETERLINI (UDC-SVP-Aut), THALER AUSSERHOFER (UDC-SVP-Aut), GIAI (UDC-SVP-Aut), CUFFARO (UDC-SVP-Aut)
Il Senato,
premesso che:
negli ultimi mesi nell'est dell'India, ed in particolare nello Stato di Orissa, è in atto una sistematica persecuzione anticristiana, con atti di violenza inconcepibili contro religiosi, edifici religiosi e interi villaggi a maggioranza cristiana. In tale Stato sono 50.000 le persone in fuga, oltre 60 i morti, oltre a circa 12.000 persone scomparse dai campi profughi allestiti dal governo dell'Orissa;
tale situazione di fatto si prolunga da 15 anni con agguati, roghi di chiese, pestaggi, discriminazioni;
in Iraq, nell'area contesa tra curdi e sunniti con epicentro la città di Mosul, in ottobre sono state uccise 14 persone e, in particolare tra il 2004 e il 2008, oltre 50.000 famiglie cristiane sono state costrette a fuggire;
comunità cristiane vengono perseguitate in Cina, in molti Paesi africani ed in Asia, soprattutto dove vigono regimi islamici;
considerato che:
secondo l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani "ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione e credo, la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti";
sembrerebbe, citando l'opinionista del "Corriere della Sera", Angelo Panebianco, che "per noi e per l'Europa, il fatto che in tante parti del mondo persone di fede cristiana vengano perseguitate e, con frequenza, uccise, non sia un problema sul quale occorra sensibilizzare l'opinione pubblica", mentre in altre occasioni la stampa, le televisioni e gli stessi cittadini si sono mobilitati sensibilizzando l'opinione pubblica;
domenica 26 ottobre 2008 papa Benedetto XVI auspicava che i responsabili civili e religiosi di tutti i Paesi compiano dei gesti significativi ed espliciti di amicizia nei confronti delle minoranze,
impegna il Governo:
ad intervenire direttamente presso le autorità nazionali indiane affinché sia fatta chiarezza e siano individuati i responsabili che propugnano azioni di pulizia etnico-religiosa in India, affinché vengano adottate effettive misure di sicurezza nei confronti delle minoranze religiose cristiane, sia previsto l'effettivo risarcimento dei danni subiti dalle comunità religiose oggetto di atti vandalici e siano assicurati alla giustizia gli autori degli omicidi e degli attentati;
ad adottare inoltre identica iniziativa volta a contrastare le persecuzioni delle comunità cristiane in Iraq come negli altri Paesi menzionati.
Atto n. 1-00049
D'ALIA (UDC-SVP-Aut), PINZGER (UDC-SVP-Aut), FOSSON (UDC-SVP-Aut), CINTOLA (UDC-SVP-Aut), PETERLINI (UDC-SVP-Aut), THALER AUSSERHOFER (UDC-SVP-Aut), GIAI (UDC-SVP-Aut), CUFFARO (UDC-SVP-Aut)
Il Senato,
premesso che:
negli ultimi mesi nell'est dell'India, ed in particolare nello Stato di Orissa, è in atto una sistematica persecuzione anticristiana, con atti di violenza inconcepibili contro religiosi, edifici religiosi e interi villaggi a maggioranza cristiana. In tale Stato sono 50.000 le persone in fuga, oltre 60 i morti, oltre a circa 12.000 persone scomparse dai campi profughi allestiti dal governo dell'Orissa;
tale situazione di fatto si prolunga da 15 anni con agguati, roghi di chiese, pestaggi, discriminazioni;
in Iraq, nell'area contesa tra curdi e sunniti con epicentro la città di Mosul, in ottobre sono state uccise 14 persone e, in particolare tra il 2004 e il 2008, oltre 50.000 famiglie cristiane sono state costrette a fuggire;
comunità cristiane vengono perseguitate in Cina, in molti Paesi africani ed in Asia, soprattutto dove vigono regimi islamici;
considerato che:
secondo l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani "ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione e credo, la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti";
sembrerebbe, citando l'opinionista del "Corriere della Sera", Angelo Panebianco, che "per noi e per l'Europa, il fatto che in tante parti del mondo persone di fede cristiana vengano perseguitate e, con frequenza, uccise, non sia un problema sul quale occorra sensibilizzare l'opinione pubblica", mentre in altre occasioni la stampa, le televisioni e gli stessi cittadini si sono mobilitati sensibilizzando l'opinione pubblica;
domenica 26 ottobre 2008 papa Benedetto XVI auspicava che i responsabili civili e religiosi di tutti i Paesi compiano dei gesti significativi ed espliciti di amicizia nei confronti delle minoranze,
impegna il Governo:
ad intervenire direttamente presso le autorità nazionali indiane affinché sia fatta chiarezza e siano individuati i responsabili che propugnano azioni di pulizia etnico-religiosa in India, affinché vengano adottate effettive misure di sicurezza nei confronti delle minoranze religiose cristiane, sia previsto l'effettivo risarcimento dei danni subiti dalle comunità religiose oggetto di atti vandalici e siano assicurati alla giustizia gli autori degli omicidi e degli attentati;
ad adottare inoltre identica iniziativa volta a contrastare le persecuzioni delle comunità cristiane in Iraq come negli altri Paesi menzionati.
Atto n. 1-00049
Pubblicato il 29 ottobre 2008 Seduta n. 80FINOCCHIARO (PD), ZANDA (PD) , LATORRE (PD), SOLIANI (PD), GARAVAGLIA Mariapia (PD), GRANAIOLA (PD), SANGALLI (PD) , FIORONI (PD), AGOSTINI (PD), BIONDELLI (PD), DEL VECCHIO (PD), MAGISTRELLI (PD) , MARINO Mauro Maria (PD), RANDAZZO (PD) , GUSTAVINO (PD) , LEDDI (PD), ROSSI Nicola (PD), COSENTINO (PD), RUSCONI (PD), PERTOLDI (PD), FONTANA (PD) , VITA (PD), NEROZZI (PD), LEGNINI (PD), CERUTI (PD) , BASSOLI (PD), ROSSI Paolo (PD), FISTAROL (PD) , BOSONE (PD), BAIO (PD), LIVI BACCI (PD), MARCUCCI (PD), BERTUZZI (PD), BLAZINA (PD), GHEDINI (PD), ARMATO(PD) , TREU (PD), VILLARI (PD), RANUCCI (PD), PIGNEDOLI (PD), DE SENA (PD)
Il Senato,
premesso che:
gli assetti geopolitici ed economici mondiali e la complessità delle società contemporanee impongono la ricerca di più avanzati modelli di integrazione e dialogo interculturale nell'ambito di ciascuna comunità nazionale, nonché l'attivazione di efficaci strumenti di solidarietà e cooperazione tra i popoli;
a fronte di ciò, si constata con preoccupazione crescente, per un verso, l'allarmante escalation degli episodi di violenza e intolleranza a sfondo etnico e religioso anche nelle società economicamente più avanzate e, per altro verso, l'aggravamento, in numerosi Paesi e aree di crisi mondiali, delle tensioni politiche e sociali collegate alla medesima matrice fondamentalista, come dimostrano i recenti casi di persecuzione delle comunità cristiane in India, Laos, Nigeria, Etiopia, Filippine e in altri Paesi dove esse costituiscono una minoranza;
in tal senso, la sfida dell'integrazione etnica e religiosa e del confronto interculturale deve essere intesa innanzitutto quale chance di crescita e maturazione delle comunità locali, nonché imprescindibile opportunità di pace e di sviluppo globali;
in particolare, come recentemente riconosciuto dal Sinodo dei vescovi nell'ambito del documento conclusivo della XII assemblea generale ordinaria (5-26 ottobre 2008): "il dialogo dei cristiani con i musulmani e con i membri di altre religioni diventa un’urgenza e permette di conoscersi meglio e di collaborare nella promozione dei valori religiosi, etici e morali, contribuendo alla costruzione di un mondo migliore. (...). L’incontro di Assisi nel 1986 ricorda che l’ascolto di Dio deve portare a superare ogni forma di violenza, perché esso diventi attivo nel cuore e nelle opere per la promozione della giustizia e della pace.";
inoltre, secondo quanto richiamato nel medesimo documento del Sinodo dei vescovi, Benedetto XVI ha espressamente affermato: «noi vogliamo cercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro. (...) Oggi più che mai la reciproca apertura tra le culture è un terreno privilegiato per il dialogo tra gli uomini impegnati nella ricerca di un autentico umanesimo, al di là delle divergenze che li separano»;
in definitiva, la reciproca apertura tra le culture e le religioni, nel rispetto dei valori di laicità e tolleranza, deve ritenersi oggi la chiave per la costruzione di più ampi e condivisi orizzonti di pace e di sicurezza mondiali,
impegna il Governo:
ad adoperarsi in tutte le sedi comunitarie e internazionali, nonché nell'ambito dei rapporti internazionali bilaterali, affinché vengano garantiti i diritti fondamentali della persona e le libertà religiose e venga posta fine alle violenze e alle persecuzioni alimentate dal fondamentalismo etnico e religioso in ciascun Paese o area di crisi mondiale;
in particolare, a promuovere il rafforzamento del ruolo internazionale dell'Unione europea quale modello sociale e istituzionale di riferimento per la tutela e la promozione su scala mondiale dei diritti umani e dei valori della laicità e della pace.
Il Senato,
premesso che:
gli assetti geopolitici ed economici mondiali e la complessità delle società contemporanee impongono la ricerca di più avanzati modelli di integrazione e dialogo interculturale nell'ambito di ciascuna comunità nazionale, nonché l'attivazione di efficaci strumenti di solidarietà e cooperazione tra i popoli;
a fronte di ciò, si constata con preoccupazione crescente, per un verso, l'allarmante escalation degli episodi di violenza e intolleranza a sfondo etnico e religioso anche nelle società economicamente più avanzate e, per altro verso, l'aggravamento, in numerosi Paesi e aree di crisi mondiali, delle tensioni politiche e sociali collegate alla medesima matrice fondamentalista, come dimostrano i recenti casi di persecuzione delle comunità cristiane in India, Laos, Nigeria, Etiopia, Filippine e in altri Paesi dove esse costituiscono una minoranza;
in tal senso, la sfida dell'integrazione etnica e religiosa e del confronto interculturale deve essere intesa innanzitutto quale chance di crescita e maturazione delle comunità locali, nonché imprescindibile opportunità di pace e di sviluppo globali;
in particolare, come recentemente riconosciuto dal Sinodo dei vescovi nell'ambito del documento conclusivo della XII assemblea generale ordinaria (5-26 ottobre 2008): "il dialogo dei cristiani con i musulmani e con i membri di altre religioni diventa un’urgenza e permette di conoscersi meglio e di collaborare nella promozione dei valori religiosi, etici e morali, contribuendo alla costruzione di un mondo migliore. (...). L’incontro di Assisi nel 1986 ricorda che l’ascolto di Dio deve portare a superare ogni forma di violenza, perché esso diventi attivo nel cuore e nelle opere per la promozione della giustizia e della pace.";
inoltre, secondo quanto richiamato nel medesimo documento del Sinodo dei vescovi, Benedetto XVI ha espressamente affermato: «noi vogliamo cercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro. (...) Oggi più che mai la reciproca apertura tra le culture è un terreno privilegiato per il dialogo tra gli uomini impegnati nella ricerca di un autentico umanesimo, al di là delle divergenze che li separano»;
in definitiva, la reciproca apertura tra le culture e le religioni, nel rispetto dei valori di laicità e tolleranza, deve ritenersi oggi la chiave per la costruzione di più ampi e condivisi orizzonti di pace e di sicurezza mondiali,
impegna il Governo:
ad adoperarsi in tutte le sedi comunitarie e internazionali, nonché nell'ambito dei rapporti internazionali bilaterali, affinché vengano garantiti i diritti fondamentali della persona e le libertà religiose e venga posta fine alle violenze e alle persecuzioni alimentate dal fondamentalismo etnico e religioso in ciascun Paese o area di crisi mondiale;
in particolare, a promuovere il rafforzamento del ruolo internazionale dell'Unione europea quale modello sociale e istituzionale di riferimento per la tutela e la promozione su scala mondiale dei diritti umani e dei valori della laicità e della pace.