"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

29 agosto 2023

Iraq: card. Sako (patriarca caldeo) a popolazione, “abbiate pazienza e non perdete la speranza. Il Paese risorgerà per la sua grande storia”

28 agosto 2023

“Abbiate pazienza e non perdete la speranza. L’Iraq deve risorgere sulla base del profumo della sua storia, della sua grande civiltà e della sua memoria viva”.
Da Erbil, in Kurdistan, dove si risiede in seguito ai contrasti con il presidente della Repubblica d’Iraq, Abdul Latif Rashid, il patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako, lancia un appello a tutti gli iracheni. In una nota, diffusa dal Patriarcato, il porporato ribadisce che “questa speranza deve rimanere viva in noi e non scomparire.
Il cambiamento arriverà quando avremo piena consapevolezza dell’importanza della patria e dell’identità nazionale, del rispetto dei diritti e dell’uguaglianza di tutti i cittadini, quando riporremo la nostra fiducia in Dio e negli altri e ci impegneremo per il bene del Paese e dei suoi cittadini”.
“Il caos – avverte – non può continuare per sempre a dispetto dell’integrità umana e dei valori nazionali, morali e religiosi”.
Poi il monito: “Chiunque abbia rubato denaro pubblico e commesso crimini terribili contro i diritti delle persone prima o poi sarà ritenuto responsabile. Verrà il giorno in cui i crimini contro l’umanità non potranno più essere nascosti e la legge proteggerà gli ‘innocenti’ e renderà loro giustizia. La storia ci insegna che non esistono sistemi fissi ed eterni. Allo stesso modo, la fede conferma che il giudizio di Dio è lento ma non trascura nulla. I corrotti e gli ipocriti non hanno futuro”.
Nel suo appello il patriarca ribadisce l’importanza dell’istruzione, della cultura, dell’educazione data in casa, in chiesa e in moschea e dai media. Senza questi valori fondanti prevarranno “l’individualismo, l’interesse personale, la faziosità e il caos.
La vittoria e il cambiamento inizieranno quando riconosceremo coloro che sono diversi, li accetteremo e li rispetteremo come cittadini come noi su base fraterna, invece di trattarli come oppositori, nemici o infedeli.
In questo modo promuoveremo la cultura della vera fraternità, i valori della cittadinanza e preserveremo il patrimonio e le proprietà pubbliche, per realizzare una vita sicura, libera e dignitosa per la Nazione. Al contrario, la corruzione drenerà risorse e sarà una minaccia per l’Iraq”.
“La vittoria e il cambiamento – conclude Mar Sako – arriveranno quando il governo sarà saldo nell’attuazione del suo programma di riforme e nel ritenere responsabili coloro che violano l’interesse pubblico e la legge o si pongono al di sopra di essa. La legge non può fare discriminazioni tra i cittadini”.

We Must Never Lose Hope

August 28, 2023

Cardinal Louis Raphael Sako

For a long time, Iraq has not known stability and Iraqis suffered from successive wars, conflicts and crises. They do not feel that politicians and government officials care about public interest.
Christians in particular, went through kidnapping, killing, bombing of numerous Churches, displacement from Mosul and the towns of Nineveh Plain (by ISIS), exclusion, seizure of their homes and properties as well as forcing a million of Christians to migrate, and lastly the withdrawing of the Chaldean Patriarch decree (without any constitutional basis), in response to “improper” information from certain militia members. Therefore, I would like to tell all Iraqis: “please be patient and do not lose hope”. Iraq must “rise” again based on its scent of history, great civilizations, and living memory.
This faith, hope must remain alive in us and not disappear! It will have a great impact on daily life worries. Change will come when we have full awareness of the importance of the homeland and national identity, respect for the rights and equality of all citizens, also, when we put our trust in God and each other and strive for the good of the country and its people.
Chaos cannot continue forever in defiance of the human integrity, and moral, religious and national values.
Whoever stole public money and committed dreadful crimes against people’s rights will be held accountable sooner or later. The day will come when crimes against humanity cannot be hidden, and the law will protect the “innocent” and bring them justice.
History teaches us that there are no fixed-eternal systems. Likewise, faith confirms that justice of the Creator is slow but never neglect, and that the corrupt and hypocrites have no future!
Victory begins when we understand and we give a priority to the importance of learning (culture), education, and awareness at home, school, Church, Mosque, and via media. Otherwise, the foundational values of society and the state will be gone, and individualism, self-interest, factionalism, and chaos dominate. People should be trained to balance their thinking and analyze issues based on scientific knowledgeable facts, since “activities with vision” only, can serve/ help human being! Victory begins when we recognize those who are different, accept them, and respect them as citizen like us on fraternal basis, rather than dealing with them as an opponent, enemy, or infidel. This way, we will be promoting the culture of true fraternity, values of citizenship, and preserve public fortune and properties, so as to achieve a safe, free and dignified life for the nation. On the contrary, corruption drains resources, and creates a threat to Iraq.
Victory will be achieved when the government is firm in implementing its reform program, and holding accountable those who violate the public interest, violate the law, or make themselves above it. It is impossible that the law discriminates among citizens!!

Long live Iraq

28 agosto 2023

Un altro lutto nella chiesa caldea: si é spento Monsignor Rabban Al Qas, vescovo emerito di Dohuk.

By Baghdadhope*

Si è spento stamani Monsignor Rabban Al Qas, vescovo emerito caldeo di Dohuk, nel nord Iraq. Dalla metà di agosto era ricoverato in terapia intensiva dopo una lunga malattia ed il 15 di quel mese aveva ricevuto la visita del patriarca caldeo, Cardinale Louis Raphael Sako, impegnato nella visita proprio della diocesi di Dohuk, oltre che a quella di Zakho. 

Nato nel 1949 a Komane, un piccolo villaggio nell'estremo nord del paese, nel governatorato di Dohuk che fa parte della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Monsignor Al Qas aveva studiato presso i frati domenicani ed era diventato sacerdote nel 1973. Nel 2001 era stato nominato vescovo di Amadhiya, dal 2005 al 2010 era stato anche amministratore patriarcale della diocesi di Erbil e dal 2013 al 2020 aveva retto le due diocesi di Zakho ed Amadhiya per poi essere nominato nel giugno dello stesso anno vescovo di Dohuk, il cui territorio ha inglobato quello della ex diocesi di Amadhiya, mentre la diocesi di Zakho è stata affidata a Mons. Felix Shabi.
Da tempo afflitto da problemi di salute Mons. Alqas non aveva partecipato alla cerimonia di ordinazione del neo vescovo di Zakho che si era svolta il 30 agosto 2020 ed i primi giorni di dicembre dello stesso anno aveva lasciato l'Iraq per recarsi in Germania.
Durante la riunione dei vescovi caldei tenutasi a Baghdad il 10 dicembre il patriarca, il Cardinale Mar Louis Raphael Sako, aveva comunicato la decisione, presa in comune con i vescovi facenti parte del Consiglio permanente del Patriarcato, e comunicata alla Santa Sede, di nominare come amministratore patriarcale pro-tempore della diocesi di Dohuk il vescovo di Mosul, Mons. Najib Mikhael Moussa O.P. 
Foto Patriarcato Caldeo
Tra la fine di dicembre e gennaio del 2021 Mons. Alqas aveva partecipato attivamente alla vita ecclesiastica della missione caldea ad Essen, in Germania,  come dimostrato dal video del 26 gennaio 2021 pubblicato sulla pagina Facebook della Missione, ma non aveva poi però partecipato agli incontri con Papa Francesco durante il viaggio apostolico svoltosi in Iraq dal 5 all'8 marzo 2021 a causa di un gravissimo lutto familiare. Presente all'incontro tra i sacerdoti ed i vescovi caldei dell'Iraq svoltosi ad Erbil a metà di luglio, come testimonia la foto a sinistra, tra il 9 ed il 14 di agosto aveva partecipato al sinodo della chiesa durante il quale era stata decisa la nomina di tre nuovi vescovi, e tra essi proprio quello della diocesi di Dohuk. 
Tra le sue ultime apparizioni pubbliche quella del 9 febbraio 2022 quando con il nuovo vescovo di Dohuk, nominato il 24 dicembre del 2021, Mons. Azad Sabri Shaba, aveva concelebrato la santa messa in occasione del terzo ed ultimo giorno della ricorrenza del Digiuno di Ninive, e quella del 6 maggio 2023 quando sono stati festeggiati i suoi 50 anni al servizio della chiesa.
6 maggio 2023
Foto Padre Imad Khoshaba
  Orgogliosamente curdo, e testimone diretto delle violenze perpetrate dal regime iracheno a danno dei curdi e delle altre etnie che abitavano i territori del Kurdistan, e che furono perseguitate dal regime di Saddam Hussein, Mons. Alqas ha fondato nel 2004 a Dohuk una Scuola Internazionale frequentata da studenti e studentesse musulmani e cristiani delle varie etnie che popolano il territorio della regione autonoma del Kurdistan iracheno, ed ai quali vengono insegnati oltre alle materie di base anche il curdo, l'arabo, l'aramaico, l'inglese ed il francese ma non la religione perché, come disse il suo fondatore a Baghdadhope: "Questa scuola è una risposta a chi vuole separare musulmani e cristiani."
Alla Scuola Internazionale di Dohuk nel 2013 è stato assegnato il l'Aachen Friedenspreis, (Premio internazionale di Aquisgrana per la Pace) il più ambito riconoscimento europeo per la pace, come: "progetto modello per la pace, la riconciliazione e la comprensione tra comunità religiose e gruppi etnici."

27 agosto 2023

Human Being is not a Shape Only, but Rather a Mind and Awareness

By Chaldean Patriarchate 
August 25, 2023

Cardinal Louis Raphael Sako

The mind, awareness, and the knowledge of human being are a magnificent blessing, and a creative dynamic for growth, development, renewal, and integration, especially when the person relies on wisdom, balance, logic, creativity, and beauty. This is what differentiates humankind from other creatures.
A rational person is humble, aware of oneself, feels it, searches constantly for new sound options, behaves with responsibility, as well as spreading love, peace and joy. Such honorable, “attractive” person is the greatest miracle God has ever made: “God looked at everything he had made, and found it very good” (Genesis 1: 31).
Awareness is the perception of a specific goal with a thoughtful design to do it, rather than rushing to achieve it impulsively and instinctively. Such a wonderful human being dies biologically – physically and perishes, yet remains alive in the dynamic memory of the sequential history (civilization) and also for the retrieval of stored information to meet and exchange over time, developing oneself reality and future.
Throughout history man has succeeded in a series of excellent “creations” that over time achieved and created new cultural, social, artistic, legislative, political, industrial and religious forms. So the world without memory (civilization) is without history. Moreover, memory (history) makes people and things move, as changes in nature, mankind, thoughts, society, laws, and rituals as well, work together to meet the current daily needs of people.
The possibility of human change (move) is continuous and natural. This memory has a cosmic dimension. Iraqis are influenced by Mesopotamia civilizations of, Acadian, Sumerian, Babylonian, Chaldean, Assyrian, Christian, Arab Islamic. This is our historical background. We must communicate and integrate with it harmoniously and beautifully.
We still remember the great philosophers, creative scientists, inventors, great theologians, great pontiffs and leaders in spite of being deceased physically, but their views remained immortal and their memories alive. However, thanks to modern technology, that enables society to convey their thoughts that are communicated by all means, including social media. Hence, “memory” helps us to look at our lives with a new, serious view of growth and development.
On the other hand, humanity has a harsh experience with a person who has lost his mind and consciousness, whose external features are similar to the smart and conscious human being, but differs in manner and behavior. Unfortunately, such person is more brutal than the beast – (do we not say in the spoken Chaldean dialect: Ethen Nashi Satani), means literally, that there are people who are “demons”, driven by their instincts and obsession with pride, domination, dictatorship, and “unhidden” violence.
Such an evil person is practically the dominant force on the current scene, spreading ignorance, lies, hatred and conflict, destroying the “fabric of society” with corruption, demolition and death, for the purpose of gaining money and satisfying personal “desires”, simply due to having lifeless mind and consciousness, as well as a hardened heart. Accordingly, after the physical death of such person there won’t be any memory or history worth mentioning.
The Parable of the “Weeds Among the Wheat” in the Gospel of Matthew (13/ 24-30, 36-43), provides the best description for the above comparison between the two forms of human beings, drawing the way of life and the way of demolition. “Wheat” represents the real, honest, caring and committed believer. while “weeds” represent the person who cooperates with evil. Isn’t it what mafias do? With a focus on turning wheat into weeds. The basic question that every human being should ask is: “What good should I do, in this world, and what bad thing should I avoid no matter what the price is?
Often, we may not have this option! but, there is an alternative for a person to change, known as “repentance“, that is, a new beginning to build a smart and conscious person, so that he joins the “salvation” movement, hoping that the “bad person” will take an advantage of it returning to his original good nature and join effectively the living memory that does not die.
Good people must be careful and steadfast till the end, despite the cruelty of bad ones! They must cooperate to create a better world and an appropriate environment for a safe life of liberty and dignity, rather than letting it turn into a jungle where the strong eats the weak!!

25 agosto 2023

A Country won’t be Safe When the Law is not Enforced

August 23, 2023 

Cardinal Louis Raphael Sako

The law is a mechanism adopted by the state to shape up the life of society using regular and stable justice, to promote human and national common interests, to spread a spirit of tolerance and affection, and to confirm respect for the rights, freedoms, security and dignity of individuals.
The government must secure the “rule of law” for every citizen, regardless of political, social, or religious beliefs. The principle of equality (justice) according to the law compels every citizen to live his life within the framework of the country’s laws that assure its unity, reliability and institutions.

What do we expect from a country, where an official declares that he is “above” the law?
What do we expect from a country, where the “President” violates the constitution while he took an oath to protect it?
Is the law a “flexible piece” in the hands of a government official to “manipulate” it the way he wants?
Interpretation of the Iraqi law by the current President is like “ebb and flow“, so he makes his decisions accordingly to ensure his complete control, while others are watching silently!
His Excellency the President believes that what is he doing, is the law, even if it violates the constitution covertly. Also, believes that publishing it in the official newspaper makes it a constitutional law.
Whoever invited one of the patriarchs “based outside Iraq” in order to bless their steps and praise them by describing the president of having “wisdom and know-how” and the “militia leader” who received him (and arranged all his meetings with Government officials) by he is “the best who represent Christians”.
Surely, the “visiting Patriarch” did not leave Iraq, returning to his headquarters empty-handed!

This kind of behavior is definitely shameful, and hurts all Christians!
Learning about these violations, how can someone assure Iraqi citizens that they are living in the state of law and institutions with their rights and dignity guaranteed?
I would like to conclude with a reminder about the existence of an International Court of Justice (ICJ) located in The Hague, to which any aggrieved person has the right to submit his legal claim. 

Whoever has ears ought to hear….

22 agosto 2023

Saad Salloum: come al-Sistani, il patriarca Sako ‘voce degli iracheni’

Dario Salvi

La “crisi” in atto fra il patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako, e il presidente della Repubblica Abdul Latif Rashid, è una ferita aperta per il Paese, per i cristiani e per tutta la popolazione, e per l’idea stessa di nazione capace di proteggere tutti i suoi cittadini. Anche perché il “ruolo” della Chiesa caldea e del patriarcato nella storia moderna “dell’Iraq e della sua società è unico”. Il porporato “è rappresentante di tutti i cristiani” laddove i caldei ne sono la componente principale ed è “la figura più alta in grado” sul piano dell’autorità morale, spirituale e politica per il ruolo che egli è chiamato a rivestire.
Saad Salloum, giornalista e professore associato di Scienze politiche all’università di al-Mustanṣiriyya a Baghdad, una delle più prestigiose della capitale, osserva con attenzione - e preoccupazione - la grave crisi in atto fra il presidente e il primate caldeo.
Interpellato da AsiaNews il presidente della Fondazione Masarat, in prima fila nella lotta per il dialogo, la libertà e i diritti, avverte che i primi segnali erano emersi già nel 2017 con la progressiva affermazione di gruppi e milizie in lotta contro lo Stato islamico. “Le divisioni interne esistono da tempo, ma si sono inasprite - sottolinea - con la formazione di fazioni armate in seguito all’ascesa dell’Isis nella piana di Ninive”, area storicamente “a maggioranza cristiana”.

Card. Sako: libertà e indipendenza
A metà luglio il card. Sako ha trasferito in via temporanea la sede patriarcale dalla capitale irachena a Erbil, nel Kurdistan iracheno, in risposta all’annullamento da parte del presidente della Repubblica del decreto che ne riconosce ruolo e autorità. Una decisione sorprendente quella del capo dello Stato [che in questi giorni ha ricevuto il patriarca siro-cattolico Mar Ignatius Youssef III Younan, "discutendo" della situazione dei cristiani]; Rashid, infatti, ha sconfessato una tradizione secolare colpendo la massima autorità cattolica irachena, che è anche responsabile della gestione del patrimonio e dei beni ecclesiastici. Ed è qui che ruota la questione di fondo: il controllo delle proprietà finite nel mirino del sedicente leader cristiano “Rayan il caldeo” e delle milizie filo-iraniane che lo sostengono (una galassia variegata che comprende sciiti, cristiani, sunniti, etc), minaccia per la pace e la convivenza per tutta la nazione. In risposta agli attacchi, il porporato ha ventilato il boicottaggio delle prossime elezioni.
Nel fine settimana scorso il cardinale è tornato a commentare la crisi che sta vivendo la comunità cristiana e l’istituzione stessa che egli rappresenta. In una riflessione pubblicata sul sito del patriarcato, il porporato ha sottolineato che “la Chiesa in Iraq deve preservare la sua libertà e la sua indipendenza”. Essa, prosegue, “deve difendere i cristiani dell’Iraq da quanti vogliono spogliarli dei loro diritti, opportunità, proprietà” e stravolgere persino “la demografia della piana di Ninive” in cui la maggioranza degli abitanti è cristiana. Inoltre, la Chiesa - osserva il primate - deve “difendere con forza la verità verso se stessa, il Paese e i suoi cristiani” che stanno diventando sempre più “anello debole” della catena, accettando “solo la verità” e lasciando da parte “le lusinghe”, perché “ingiustizie e persecutori prima o poi spariranno”.

Crisi di rappresentatività
Il patriarca caldeo, osserva Saad Salloum, è “il rappresentante dei cristiani” nella cosiddetta “House of Elders”, per questo l’attuale scontro non si limita “al ritiro del decreto” ma è un “messaggio negativo” dello Stato alle minoranze, “in primis ai cristiani”. “Alla base - prosegue - vi è una crisi nella rappresentatività dei cristiani stessi, della loro indipendenza come ha più volte sottolineato il patriarca”. Egli, aggiunge l’esperto, è anche il primo responsabile “della cura di tutte le Chiese presenti nel Paese, che sono 14. Pure i delegati cristiani in Parlamento [cinque secondo il sistema di ripartizione delle quote, ndr] devono guardare alle priorità di tutti, non solo di uno specifico gruppo di riferimento o di appartenenza”.
Vi sono sedicenti leader o movimenti cristiani, come le Brigate Babilonia e Rayan il Caldeo, che attaccano il card. Sako accusandolo di esercitare un ruolo e una funzione che è “politica”, mentre egli dovrebbe limitarsi “alle questioni di Chiesa”. Tuttavia, spiega Salloum - fresco vincitore, primo dal mondo musulmano, dello Zêd Foundation Award for Human Solidarity, riconoscimento assegnato a personalità distintesi nel campo della tutela dei diritti e delle libertà - proprio qui vi è il “fraintendimento di fondo”. Nella storia moderna il patriarca può essere paragonato all’ayatollah Ali al-Sistani nel mondo musulmano sciita: la “figura più alta in grado” che, pur tenendosi “distante da questioni politiche” non manca di intervenire “davanti a minacce all’identità del Paese, dei suoi valori, del sistema politico” pronunciando fatwa. “Ciononostante - aggiunge - nessuno si permette di criticare il ruolo di al-Sistani, perché parla a nome di tutti gli iracheni”. Prova ne è quanto avvenuto durante le proteste di piazza del 2019, quando si è schierato “col popolo contro leader politici corrotti e incapaci di perseguire gli interessi delle persone”.

Voce degli iracheni
Il porporato attraverso i suoi discorsi, i suoi interventi pubblici e le sue prese di posizione cerca di superare le divisioni e di unire i cristiani sotto una comune identità irachena, richiamando sfide che riguardano l’intera nazione. Come ha scritto lo stesso primate caldeo in passato, ricorda l’esperto citando alcuni passaggi di una sua analisi del passato, un patriarca “non cerca mai di essere un polo politico per i cristiani, ma è suo dovere come padre e patrono, e alla luce dell’attuale situazione politica, sociale e di sicurezza sulla scia di molteplici conflitti e dell’emergere dell’Isis, difendere oppressi, sfollati e poveri. Egli deve fare appello alla riconciliazione nazionale e a un partenariato efficace per costruire uno Stato con leggi eque e una patria completa e onnicomprensiva”.
“Il patriarca è la voce dei cristiani in Iraq” prosegue Saad Salloum, e si batte contro quanti ne “minacciano l’identità, il futuro, il ruolo che possono e devono ricoprire all’interno dello Stato. “Noi dobbiamo guardare al suo ruolo da questa prospettiva” e proprio in quest’ottica non hanno alcun valore, né fondamento, le critiche di “politicizzazione” che gli vengono mosse. Sia il card. Sako che al-Sistani “sono leader spirituali” con una “profonda influenza” sul piano politico per il loro “carisma” e il legame con la patria. “Entrambi - conclude - cercano di difendere i diritti delle persone. Il patriarca rappresenta tutti i cristiani, ma quando parla lo fa a nome di tutto il popolo iracheno ricordando che i cristiani stessi non sono minoranza, ma cittadini con eguali diritti”.

19 agosto 2023

The Church of Iraq Shouldn’t Lose its Prophetic Voice


Cardinal Louis Raphael Sako

The Church in Iraq must preserve its freedom and independence. The Church is entrusted to transmit the truth and defend it. Jesus says: “You will know the truth, and the truth will set you free” (John 8: 32). The path of truth is narrow, “the narrow gate” (Matthew 7: 13) that qualifies us to test the presence of Christ in our lives by living His teaching “the way and the truth and the life” (John 14: 6).
The clergyman must be a leader, not a “follower”, with enlightened mind, lively conscience and exemplary behavior. He should not deviate from the truth. The duties of the clergyman are to impersonate Jesus Christ, in helping others to follow their Lord and provide them a sound Christian spiritual education and good morals that protect them from being drawn towards evil. The clergyman should neither get along with wicked, nor praise the corrupted persons, or cover up for them.
Beware of those who kiss you from your forehead, it is the kiss of “traitor”, not the kiss of love, but rather aims to shackle you with a handful amount of illegal money to buy your will and integrity. He seeks to justify his corruption at the expense of the Church and the truth, especially that our voluntary and priceless service stems from our faith and love. The clergyman must rise spiritually in terms of faith, humane, and patriotic figure so as to be emulated rather than selling himself for money.
Since the clergyman represents the Church, he should make an effort to show its distinguished image, for the sake of citizens, particularly in Iraq, in such difficult circumstances amid the repetitive and unbearable crises.
The Church must defend Christians of Iraq against those who seize their rights, capabilities, properties, and changing the demography of Nineveh Plain (majority of its inhabitants are Christian).
Also, the Church must strongly defend the truth towards, itself, the country and the Christians, as they became the “weak link”. The Church should accept the truth only and never flatter anyone at the expense of the truth.
Injustice and persecutors will vanish sooner or later.
“I know your deeds… and I have tested those who say they are apostles and are not apostles, and you have found them to be liars” (Revelation 2/1-4).

18 agosto 2023

Patriarca Sako: dietro il ritiro del decreto ‘l’aspra lotta’ fra ‘caos e diritto’

By Asia News
16 agosto 2023

In Iraq è in atto “un’aspra lotta” fra quanti cercano di stabilire uno Stato sovrano fondato “sulle istituzioni, sul diritto e la giustizia” e quanti lottano “per perpetuare il caos e lo sfollamento” con il solo obiettivo di “rafforzare la propria influenza”. È l’atto di accusa lanciato alla vigilia della festa dell’Assunta dal patriarca di Baghdad dei caldei, il card. Louis Raphael Sako, nuovo capitolo della durissima battaglia della comunità cristiana che vede minacciata la sua stessa sopravvivenza.
Nelle scorse settimane il porporato ha trasferito (temporaneamente) la sede patriarcale dalla capitale irachena a Erbil, nel Kurdistan iracheno, in risposta all’annullamento da parte del presidente della Repubblica del decreto che ne riconosce ruolo e autorità. Una “prima volta” nella storia del Paese, come ha sottolineato lo stesso patriarca, che ha definito il ritiro del decreto un “assassinio morale” in risposta al quale i vertici caldei hanno trasferito la sede come atto di “protesta estrema”.
Una decisione a sorpresa quella del capo dello Stato Abdul Latif Rashid, che sconfessando una tradizione secolare finisce per colpire la massima autorità cattolica del Paese, la quale è responsabile anche della gestione del patrimonio e dei beni ecclesiastici. Ed è qui che ruota la questione di fondo: il controllo delle proprietà finite nel mirino del sedicente leader cristiano “Rayan il caldeo” e delle milizie filo-iraniane che lo sostengono (una galassia variegata che comprende sciiti, cristiani, sunniti, etc), minaccia per la pace e la convivenza per tutta la nazione. In risposta agli attacchi, il patriarca Sako ha anche ventilato il boicottaggio delle prossime elezioni.
Parlando dell’atto compiuto dal presidente, il patriarca Sako parla di “adulatori” che lo hanno spinto a credere di avere il potere di “revocare o modificare decreti”. In realtà, prosegue, “non vi è alcun riferimento nella Costituzione” a poteri di questa natura e, per questo, egli auspica che i futuri collaboratori vengano scelti “con cura e attenzione”, fra persone “leali e oneste, non opportunisti” che operano per dividere e alimentare scontro e confusione. 
Sottolineando di aver trovato in Erbil e nel Kurdistan iracheno un luogo “sicuro e dignitoso” per tutelare in prima battuta la stessa comunità cristiana, il porporato attacca “persone corrotte” che puntano al “denaro” e che provano “piacere” nell’affossare “diritti, libertà e dignità”.
La lotta del patriarca Sako contro il tentativo di indebolire, se non svuotare l’essenza stessa della presenza cristiana in Iraq giunge a nove anni dalla grande fuga della minoranza da Mosul e dalla piana di Ninive in direzione del Kurdistan iracheno per l’avanzata dello Stato islamico. Nell’agosto 2014 i jihadisti dell’Isis hanno conquistato gran parte del nord del Paese e costretto all’esodo, o alla schiavitù, centinaia di migliaia di persone per diffondere il loro credo a colpi di armi e decapitazioni. E proprio in questi giorni, dal racconto in prima persona di un giornalista di Mosul, è arrivata l’ulteriore conferma dell’uso di case e chiese cristiane espropriate dai miliziani in nome di Maometto come centri di detenzione e di tortura.
“Attualmente in Iraq lo Stato - prosegue il porporato nel j’accuse alle massime istituzioni - non è autorevole come dovrebbe essere, la giustizia e l’uguaglianza sono lontane dall’essere raggiunte. Questa situazione ha permesso ad alcune persone di prendere ciò che non è loro e alle ‘mafie’ di sminuire leggi e denaro pubblico”. Tutto ciò, sottolinea, sta portando “all’eliminazione di ciò che resta dell’identità irachena, della sua sovranità e dei suoi cristiani”. 
Il patriarca conclude definendo “sospetta” la decisione del presidente della Repubblica, il quale ipotizza un “accordo” fra il capo dello Stato e chi “lo ha usato per ritirare il mio decreto. Vi invito tutti a pregare - conclude - in questi giorni perché l’Iraq recuperi la sua integrità e perché gli iracheni recuperino la fiducia nella loro patria, nella sicurezza, nella libertà e nella dignità”.

Rappresentanti del Patriarcato di Mosca hanno partecipato alla consacrazione della cattedrale della Chiesa assira d'Oriente in Iraq

14 agosto 2023

Nei giorni 4-8 agosto 2023, ad Ankava, quartiere cristiano della città di Erbil (Regione autonoma curda, Iraq), si sono svolte le celebrazioni per l'apertura e consacrazione della nuova cattedrale della Chiesa assira d'Oriente, dedicata ai Santi Apostoli Tommaso, Taddeo e Mari, nonché della Residenza Centrale dei Catholicos-Patriarchi d'Assiria. 
Negli stessi giorni, nella capitale del Nord Iraq, si sta svolgendo il Primo Congresso mondiale dei giovani della Chiesa assira, che ha riunito diverse centinaia di partecipanti provenienti da tutto il mondo.
Su invito di Sua Santità il Catholicos-Patriarca della Chiesa assira d'Oriente Mar Awa III e con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill,* hanno preso parte alle celebrazioni il rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' presso il Patriarca d’Antiochia e tutto l’Oriente, l'archimandrita Filipp (Vasiltsev), l’officiale del Dipartimento sinodale per la gioventù, il diacono Yevgenij Yesaulenko e l’officiale del DECR, membro della Commissione per il dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa assira d'Oriente S. G. Alferov.
Il 5 agosto la delegazione ha partecipato all'inaugurazione del Complesso della Cattedrale Patriarcale. 
La cerimonia è stata presieduta da Sua Santità il Catholicos-Patriarca Mar Awa III e dal Capo del Governo della Regione Autonoma del Kurdistan N. Barzani.
Erano presenti membri del Sinodo e numerosi sacerdoti della Chiesa assira provenienti da tutto il mondo, rappresentanti dell'Amministrazione regionale curda e dei Consolati generali di Stati esteri operanti ad Erbil, delegati delle confessioni cristiane tradizionali e delle comunità musulmane del Nord Iraq, organizzazioni cattoliche internazionali - la Comunità di Sant'Egidio e la Fondazione Pro Oriente.
Il 6 agosto, i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa hanno partecipato alla consacrazione della cattedrale patriarcale. Il rito della consacrazione e la prima liturgia nella chiesa cattedrale sono stati celebrati da Sua Santità il Catholicos Mar Awa III, in concelebrazione con più di cento vescovi e chierici della Chiesa assira d'Oriente. Dopo la funzione, è stato dato un solenne ricevimento nella residenza del Patriarca.
Nello stesso giorno, il Primate della Chiesa assira ha tenuto alcuni incontri con i capi delle delegazioni estere giunte alle celebrazioni. A nome di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', l'archimandrita Filipp (Vasiltsev) ha salutato Sua Santità il Catholicos Mar Awa, presentando al capo spirituale dei cristiani assiri l'icona della Madre di Dio di Korsun come dono commemorativo.
Il 7 agosto, i membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa sono stati ricevuti separatamente da Sua Santità il Catholicos Mar Awa. All'incontro hanno partecipato anche il metropolita Mar Afrem Atneil, amministratore della diocesi siriana della Chiesa assira d'Oriente, il rappresentante della Chiesa assira in Russia, il corepiscopo Samano Odisho e il console generale della Federazione Russa a Erbil M. O. Rubin.
Il Primate della Chiesa assira d'Oriente ha salutato cordialmente la delegazione russa, rilevando il significato dei secolari rapporti fraterni tra il popolo russo e quello assiro e ringraziando Sua Santità il Patriarca Kirill per la cortese attenzione alla vita dei credenti assiri in Russia e altri Paesi della responsabilità canonica del Patriarcato di Mosca. Il Primate ha inoltre espresso apprezzamento per il lavoro della Commissione per il dialogo tra le due Chiese e le iniziative bilaterali messe in atto nel suo ambito.
Sua Santità il Catholicos Mar Awa ha anche espresso profonda preoccupazione per la situazione in Ucraina e per i sempre più numerosi fatti di discriminazione nei confronti del clero e dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina, compresi gli ultimi avvenimenti intorno alla Lavra delle Grotte di Kyiv e la condanna del metropolita Ionafan di Tulchinsk e Bratslav: “Le notizie che arrivano dalla terra ucraina ci addolorano. Insieme ai nostri fratelli arcipastori, clero e fedeli, abbiamo espresso, esprimiamo e continueremo a esprimere la più profonda e sentita solidarietà al mio amato Fratello Sua Santità il Patriarca Kirill, nonché al capo spirituale del popolo ortodosso ucraino, Sua Beatitudine il Metropolita Onufrij e a tutto il suo gregge fedele. Ogni giorno innalziamo fervide preghiere per la Chiesa ortodossa russa e lo Stato russo, affinché il generoso aiuto di Dio sia loro inviato in questo momento difficile e, probabilmente, fatidico della storia. Indubbiamente, lo spirito di odio e inimicizia, rivolto oggi contro tutto ciò che è russo e ortodosso, è opera del diavolo. Sì, lui è riuscito a commettere molte atrocità. Ma sappiamo e crediamo fermamente che non avrà l'ultima parola”, ha osservato, in particolare, il Catholicos-Patriarca della Chiesa assira d'Oriente.
In risposta, l'archimandrita Filipp ha espresso profonda gratitudine a Sua Santità il Catholicos Mar Awa per la sua sincera comprensione della posizione del Patriarcato di Mosca in relazione alla situazione in Ucraina, nonché per le sue ripetute dichiarazioni pubbliche contro l'introduzione di misure discriminatorie contro la Chiesa ortodossa russa e la Russia: “Mi permetta di testimoniare a Sua Santità la sincera gratitudine di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill e la pienezza della nostra Chiesa multimilionaria. Apprezziamo molto il Suo sostegno fraterno, la nostra meravigliosa unanimità con voi. Dio benedica il popolo assiro cristiano. Grazie a questa nuova magnifica cattedrale, eretta nella terra biblica della Mesopotamia, ha ottenuto un grande santuario salvifico. Tanti e buoni anni a Lei e a tutto il Suo gregge!”.
Di seguito, sono state discusse numerose questioni di reciproco interesse, tra cui le prospettive di intensificazione della cooperazione bilaterale ai margini delle principali piattaforme internazionali.
Al termine dell'udienza, i partecipanti si sono scambiati doni commemorativi.
Durante la permanenza ad Erbil, la delegazione della Chiesa ortodossa russa ha avuto colloqui con alcuni dei partecipanti alle celebrazioni, nonché alcuni incontri di lavoro con i vertici del Consolato Generale della Federazione Russa. Su invito del metropolita Ghattas del Kuwait e di Baghdad (Chiesa ortodossa di Antiochia), l'archimandrita Filipp e i suoi accompagnatori hanno anche visitato la parrocchia del Patriarcato di Antiochia operante nella capitale della Regione autonoma curda, dove hanno incontrato il rettore, l'arciprete Abdo Najim.

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La costruzione del complesso della cattedrale è iniziata nell'autunno del 2015 con la benedizione di Sua Santità il Catholicos-Patriarca Mar Gevargis III (ora Catholicos-Patriarca emerito), il quale ha preso la storica decisione di riportare la Sede dei Primi Gerarchi Assiri alla loro terra ancestrale .
La predicazione cristiana nell'antica terra della Mesopotamia ebbe origine e si sviluppò dal tempo dei santi apostoli Tommaso, Taddeo e Mari, ai quali due millenni dopo è dedicato il nuovo tempio principale della Chiesa assira d'Oriente.
I lavori di costruzione sono stati completati nel settembre 2021, contemporaneamente all'intronizzazione dell'attuale capo dei cristiani assiri, Sua Santità il Catholicos-Patriarca Mar Awa III. L'area totale della residenza patriarcale centrale supera 4 ettari. Attualmente sul suo territorio sono in corso lavori di costruzione degli edifici dei dipartimenti sinodali e diocesani della Chiesa assira d'Oriente, nonché del suo futuro seminario teologico principale e del Centro di pellegrinaggio.
Il terreno e una parte significativa delle risorse finanziarie per la costruzione della residenza sono stati assegnati al Patriarcato assiro dal governo della Regione autonoma curda.

* Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill