Fonte: Radiovaticana
By Giancarlo La Vella
Si aggrava la situazione dei cristiani in Iraq colpiti da continue violenze e costretti ad emigrare in condizioni di grave emergenza. La situazione è stata presa seriamente in considerazione dalle Nazioni Unite, che, attraverso l’Alto Commissariato per i Rifugiati (ACNUR), ha lanciato un piano di aiuti per oltre 2.200 famiglie, in totale circa 13 mila persone, fuggite dalla zona di Mosul.
Sull’entità di questa crisi umanitaria Giancarlo La Vella ha sentito Laura Boldrini dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati:
"Essendo sul territorio, i team dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati hanno potuto rilevare questa fuga che è iniziata ad ottobre, quando le famiglie cristiane hanno cominciato a partire a seguito di minacce e intimidazioni che avevano ricevuto. Si tratta di persone molto impaurite, che si sono spostate principalmente all’interno del Nord dell’Iraq, dove hanno parenti e amici che possono ospitarle. Quindi, è uno spostamento decisamente vasto: parliamo di circa 13 mila persone, ovvero la metà della comunità cristiana presente a Mosul, partita verso altri governatorati e, in parte, anche verso la Siria."
Tra l’altro, spostarsi non vuol dire raggiungere la piena sicurezza. Si può parlare di qualcosa di molto simile ad una vera e propria pulizia etnica?
"Quello che sta avvenendo in Iraq, purtroppo, è una situazione di tutti contro tutti. Io ho viaggiato in Siria: il flusso di persone che entrava era un flusso composto da sciiti, sunniti, cristiani, persone che comunque erano state vittime dirette o indirette di violenza. Quindi, è una situazione in cui c’è un caos generalizzato, in cui non si capisce chi è il nemico. E' una situazione che ha colpito principalmente i civili; le famiglie sono state separate. Ora, appunto, questa ondata di violenza si sta abbattendo anche sulla comunità cristiana, che già da prima si era spostata e aveva ricevuto minacce. Oggi sembra che questa emergenza sia particolarmente feroce e costringa migliaia di persone a cercare rifugio altrove."
In che cosa consiste il piano di aiuti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati?
"Offrire alloggio a chi non è ospitato presso le famiglie o presso gli amici; fornire carburante, perché comincia ad avvicinarsi la stagione rigida e quindi è importante avere combustibile per il riscaldamento; fornire aiuti non alimentari, come coperte, materassi e anche fornire assistenza legale, perché poi in questa situazione c’è anche la difficoltà di non poter avere la proprietà rispettata. Andando via, spesso altri si impossessano dei beni materiali e anche delle abitazioni. E allora è importante, in questo caso, fornire assistenza legale."