"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

27 giugno 2006

Chiusura dell'anno accademico del Babel College di Baghdad

Ieri, 26 giugno 2006, alla presenza di varie personalità religiose irachene si è svolta al cerimonia di chiusura dell’anno accademico 2005/2006 dell’unica facoltà teologica cristiana in Iraq, il Babel College di Baghdad.
Nella chiesa Siro cattolica di Mar Benham a Baghdad, 15 studenti, tra cui una donna, hanno ricevuto il diploma di laurea in Teologia, e 16 altri studenti hanno terminato il corso triennale di preparazione alla catechesi dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. La cerimonia, una parte della quale è stata anche trasmessa in diretta da una TV locale cristiana, Ashour TV, è stata presenziata dal Patriarca della Chiesa Cattolica Caldea, Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, dai suoi Vescovi Ausiliari, Mgr. Jacques Isaac, Mgr. Andraous Abouna e Mgr Shleimun Warduni, e dal Vescovo Siro Cattolico di Baghdad, Mgr. Matti Athanase Matoka.

Il commento alla cerimonia è di Monsignor Jacques Isaac, Rettore del Babel College:
“Nonostante la situazione raccogliamo i frutti del lavoro svolto alla facoltà, un lavoro di comunione tra studenti di diverse chiese che compiono un percorso di fede e di studi comuni necessario per loro per servire la chiesa di Gesù nel suo insieme.”

10 giugno 2006

Vita a Baghdad. Ma... è vita? E morì con un felafel in mano.

Si aggiorna di ora in ora la lista delle proibizioni cui i cittadini di Baghdad devono adeguarsi:
Vietato indossare capi di vestiario con scritte in inglese
Vietato vendere/acquistare maionese (l'accusa è che sia fabbricata in Israele)
Vietato alle donne viaggiare con mezzi pubblici dove ci siano uomini (visto che è già vietato loro di guidare, e che difficilmente nel caos iracheno sarà possibile organizzare trasporti pubblici separati, le donne potranno andare a piedi o rimanere in casa)
Vietato vendere felafel -polpettine di ceci o fave- (ai venditori di felafel sono stati dati 14 giorni di tempo per smettere di vendere il popolare ed economico cibo ed eventualmente "convertire" la priopria azienda - di solito un misero carrettino. La ragione data ad uno di questi venditori è che le felafel non esistevano ai tempi del Profeta Maometto, ma altre ipotesi riguardano la presenza della stessa ricetta nella cucina ebraica)

9 giugno 2006

Vita a Baghdad. Ma... è vita?

Parlo al telefono con un amico che vive a Baghdad. Mi sta raccontando le ultime novità. Se non fosse che so che non sta inventando e che a provarlo ci sono altre testimonianze simili, non crederei alle mie orecchie. Da tempo, ai problemi di una realtà assurda che insanguina Baghdad giornalmente molto più di quanto i nostri media ci dicono, se ne sono aggiunti altri che riguardano i comportamenti che la popolazione deve tenere, e che ben sono riportati da uno dei blogger iracheni. Secondo Zeyad, questo il nome del blogger, quelli che lui definisce "islamisti radicali" hanno ormai preso il controllo, totale o quasi, di molti quartieri di Baghdad in cui sono stati distribuiti dei volantini riportanti i codici di comportamento da tenere. I volantini però non sono uguali da quartiere a quartiere, e mentre in quelli di Ghazaliya ed Adhamiya contengono molte direttive, in altri alcune sono mancanti, una situazione che rende la cosa ancor più surreale, se possibile. Come regolarsi?
Proviamo ad immaginare di vivere con queste regole: se siamo donne dovremo adeguarci ad usare il velo che copre il capo ogni volta che usciamo di casa, e questo anche se, come cristiane, questa pratica non è nelle nostre tradizioni. Non potremo guidare e meno che mai usare il cellulare in pubblico, una pratica considerata disdicevole. Se siamo uomini saremo obbligati ad indossare pantaloni lunghi a patto che non siano blue jeans, a non tagliarci la barba, a non portare il "pizzetto," a non mettere il gel sui capelli, a non portare collanine nè camicie troppo colorate. A questi divieti/imposizioni che riguardano separatamente i due sessi, si aggiungono quelli che riguardano tutti, alcuni dei quali di difficile interpretazione: è vietato vendere ghiaccio, sigarette per strada, prodotti di origine iraniana, giornali, Cd e DVD. Gli spazzini non possono raccogliere la spazzatura in alcune aree, ed in alcune altre è proibito possedere un generatore elettrico. I macellai non possono macellare in particolari date legate ad anniversari religiosi e, come poteva mancare? gli Internet Cafè sono minacciati. Zeyad fa notare di non essere stato in grado di trovare uno di questi volantini di "istruzioni" ma che, anche se si trattasse della classica "leggenda metropolitana," gli assassinii legati al non rispetto delle regole sono reali, e comunque nel dubbio è più prudente adeguarsi alle nuove regole. Molte volte, infatti, la paura è peggiore della realtà. Mi viene da pensare alla faccenda dei telefoni sotto controllo nell'Iraq di Saddam Hussein. Fino alla caduta del regime non c'era iracheno che non si dicesse o non fosse sicuro di avere il telefono sotto controllo, e questo portava a delle conversazioni bizarre fatte di frasi in codice e di prontezza nel raccogliere o nel dare l'informazione voluta ma camuffata. Ebbene, per quanto il controllo del regime fosse effettivamente diffuso, non penso che si potesse arrivare ad un controllo "effettivo" di "tutti" i telefoni del paese, e d'altro canto non sarebbe stato necessario: la paura creava una sorta di "autocensura" che garantiva il massimo del risultato con il minimo investimento. Ma torniamo alle regole ed alla mia conversazione con l'amico di Baghdad.
"Vuoi sapere l'ultima regola?"
"Dai, dimmi"
"Non si può portare la ruota di scorta in macchina"
Perché? Chiedo, dandomi mentalmente la risposta che riguarda la possibilità di nascondervi dell'esplosivo.
"Perché se porti la ruota di scorta dimostri di non aver abbastanza fiducia in Dio. Se ne avessi sapresti che se sarà volere di Dio tu non ne avrai bisogno"
"??????????????"
"E poi qualcuno da anche un'altra spiegazione?"
"??????????????"
"Non puoi portare la ruota di scorta perchè l'aria in essa contenuta non è tua, ma di Dio"
"E l'aria che è dentro le altre quattro ruote di chi è?"
Risata. "E chi lo sa?"
Questa è la vita a Baghdad, ma... è vita?
A questo proposito voglio citare altri due scampoli di conversazione esplicativi di una situazione che difficilmente si riesce persino solo ad immaginare, e che ha diffuso tra gli iracheni fatalismo, saggezza, rassegnazione ed anche una sorta di umorismo nero utile alla sopravvivenza mentale.
Si parlava della dose di violenza quotidiana:
Io: non so proprio come facciate a vivere..
Risposta: e chi ti dice che siamo vivi?
Si parlava della cronica mancanza di elettricità in una città in cui ormai di giorno ci sono 50 gradi centigradi:
Io: se solo fosse possibile installare dei pannelli solari non dovreste più dipendere da nessuno con il sole che avete...
Risposta: se avessimo i pannelli solari qualcuno farebbe saltare in aria il sole con una bomba!

1 giugno 2006

Nessun danno alla chiesa dell'Ascensione di Baghdad

Ulteriori notizie hanno confermato che l'esplosione avvenuta in vicinanza della chiesa dell'Ascensione a Baghdad sarebbe stata causata da un razzo esploso contro il muro esterno che però ha retto all'impatto evitando danni a cose e persone.

Ennesima esplosione a Baghdad vicino ad una chiesa caldea

Sono ancora frammentarie le notizie che arrivano da Baghdad a proposito di una esplosione che stasera ha colpito la casa canonica attigua alla chiesa dell'Ascensione, nel quartiere orientale di Mashtal. La chiesa non parrebbe aver riportato danni e non ci sono per ora notizie di morti o feriti.