Fonte: SIR
Le violenze che hanno segnato in questi giorni Mosul, con la morte di 6 cristiani, tra cui un commerciante disabile, hanno spinto oggi mons. Louis Sako a lanciare un appello, in qualità di presidente della Commissione per il dialogo interreligioso dei vescovi iracheni, agli abitanti della città. “Mosul – si legge nel testo giunto al Sir – è un esempio di civiltà e di coesistenza per questo i suoi nobili abitanti non dovrebbero consentire che tali atti violino i diritti dei suoi pacifici abitanti. Siamo davanti alla violazione dell’unità nazionale che richiede a tutti di essere vicini specialmente in queste circostanze che vedono il nostro Paese sotto occupazione”.
“I cristiani iracheni – ricorda mons. Sako – non vogliono altro che una vita decente e pacifica, vogliono cooperare con tutti per costruire la stabilità per il bene della loro nazione così come hanno fatto sempre lungo la loro storia. Chiediamo a tutti gli uomini di buona volontà – conclude l’appello - di condannare questi attacchi e di preservare la presenza cristiana in questa storica città”.
L’appello di mons. Sako segue quello lanciato, sempre oggi, dal procuratore caldeo presso la Santa Sede, padre Philip Najim che parla di “omicidi mirati” di cristiani a Mosul e di comunità terrorizzate e costrette alla fuga.