"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

29 settembre 2008

I leaders religiosi ed il popolo condannano la revoca dell'articolo 50

By Baghdadhope
Foto by Ankawa.com

Come prevedibile alla condanna della revoca dell'articolo 50 espressa dal Patriarca caldeo, il Cardinale Mar Emmanuel III Delly si è unita quella di altri capi religiosi iracheni come il Patriarca dell'Antica Chiesa dell'Est, Mar Addai II, Mons. Toma I. Kurkis, vescovo di Nineveh della stessa chiesa e Mons. Luis Sako, vescovo caldeo di Kirkuk che, in una lettera al
SIR ha invocato il rispetto per la Carta delle Nazioni Unite ed ha spiegato come la revoca dell’articolo 50 potrebbe spingere altri cristiani a lasciare l’Iraq. Una lettera è stata inviata al presidente dell’Iraq, Jalal Talabani ed al presidente del parlamento iracheno, Mahmoud Al Mashadani, da Mar Meelis Zaia, Segretario del Sinodo delle Chiesa Assira dell’Est a nome del suo patriarca Mar Dinkha IV che, secondo coloro che lo difendono dall’accusa di non aver risposto prontamente alla situazione, si starebbe riprendendo dopo il lungo viaggio in Europa terminato a metà mese. A Jalal Talabani è stata indirizzata anche una lettera da parte del Consiglio dei Capi Cristiani di Baghdad firmata da Mar Gewargis Sliwa, vescovo di Baghdad della Chiesa Assira dell’Est a nome di tutti i membri del consiglio inclusi i prelati caldei che si trovavano ad Ankawa per l’inaugurazione del nuovo edificio del seminario maggiore.
Per quanto riguarda la politica l'atto del parlamento è stato condannato in diversi villaggi cristiani come Al Qosh e Bakhdida dove la gente ha sfilato portando degli striscioni con su scritto "no alla dittatura" e dall'ambasciatore iracheno presso la Santa Sede, Albert Yelda, che ha affermato di voler incontrare il Papa per spiegargli la situazione ed i suoi possibili effetti sulla comunità cristiana. “Disappunto” è stato espresso da Barmah Salih, Vice primo ministro iracheno e da Nouri Al Maliki, il Primo Ministro, mentre “preoccupato per il destino delle minoranze irachene” ha dichiarato essere Barak Obama, il candidato presidenziale democratico alle prossime elezioni negli States in una lettera la Segretario di Stato Condoleeza Rice.
Secondo quanto pubblicato oggi da
Al-Sabah, una fonte ufficiale del Parliament Presidency Committee avrebbe attribuito la cancellazione dell’articolo 50 non alla volontà da parte del parlamento di negare i diritti delle minoranze ma alla mancanza di dati statistici su di esse.
Dati che, peraltro, sarebbe difficile raccogliere nei confronti dell'intera popolazione irachena visto che l'ultimo censimento risale al 1987.

Non si è certi che queste voci possano cambiare la decisone del parlamento iracheno, certamente però senza di esse l'abrogazione dell'articolo 50 sarebbe passata inosservata.

Lettera del Patriarca caldeo al governo iracheno