Fonte: SIR
“Una divisione etnico-confessionale dell’Iraq non ha senso. I cristiani sono dappertutto in Iraq come lo sono i sunniti e gli sciiti. Perché dividere il nostro Paese?”. È quanto ha dichiarato al SIR il patriarca caldeo di Baghdad, Mar Emmanuel III Delly in merito alla proposta di creare una enclave cristiana nella Piana di Niniveh, ai confini con il Kurdistan, per permettere ai cristiani perseguitati di vivere in sicurezza. “Siamo contrari ad ogni divisione confessionale dell’Iraq”, ha affermato il patriarca, che ha affidato la sua dichiarazione al procuratore caldeo presso la Santa Sede, padre Philip Najim. “Non possiamo negare delle difficoltà: ci sono cristiani in fuga nel Nord. Bisogna aiutarli e dare loro i mezzi necessari per vivere, in attesa che, un giorno, possano rientrare nelle loro case, riprendersi le loro terre e proprietà che hanno dovuto lasciare. È un diritto fondamentale che ogni Stato deve assicurare ai propri cittadini”.
“Una divisione etnico-confessionale dell’Iraq non ha senso. I cristiani sono dappertutto in Iraq come lo sono i sunniti e gli sciiti. Perché dividere il nostro Paese?”. È quanto ha dichiarato al SIR il patriarca caldeo di Baghdad, Mar Emmanuel III Delly in merito alla proposta di creare una enclave cristiana nella Piana di Niniveh, ai confini con il Kurdistan, per permettere ai cristiani perseguitati di vivere in sicurezza. “Siamo contrari ad ogni divisione confessionale dell’Iraq”, ha affermato il patriarca, che ha affidato la sua dichiarazione al procuratore caldeo presso la Santa Sede, padre Philip Najim. “Non possiamo negare delle difficoltà: ci sono cristiani in fuga nel Nord. Bisogna aiutarli e dare loro i mezzi necessari per vivere, in attesa che, un giorno, possano rientrare nelle loro case, riprendersi le loro terre e proprietà che hanno dovuto lasciare. È un diritto fondamentale che ogni Stato deve assicurare ai propri cittadini”.
Mar Delly ha poi aggiunto: “Se ci sono dei villaggi completamente cristiani desideriamo che siano governati da un’amministrazione cristiana. L’Iraq – ha ribadito - è sempre stato aperto ed è quindi inutile creare divisione. Avevamo cristiani ovunque in Iraq e abbiamo relazioni ed amicizie durature con tutti cui non vogliamo rinunciare. Gli iracheni sono sempre stati un popolo unito”. Nessun dialogo, invece, con i terroristi perché “usano la religione per i loro scopi arrecando solo danno all’Islam che confessa l’immagine di Dio onnipotente. Chiediamo ai capi musulmani di protestare contro questo il fondamentalismo e il terrorismo che danneggiano l’immagine dell’Islam”. Il Patriarca Delly in questi giorni è a Roma per partecipare in Vaticano all’incontro della Roaco (Riunione opere aiuto chiese orientali) e questa sera presiederà una preghiera per i cristiani in Iraq, promossa dalla Comunità di sant’Egidio (ore 20.30) nella basilica di S.Maria in Trastevere.