Fonte: ZENIT
Questo giovedì Papa Benedetto XVI ha ricevuto il Catholicos Patriarca Mar Dinkha IV, leader della Chiesa assira dell’Est. Il Patriarca ha incontrato anche il Cardinale Walter Kasper presso gli uffici del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. In questa occasione, il porporato tedesco ha risposto ad alcune domande.
Eminenza, si sente raramente parlare della Chiesa assira dell’Est. Può spiegare qualcosa sulla situazione passata e presente di questa Chiesa particolare?
"La Chiesa assira dell’Est è una delle più piccole Chiese orientali, almeno per numero di fedeli. Le sue radici storiche affondano nell’attività missionaria della Chiesa primitiva, quando si è mossa verso Est, in direzione della Mesopotamia e di Babilonia, fuori dall’Impero Romano. Attualmente, da un punto di vista geografico si può dire che l’Iraq è la patria d’origine della maggior parte dei fedeli assiri. Più di recente, a causa di successivi periodi di persecuzione e avversità, la gran parte dei fedeli assiri è emigrata in Occidente. Al giorno d’oggi, la Chiesa assira ha diocesi in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. Il Patriarca stesso ha la sua residenza a Chicago. Come altre Chiese in e del Medio Oriente, la Chiesa assira dell’Est affronta molte sfide. C’è la drammatica situazione in Iraq, dove i cristiani che appartengono a varie Chiese vedono la propria esistenza seriamente minacciata. I fedeli assiri sono anche dispersi in varie parti del mondo, e questo non permette che i loro sacerdoti assicurino un servizio pastorale ovunque. Papa Benedetto XVI ha menzionato alcune di queste sfide nel suo discorso al Patriarca Mar Dinkha. Ha anche insistito sulla necessità e sulla possibilità di un’ulteriore cooperazione tra fedeli cattolici e assiri, dove vivono assieme."
Nel suo discorso al Patriarca Mar Dinkha IV, il Papa si è anche riferito ai risultati positivi del dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est. Come si sono sviluppati questi rapporti tra le due Chiese?
"Nel 1994 un’importante Dichiarazione Cristologica è stata firmata da Papa Giovanni Paolo II e dal Patriarca Mar Dinkha IV. Questa Dichiarazione ha chiarito alcune controversie dottrinali tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est, controversie che risalgono al Concilio di Efeso (431). In quel tempo, la Chiesa dell’Est non poteva accettare il concetto cattolico di incarnazione e quindi rifiutava anche il titolo della Vergine Maria di “Theotokos”, “Madre di Dio”.In quel periodo di sviluppo dottrinale, la terminologia siriaca e greca non articolava gli stessi concetti con gli stessi termini. Oggi, ad ogni modo, i cattolici e gli assiri riconoscono reciprocamente di condividere la stessa fede in Gesù Cristo “vero Dio e vero uomo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità”.La firma di questa Dichiarazione Cristologica ha portato alla creazione di una Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est. Questa Commissione si è incontrata ogni anno dal 1994 al 2004 e ha svolto un lavoro lodevole. In questo periodo la Commissione ha trattato principalmente questioni relative alla celebrazione dei sacramenti. Tra quelle più importanti del dialogo, desidero menzionare il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica della validità dell’Anafora di Addai e Mari e la preparazione di un documento sulla vita sacramentale, documento pronto per l’approvazione ufficiale.A mio avviso, comunque, questi importanti risultati non hanno ancora ricevuto l’attenzione e la risposta che meritano. Non è una questione di firmare documenti, ma che ciò che viene approvato sia genuinamente accettato nella comunità."
Cos’è accaduto al dialogo dopo il 2004? A quali paure e ostacoli si riferisce Benedetto XVI nel suo discorso al Patriarca?
"Nel 2005 la Chiesa assira ha deciso inaspettatamente di sospendere il dialogo e non ha firmato il documento che era stato preparato sulla vita sacramentale. Durante un incontro nel novembre 2005, inoltre, il Sinodo della Chiesa assira ha deciso di sospendere uno dei suoi membri, un Vescovo, che era stato tra gli architetti del dialogo con la Chiesa cattolica e aveva dato un significativo contributo al suo progresso.La Chiesa cattolica non può intervenire negli affari interni di un’altra Chiesa, ma si rattrista profondamente per questo sfortunato sviluppo. Nessuno viene aiutato da ulteriori divisioni in una comunità che già affronta tante sfide, come ho detto prima.Queste ulteriori divisioni causano anche difficoltà al nostro dialogo ecumenico, visto che sono usate impropriamente da alcuni media assiri per gettare dubbi sulla Chiesa cattolica e le sue vere intenzioni nei confronti della Chiesa assira; tali polemiche dovrebbero essere eliminate.Speriamo e preghiamo che sia possibile superare questi problemi. La serenità dovrebbe ritornare e alla fine permettere alla Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico di riprendere le sue attività.E’ questo il senso dell’appello di Papa Benedetto XVI al Patriarca Mar Dinkha IV e a tutti coloro che sono interessati, perché possiamo trovare insieme la soluzione migliore."
Eminenza, cosa si aspetta dalla visita del Patriarca Mar Dinkha IV per il futuro delle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira?
"Subito dopo l’elezione di Papa Benedetto XVI, il Catholicos Mar Dinkha IV ha espresso il desiderio di venire e salutare il nuovo Papa. Questo può essere un segno di speranza per il futuro delle nostre relazioni. Oltre a questo, ho tre aspettative. In primo luogo, che da parte dei fedeli cattolici e assiri si faccia più attenzione alle difficoltà incontrate dai loro fratelli e dalle loro sorelle in Medio Oriente e in particolare in Iraq; queste difficoltà toccano direttamente la vita dei cristiani e delle loro famiglie, e chiedono l’attenzione e la buona volontà di chiunque.In secondo luogo, che i risultati del nostro dialogo possano essere spiegati e ricevuti meglio, per permettere ai fedeli cattolici e assiri di comprendersi e aiutarsi meglio.Infine, che tra fedeli cattolici e assiri possano essere sviluppate forme più efficaci di testimonianza comune e attività pastorali congiunte, soprattutto in Occidente, dove i cristiani di ogni denominazione affrontano le stesse sfide pastorali.Cosa possiamo fare insieme così che le giovani generazioni siano felici di appartenere alla Chiesa e di dare testimonianza della loro fede in Cristo? Sono queste le domande che vorrei vedere al centro dei nostri incontri futuri, anche con la Chiesa assira dell’Est."
Eminenza, lei ha incontrato il Patriarca e i Vescovi che l’hanno accompagnato. Ci sono stati altri impegni o progetti?
Eminenza, si sente raramente parlare della Chiesa assira dell’Est. Può spiegare qualcosa sulla situazione passata e presente di questa Chiesa particolare?
"La Chiesa assira dell’Est è una delle più piccole Chiese orientali, almeno per numero di fedeli. Le sue radici storiche affondano nell’attività missionaria della Chiesa primitiva, quando si è mossa verso Est, in direzione della Mesopotamia e di Babilonia, fuori dall’Impero Romano. Attualmente, da un punto di vista geografico si può dire che l’Iraq è la patria d’origine della maggior parte dei fedeli assiri. Più di recente, a causa di successivi periodi di persecuzione e avversità, la gran parte dei fedeli assiri è emigrata in Occidente. Al giorno d’oggi, la Chiesa assira ha diocesi in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. Il Patriarca stesso ha la sua residenza a Chicago. Come altre Chiese in e del Medio Oriente, la Chiesa assira dell’Est affronta molte sfide. C’è la drammatica situazione in Iraq, dove i cristiani che appartengono a varie Chiese vedono la propria esistenza seriamente minacciata. I fedeli assiri sono anche dispersi in varie parti del mondo, e questo non permette che i loro sacerdoti assicurino un servizio pastorale ovunque. Papa Benedetto XVI ha menzionato alcune di queste sfide nel suo discorso al Patriarca Mar Dinkha. Ha anche insistito sulla necessità e sulla possibilità di un’ulteriore cooperazione tra fedeli cattolici e assiri, dove vivono assieme."
Nel suo discorso al Patriarca Mar Dinkha IV, il Papa si è anche riferito ai risultati positivi del dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est. Come si sono sviluppati questi rapporti tra le due Chiese?
"Nel 1994 un’importante Dichiarazione Cristologica è stata firmata da Papa Giovanni Paolo II e dal Patriarca Mar Dinkha IV. Questa Dichiarazione ha chiarito alcune controversie dottrinali tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est, controversie che risalgono al Concilio di Efeso (431). In quel tempo, la Chiesa dell’Est non poteva accettare il concetto cattolico di incarnazione e quindi rifiutava anche il titolo della Vergine Maria di “Theotokos”, “Madre di Dio”.In quel periodo di sviluppo dottrinale, la terminologia siriaca e greca non articolava gli stessi concetti con gli stessi termini. Oggi, ad ogni modo, i cattolici e gli assiri riconoscono reciprocamente di condividere la stessa fede in Gesù Cristo “vero Dio e vero uomo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità”.La firma di questa Dichiarazione Cristologica ha portato alla creazione di una Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est. Questa Commissione si è incontrata ogni anno dal 1994 al 2004 e ha svolto un lavoro lodevole. In questo periodo la Commissione ha trattato principalmente questioni relative alla celebrazione dei sacramenti. Tra quelle più importanti del dialogo, desidero menzionare il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica della validità dell’Anafora di Addai e Mari e la preparazione di un documento sulla vita sacramentale, documento pronto per l’approvazione ufficiale.A mio avviso, comunque, questi importanti risultati non hanno ancora ricevuto l’attenzione e la risposta che meritano. Non è una questione di firmare documenti, ma che ciò che viene approvato sia genuinamente accettato nella comunità."
Cos’è accaduto al dialogo dopo il 2004? A quali paure e ostacoli si riferisce Benedetto XVI nel suo discorso al Patriarca?
"Nel 2005 la Chiesa assira ha deciso inaspettatamente di sospendere il dialogo e non ha firmato il documento che era stato preparato sulla vita sacramentale. Durante un incontro nel novembre 2005, inoltre, il Sinodo della Chiesa assira ha deciso di sospendere uno dei suoi membri, un Vescovo, che era stato tra gli architetti del dialogo con la Chiesa cattolica e aveva dato un significativo contributo al suo progresso.La Chiesa cattolica non può intervenire negli affari interni di un’altra Chiesa, ma si rattrista profondamente per questo sfortunato sviluppo. Nessuno viene aiutato da ulteriori divisioni in una comunità che già affronta tante sfide, come ho detto prima.Queste ulteriori divisioni causano anche difficoltà al nostro dialogo ecumenico, visto che sono usate impropriamente da alcuni media assiri per gettare dubbi sulla Chiesa cattolica e le sue vere intenzioni nei confronti della Chiesa assira; tali polemiche dovrebbero essere eliminate.Speriamo e preghiamo che sia possibile superare questi problemi. La serenità dovrebbe ritornare e alla fine permettere alla Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico di riprendere le sue attività.E’ questo il senso dell’appello di Papa Benedetto XVI al Patriarca Mar Dinkha IV e a tutti coloro che sono interessati, perché possiamo trovare insieme la soluzione migliore."
Eminenza, cosa si aspetta dalla visita del Patriarca Mar Dinkha IV per il futuro delle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira?
"Subito dopo l’elezione di Papa Benedetto XVI, il Catholicos Mar Dinkha IV ha espresso il desiderio di venire e salutare il nuovo Papa. Questo può essere un segno di speranza per il futuro delle nostre relazioni. Oltre a questo, ho tre aspettative. In primo luogo, che da parte dei fedeli cattolici e assiri si faccia più attenzione alle difficoltà incontrate dai loro fratelli e dalle loro sorelle in Medio Oriente e in particolare in Iraq; queste difficoltà toccano direttamente la vita dei cristiani e delle loro famiglie, e chiedono l’attenzione e la buona volontà di chiunque.In secondo luogo, che i risultati del nostro dialogo possano essere spiegati e ricevuti meglio, per permettere ai fedeli cattolici e assiri di comprendersi e aiutarsi meglio.Infine, che tra fedeli cattolici e assiri possano essere sviluppate forme più efficaci di testimonianza comune e attività pastorali congiunte, soprattutto in Occidente, dove i cristiani di ogni denominazione affrontano le stesse sfide pastorali.Cosa possiamo fare insieme così che le giovani generazioni siano felici di appartenere alla Chiesa e di dare testimonianza della loro fede in Cristo? Sono queste le domande che vorrei vedere al centro dei nostri incontri futuri, anche con la Chiesa assira dell’Est."
Eminenza, lei ha incontrato il Patriarca e i Vescovi che l’hanno accompagnato. Ci sono stati altri impegni o progetti?
"Durante il nostro incontro, ho insistito sulla necessità di promuovere un rapporto serio e onesto. Ho anche espresso la speranza che attraverso decisioni giuste e prudenti sia possibile evitare ulteriori divisioni nella Chiesa assira.E’ emerso chiaramente che un contatto più frequente tra il Patriarca e il Sinodo della Chiesa assira e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani sarebbe utile.Abbiamo quindi deciso di preparare una terza fase del nostro dialogo teologico congiunto. In questo modo, spero, potrà essere dato un nuovo impulso ai rapporti tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Est."