Fonte: Compass Direct News
Tradotto ed adattato da Baghdadhope
Un sacerdote afferma che gli studenti universitari ed i docenti sono bersaglio a causa della loro fede e del denaro.
Gli studenti universitari ed i docenti cristiani rapiti due giorni fa mentre tornavano a casa dopo aver sostenuto gli esami presso l’università di Mosul sono stati rilasciati oggi secondo quanto riportato da un canale satellitare televisivo iracheno
Secondo Ishtar TV i due docenti ed i sei studenti del villaggio di Qaraqosh, dove la popolazion è prevalentemente siro cattolica, sono stati rilasciati oggi a Mosul verso mezzogiorno.
“Abbiamo avuto la bella notizia del rilascio degli otto rapiti e la gente qui è molto felice” ha dichiarato a Compass un sacerdote di Qaraqosh che ha anche chiesto che i nomi dei sequestrati non venissero pubblicati per ragioni di sicurezza. (Alcune fonti hanno rivelato i nomi dei sequestrati, Baghdadhope rifiuta di riportarli per rispetto della volontà del sacerdote di Qaraqosh: la sicurezza delle persone è più importante di una lista di nomi!)
Secondo fonti locali le famiglie hanno trovato i rapiti in una località sconosciuta di Mosul verso l’una del pomeriggio dopo che un loro rappresentante aveva pagato il riscatto nelle prime ore del mattino.
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Secondo un sacerdote le famiglie hanno pagato 250.000 $ per il rilascio degli otto rapiti, un docente e sette studenti molti dei quali studiano per la specializzazione post-laurea.
Il rapimento ha messo in luce la vulnerabilità delle minoranze religiose in Iraq che, senza milizie proprie, sono spesso bersaglio di gruppi armati.
“Sono stati rapiti per denaro, ed anche perché cristiani” ha dichiarato il sacerdote di Qaraqosh aggiungendo che “le minoranze sono vulnerabili.”
Secondo il sacerdote questa vulnerabilità deriva dal fatto che i cristiani sono chiamati a vivere la vita in pace, e “questa è la ragione per la quale non possiamo armarci." Sempre secondo lo stesso sacerdote gli studenti ed il docente sono stati torturati durante i due giorni di prigionia.
Mercoledì 20 giugno alcuni uomini armati hanno fermato un autobus che trasportava gli studenti cristiani dall’Università di Mosul dove avevano sostenuto gli esami a Qaraqosh, a circa 30 chilometri dalla città.
Alcune fonti locali hanno confermato le prime notizie date dall’agenzia Asia News secondo le quali alcuni uomini armati sono saliti a bordo ed hanno letto i nomi di chi stavano cercando, ed hanno controllato le carte di identità quando nessuno ha risposto.
“Avevano la lista dei nomi perché qualcuno aveva detto loro che avrebbero potuto ottenere un grosso riscatto da alcune famiglie in particolare” ha dichiarato una fonte che ha anche confermato che il rapimento è avvenuto in Hail Musena, vicino ad una stazione di polizia, ma che i poliziotti non sono intervenuti.
In un articolo del 21 giugno la polizia ha dichiarato alla Reuters che otto studenti cristiani erano stati portati via a forza da un autobus ad est di Mosul.
A poche miglia da Mosul, dove la violenza a sfondo religioso ha ucciso due sacerdoti lo scorso anno, i cristiani di Qaraqosh hanno dovuto ricorrere a soluzioni creative per reagire alla mancanza di sicurezza.
I leaders siro cattolici hanno organizzato una “guardia” di circa 1200 uomini che, su base volontaria, controllano il perimentro del villaggio 24 ore su 24 con turni di sei ore. Uomini armati controllano tutto il traffico in entrata ed in uscita, ed a volte accompagnano gli sconosciuti nelle loro visite.
Durante una visita al villaggio nel novembre 2006, un sacerdote del luogo dichiarò a Compass che era stato temporaneamente aperto il seminario siro cattolico, l’Istituto St Ephram, perché gli studenti non potevano seguire i corsi a Baghdad. In quel periodo la sempre peggiore situazione della sicurezza nel distretto di Dora a Baghdad ed una serie di rapimenti avevano portato alla chiusura del college e del seminario caldeo che accoglieva anche studenti di altre chiese.
Qaraqosh aveva anche dovuto fare i conti nei tre anni precedenti con l’immigrazione di circa 1500 famiglie di rifugiati provenienti da Baghdad e Mosul che aveva portato la popolazione da 29.000 abitanti nel 2003 a circa 35.000.
I casi recenti di rapimento stanno anche fermando una delle novità promosse dalla chiesa siro cattolica: una linea giornaliera di autobus che trasportano gli studenti universitari a Mosul: proprio su uno di questi autobus viaggiavano gli otto cristiani rapiti mercoledì.
“Ci uccide il pensiero che uno di questi autobus possa essere colpito” aveva detto un sacerdote a Compass lo scorso novembre riferendosi proprio alla possibilità di un attacco ai mezzi.
Oggi un altro sacerdote ha dichiarato a Compass che l’iniziativa sarà fermata perché rappresenta un bersaglio troppo grande per gli islamisti e per le bande alla ricerca di denaro.
Gruppi armati di Mosul hanno aumentato gli atti di violenza nei villaggi cristiani vicini alla città. Due cristiani sono stati seppelliti a Telskuf, 25 chilometri a nord di Mosul, martedì 19 giugno, dopo che i loro cadaveri erano stati restituiti alle famiglie il giorno prima da una banda di rapitori, ha riportato il sito Ankawa.com
Ramzi Yakou Shamasha, 50 anni e Ismael Azria Shamashal, 48 anni, erano stati rapiti l’11 giugno ed uccisi due giorni dopo nonostante le famiglie avessero pagato un riscatto di 20.000 $.
I leaders siro cattolici hanno organizzato una “guardia” di circa 1200 uomini che, su base volontaria, controllano il perimentro del villaggio 24 ore su 24 con turni di sei ore. Uomini armati controllano tutto il traffico in entrata ed in uscita, ed a volte accompagnano gli sconosciuti nelle loro visite.
Durante una visita al villaggio nel novembre 2006, un sacerdote del luogo dichiarò a Compass che era stato temporaneamente aperto il seminario siro cattolico, l’Istituto St Ephram, perché gli studenti non potevano seguire i corsi a Baghdad. In quel periodo la sempre peggiore situazione della sicurezza nel distretto di Dora a Baghdad ed una serie di rapimenti avevano portato alla chiusura del college e del seminario caldeo che accoglieva anche studenti di altre chiese.
Qaraqosh aveva anche dovuto fare i conti nei tre anni precedenti con l’immigrazione di circa 1500 famiglie di rifugiati provenienti da Baghdad e Mosul che aveva portato la popolazione da 29.000 abitanti nel 2003 a circa 35.000.
I casi recenti di rapimento stanno anche fermando una delle novità promosse dalla chiesa siro cattolica: una linea giornaliera di autobus che trasportano gli studenti universitari a Mosul: proprio su uno di questi autobus viaggiavano gli otto cristiani rapiti mercoledì.
“Ci uccide il pensiero che uno di questi autobus possa essere colpito” aveva detto un sacerdote a Compass lo scorso novembre riferendosi proprio alla possibilità di un attacco ai mezzi.
Oggi un altro sacerdote ha dichiarato a Compass che l’iniziativa sarà fermata perché rappresenta un bersaglio troppo grande per gli islamisti e per le bande alla ricerca di denaro.
Gruppi armati di Mosul hanno aumentato gli atti di violenza nei villaggi cristiani vicini alla città. Due cristiani sono stati seppelliti a Telskuf, 25 chilometri a nord di Mosul, martedì 19 giugno, dopo che i loro cadaveri erano stati restituiti alle famiglie il giorno prima da una banda di rapitori, ha riportato il sito Ankawa.com
Ramzi Yakou Shamasha, 50 anni e Ismael Azria Shamashal, 48 anni, erano stati rapiti l’11 giugno ed uccisi due giorni dopo nonostante le famiglie avessero pagato un riscatto di 20.000 $.
Prima dell’invasione americana dell’Iraq i cristiani rappresentavano il 3% della popolazione, una percentuale diminuita nei quattro anni successivi, anni in cui a centinaia di migliaia sono fuggiti dal paese a causa della mancanza di sicurezza che ha particolarmente colpito i cristiani e le altre minoranze.