"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

10 giugno 2007

In Terra Santa le preghiere per Padre Ragheed Kanni


Un appello a pregare per la pace in Terra Santa, in Iraq e in Libano. A lanciarlo sono i siti internet juthouruna.com e abouna.org che hanno indetto per oggi una giornata di sensibilizzazione perché il cristianesimo orientale non muoia. “La città di Betlemme – scrive il Juthouruna Youth Forum – sta vivendo in questi giorni un clima molto particolare”. Venerdì scorso, in occasione della festa dedicata al Sacro Cuore, il patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabbah ha presieduto la Santa Messa nella chiesa del Sacro Cuore dei salesiani, nel centro di Betlemme. Alla celebrazione eucaristica hanno preso parte anche membri delle comunità cattoliche orientali, nonché preti e studenti del seminario latino di Beit Jala (cittadina nei pressi di Betlemme). Al termine della liturgia si è svolta una processione che ha toccato le strade più antiche della città e che ha poi fatto tappa nella piazza della Natività davanti all’omonima Basilica, dove si è svolto un momento di preghiera. Oggi, invece, i cristiani delle Terra Santa ricorderanno in particolare don Ragheed Ganni, ucciso il 3 giugno scorso insieme a tre diaconi a Mosul, in Iraq. “Aveva appena 34 anni – ricorda il direttore del Juthouruna Youth Forum, Charlie Abou Saadae viveva in Iraq da qualche anno. L’avevo conosciuto a Roma, quando studiava teologia; eravamo diventati amici. Hanno ucciso un mio amico; chi sarà il prossimo? Dall’Iraq al Libano, all’Egitto alla Palestina, noi arabi cristiani siamo come martiri vivi”. (T.C.)