"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 giugno 2007

Cristiani in Iraq: Monsignor Sako, "La nostra tragedia"

Fonte: SIR

A Venezia è arrivato il grido di dolore dei cristiani iracheni. Mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, impossibilitato a partecipare ai lavori del Comitato scientifico di “Oasis”, ha fatto pervenire un messaggio reso noto durante la conferenza stampa conclusiva di questa mattina. “La situazione sta peggiorando. Devo rimanere con i fedeli in questi tempi cattivi. Non è possibile viaggiare fuori dall’Iraq per il momento”. Drammatica anche la testimonianza di mons. Franceschini, arcivescovo di Smirne in Turchia: “la nostra tragedia non è che ci taglino la gola, ma l’assenza di preti che ogni giorno ci consuma”. Le potenzialità che la Chiesa può esprimere sono al centro della riflessione, come anche le difficoltà concrete di un’opera di evangelizzazione sentita ogni volta più urgente ed indispensabile, nel segno della tolleranza e del dialogo tra le culture. Di fronte alle denunce e alle analisi, il Comitato scientifico di “Oasis” ha ribadito la bontà del concetto di “meticciato di civiltà”, impostato dal card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, e che costituisce il filo conduttore di questi tempi, in cui le civiltà devono dialogare. Altre voci, dall’India, dal Pakistan, dall’Indonesia, dalla Bosnia, hanno arricchito il confronto. La riunione del Comitato scientifico di “Oasis” si svolge ogni anno, ed ogni due tocca a Venezia ospitarla.