By Baghdadhope*
Fonti: Al Rai, Al Arabiya
La strage di domenica 31 ottobre nella chiesa siro cattolica di Baghdad potrebbe essere ricordata per sempre nel vicino Kuwait se dovesse passare la proposta fatta da Jassim Boodai, caporedattore del quotidiano kuwaitiano Al Rai, al Consiglio municipale di Kuwait City di riconsiderare la decisione di negare alla chiesa Greco Cattolica l'acquisto di un terreno nel governatorato di Ahmadi, a sud della capitale, per costruirvi una chiesa.
In un editoriale pubblicato oggi Boodai ha infatti anche avanzato la proposta che la nuova chiesa sia intitolata alla Nostra Signora della Salvezza in ricordo di quanto avvenuto a Baghdad.
Ricordando come Al Qaeda abbia designato i cristiani come "obiettivi legittimi" in risposta all'accusa mossa dall'organizzazione alla chiesa copta d'Egitto di tenere prigioniere due donne convertitesi all'Islam, Boodai ha definito tale parole come "diaboliche" in grado di preparare la strada non solo ad ulteriori massacri quanto anche alla possibilità di interventi esterni negli affari interni.
La storia della chiesa in Kuwait è stata spiegata ieri da Al Arabiya e già ben riassunta oggi da Asia News.
Secondo l'Archimandrita della chiesa greco cattolica in Kuwait, Padre Boutros Gharib, l'acquisto di un terreno per la costruzione della chiesa e la relativa area di parcheggio, una richiesta avanzata peraltro già anni fa, sebbene abbia avuto l'approvazione del governo e dell'Emiro, Sabah al-Ahmad al-Sabah, non è stato autorizzato dai membri del consiglio che il sacerdote ha definito "fondamentalisti islamici", e si è trattato di un rifiuto senza spiegazioni.
Mohammed al-Hadiya, uno dei membri del consiglio, ha affermato, contrariamente a ciò che sostiene Padre Gharib, che questa sia stata la prima richiesta avanzata al consiglio municipale, ed ha negato che il rifiuto sia stato dovuto al fatto che su quel terreno sarebbe stata costruita una chiesa motivandolo invece con la preoccupazione che non ci sarebbe abbastanza spazio da destinare al parcheggio rendendo così il luogo "troppo affollato".
Una preoccupazione, questa per l'affollamento dell'area, ben strana se è vero, come sostiene uno dei membri del comitato della chiesa, Elian Farah, che il governo stesso aveva suggerito di usare, ad eventuale integrazione del parcheggio annesso alla chiesa, quelli di due vicine scuole in costruzione, e che la mancata costruzione della chiesa costringerebbe le famiglie di fede greco cattolica (circa 650 in tutto il paese) a continuare ad assistere alle funzioni in una, questa sì, affollatissima villa che la chiesa ha preso in affitto allo scopo e che divide con altre due congregazioni.
Nonostante le giustificazioni ufficiali al rifiuto da parte dei membri del Consiglio municipale la comunità cristiana è convinta invece che si tratti di discriminazione religiosa. Così si possono leggere le parole del Reverendo Andrew Thompson, cappellano anglicano in Kuwait dal 2006 e da quest'anno di base ad Abu Dhabi, che conferma quelle di Padre Gharib circa il controllo da parte dei fondamentalisti islamici del Consiglio municipale, e che aggiunge che quando si tratta di costruire nuove chiese i più alti livelli del governo sono favorevoli, mentre non lo sono i livelli inferiori.
In Kuwait vivono circa 460.00 cristiani che fanno riferimento a 4 chiese ufficiali: Latina, Greco Cattolica, Evangelica ed Anglicana.
Fonti: Al Rai, Al Arabiya
La strage di domenica 31 ottobre nella chiesa siro cattolica di Baghdad potrebbe essere ricordata per sempre nel vicino Kuwait se dovesse passare la proposta fatta da Jassim Boodai, caporedattore del quotidiano kuwaitiano Al Rai, al Consiglio municipale di Kuwait City di riconsiderare la decisione di negare alla chiesa Greco Cattolica l'acquisto di un terreno nel governatorato di Ahmadi, a sud della capitale, per costruirvi una chiesa.
In un editoriale pubblicato oggi Boodai ha infatti anche avanzato la proposta che la nuova chiesa sia intitolata alla Nostra Signora della Salvezza in ricordo di quanto avvenuto a Baghdad.
Ricordando come Al Qaeda abbia designato i cristiani come "obiettivi legittimi" in risposta all'accusa mossa dall'organizzazione alla chiesa copta d'Egitto di tenere prigioniere due donne convertitesi all'Islam, Boodai ha definito tale parole come "diaboliche" in grado di preparare la strada non solo ad ulteriori massacri quanto anche alla possibilità di interventi esterni negli affari interni.
La storia della chiesa in Kuwait è stata spiegata ieri da Al Arabiya e già ben riassunta oggi da Asia News.
Secondo l'Archimandrita della chiesa greco cattolica in Kuwait, Padre Boutros Gharib, l'acquisto di un terreno per la costruzione della chiesa e la relativa area di parcheggio, una richiesta avanzata peraltro già anni fa, sebbene abbia avuto l'approvazione del governo e dell'Emiro, Sabah al-Ahmad al-Sabah, non è stato autorizzato dai membri del consiglio che il sacerdote ha definito "fondamentalisti islamici", e si è trattato di un rifiuto senza spiegazioni.
Mohammed al-Hadiya, uno dei membri del consiglio, ha affermato, contrariamente a ciò che sostiene Padre Gharib, che questa sia stata la prima richiesta avanzata al consiglio municipale, ed ha negato che il rifiuto sia stato dovuto al fatto che su quel terreno sarebbe stata costruita una chiesa motivandolo invece con la preoccupazione che non ci sarebbe abbastanza spazio da destinare al parcheggio rendendo così il luogo "troppo affollato".
Una preoccupazione, questa per l'affollamento dell'area, ben strana se è vero, come sostiene uno dei membri del comitato della chiesa, Elian Farah, che il governo stesso aveva suggerito di usare, ad eventuale integrazione del parcheggio annesso alla chiesa, quelli di due vicine scuole in costruzione, e che la mancata costruzione della chiesa costringerebbe le famiglie di fede greco cattolica (circa 650 in tutto il paese) a continuare ad assistere alle funzioni in una, questa sì, affollatissima villa che la chiesa ha preso in affitto allo scopo e che divide con altre due congregazioni.
Nonostante le giustificazioni ufficiali al rifiuto da parte dei membri del Consiglio municipale la comunità cristiana è convinta invece che si tratti di discriminazione religiosa. Così si possono leggere le parole del Reverendo Andrew Thompson, cappellano anglicano in Kuwait dal 2006 e da quest'anno di base ad Abu Dhabi, che conferma quelle di Padre Gharib circa il controllo da parte dei fondamentalisti islamici del Consiglio municipale, e che aggiunge che quando si tratta di costruire nuove chiese i più alti livelli del governo sono favorevoli, mentre non lo sono i livelli inferiori.
In Kuwait vivono circa 460.00 cristiani che fanno riferimento a 4 chiese ufficiali: Latina, Greco Cattolica, Evangelica ed Anglicana.