Lutto nella chiesa caldea. All'età di 72 anni si è spento ieri a Baghdad dopo lunga malattia Padre Boutrous Haddad, (foto di Ankawa.com) parroco della chiesa di Sultanat al Wardia a Karrada Kharig.
In sua memoria, ma anche per ricordare ancora una volta gli eventi del 31 ottobre nella chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad, oggi è stata celebrata una messa nel collegio di Sant'Efrem a Roma.
A parlarne a Baghdadhope è Mons. Philip Najim che ha celebrato la messa cui hanno assistito i sacerdoti di rito orientale ospitati nel collegio ed altri che studiano a Roma, seminaristi di diversi collegi pontifici, suore caldee, domenicane e delle Piccole Sorelle di Charles de Foucault, ed alcuni dei feriti dell'attentato del 31 ottobre ricoverati al Policlinico Gemelli e già in grado di uscirne per occasioni simili a quella di oggi.
"Padre Boutrous era un grande studioso, aveva conseguito il dottorato in teologia a Roma e conosceva diverse lingue tanto che aveva tradotto in arabo molte delle opere scritte da diversi orientalisti ed archeologi europei che avevano operato in Iraq."
Dal sito Ankawa.com si apprendono maggiori particolari circa la vita di questo sacerdote la cui figura è stata ricordata oggi anche dal presidente iracheno Jalal Talabani.
Padre Boutrous Haddad era nato nel 1939 a Mosul e nel 1954 era entrato in seminario per poi continuare i suoi studi a Roma. Ordinato sacerdote nel 1961 fece ritorno a Mosul nel 1964. Nel 1966 si trasferì a Baghdad dove servì come cancelliere del Patriarcato nominato dall'allora patriarca Raphael Bedaweed, ed in varie chiese prima di essere nominato in quella della Vergine del Rosario dove oggi è stato celebrato il servizio funebre.
"E' una grande perdita per la chiesa," dice Mons. Najim, "Padre Boutrous era un uomo colto ed amato. Si sentirà la sua mancanza."
Monsignor Najim, oggi ha celebrato la messa in memoria di Padre Haddad a Roma dove lei risiede in qualità di visitatore apostolico per l'Europa e procuratore della chiesa caldea presso la Santa Sede, in realtà però lei è sempre più spesso in Egitto. come mai?
Dopo la scomparsa lo scorso anno di Monsignor Youssef Sarraf, vescovo del Cairo, sono stato nominato dal patriarca, Cardinale Mar Emmanuel III Delly, come amministratore patriarcale della diocesi di quella città. Ecco perchè ora la mia vita si divide tra Roma ed il Cairo.
Ci sono molti fedeli caldei in Egitto?
No, non molti, la maggior parte vive al Cairo. Direi che ci sono circa 150 famiglie.
Eppure al Cairo c'è una bellissima basilica dedicata a Nostra Signora di Fatima..
Si. E' una basilica molto importante perchè frequentata non solo da fedeli caldei ma anche latini e copti cattolici. Non dimentichiamo inoltre che essendo dedicata alla figura di Maria, viene visitata anche da fedeli musulmani per la grande importanza che la Vergine ha nel sacro libro islamico.
Che rapporti ci sono tra le varie confessioni cristiane cattoliche e quella copto ortodossa che in Egitto rappresenta quella maggioritaria?
"Io parlo per la chiesa caldea e dico che i rapporti sono ottimi. Ho avuto un lungo incontro con Papa Shenouda III, la sua guida spirituale, mi sono presentato a lui come un figlio e come tale sono stato accolto. Papa Shenouda mi ha fatto molte domande sulla situazione della comunità cristiana in Iraq ed ho visto il lui una sincera partecipazione. Quando, il 13 ottobre, abbiamo ricordato l'ultima apparizione di Fatima nella basilica, oltre al nunzio apostolico per l'Egitto, Mons. Michael Louis Fitzgerald, è venuto a porgere il saluto di Papa Shenouda il suo segretario privato."
Ed i rapporti con i musulmani? La chiesa copta ha dei problemi, quella caldea?
"I caldei sono concentrati nella capitale dove questi problemi di convivenza si sentono meno. Tutte le chiese sono protette dalla polizia che in questo periodo di maggiore tensione ha intensificato la sua presenza. Se penso alla basilica ed alla zona in cui si trova - Heliopolis - dico che i rapporti con i fratelli musulmani sono ottimi. Visitano la chiesa e finchè in essa era operativo un ambulatorio medico dove medici cristiani visitavano i pazienti con un compenso praticamente simbolico tra essi c'erano anche dei musulmani."
Eppure la tensione c'è, cosa ne pensa?
"Penso che i cristiani hanno problemi nell'ottenere i permessi per costruire nuove chiese e ristrutturare le già esistenti e che in un paese democratico, come l'Egitto dice di essere, questi permessi dovrebbero essere concessi riconoscendo quindi ai cristiani i diritti che spettano loro in quanto cittadini egiziani."
Gli attentatori della chiesa a Baghdad avevano chiesto la liberazione dei prigionieri di Al Qaeda detentuti in Egitto ed in Iraq in qualche modo "legando" le due nazioni e le rispettive problematiche di convivenza tra religioni. Come è stato vissuto l'episodio di Baghdad in Egitto?
"Tra tutte le reazioni inorridite per la strage della chiesa di Nostra Signora della Salvezza forte è stata quella dello sceicco dell'università di Al Ahzar, Ahmad Al-Tayyeb, che ha condannato tali azioni barbariche ed ha parlato del fatto che che il loro risultato non sia stato quello di dividere ma, anzi, di rafforzare l'unità tra le diverse componenti del paese."
Insomma, pur non priva di problemi la convivenza interreligiosa in Egitto regge...
"La chiesa non smette di pregare per questo e per la pace non solo in Iraq ma in tutto il mondo. Per l'immediato futuro posso dire che per il Santo Natale alla messa serale seguirà un rinfresco nella chiesa che, per la prima volta, ospiterà anche un incontro per alcune famiglie dopo la messa del 31 dicembre per attendere insieme il nuovo anno che tutti ci auguriamo migliore."