By Diocesi di Trani - Barletta - Bisceglie
Carissimi fratelli e sorelle,
il 21 novembre 2010, solennità di Cristo Re, preghiamo in particolare in ogni S. Messa nella preghiera dei fedeli per i cristiani perseguitati nel mondo e soprattutto in Iraq e per i loro persecutori.
In Medio Oriente è a rischio la libertà di fede. I cristiani si sentono costretti e lasciare la loro terra. Il Vescovo ausiliare del Patriarcato Caldeo di Baghdad Shlemon Warduni, all’indomani della nuova ondata di attentati contro i cristiani, ha affermato: “Noi vogliamo restare, ma chiediamo pace, sicurezza, la protezione dei nostri diritti; ci vuole una fede eroica per non lasciare i Paese e io non posso obbligare la gente a non andarsene”.
Una situazione di giorno in giorno più tragica per cui il Cardinale Francis Eugene George, Arcivescovo di Chicago e presidente della Conferenza episcopale statunitense, ha indirizzato una lettera al presidente Obama sostenendo che gli Stati Uniti hanno l’obbligo di non abbandonare gli iracheni che non sono in grado di difendersi.
Noi, come fratelli cristiani, ci uniamo al coro unanime che condanna gli attacchi alle Chiese in Iraq e altrove. Ed eleviamo a Dio, padre di tutti, attraverso il sacrificio eucaristico di Gesù Cristo, il grido: “Padre, ci mettiamo nelle tue mani, perdona quanti non si accorgono di essere lontani dal tuo amore”.
Con il Papa Benedetto XVI, anch’io vi dico: “La pace è soprattutto un dono di Dio, che si chiede nella preghiera, ma è anche il risultato degli sforzi delle persone di buona volontà. In questa prospettiva, i credenti di ogni religione hanno una speciale responsabilità e può giocare un ruolo decisivo, collaborando in iniziative comuni. Il dialogo interreligioso e interculturale è un percorso fondamentale per la pace”.
La preghiera per la giustizia e per la pace deve essere calata in un impegno continuo di vita, giusta e pacifica.
+ Giovan Battista Pichierri
Arcivescovo
Carissimi fratelli e sorelle,
il 21 novembre 2010, solennità di Cristo Re, preghiamo in particolare in ogni S. Messa nella preghiera dei fedeli per i cristiani perseguitati nel mondo e soprattutto in Iraq e per i loro persecutori.
In Medio Oriente è a rischio la libertà di fede. I cristiani si sentono costretti e lasciare la loro terra. Il Vescovo ausiliare del Patriarcato Caldeo di Baghdad Shlemon Warduni, all’indomani della nuova ondata di attentati contro i cristiani, ha affermato: “Noi vogliamo restare, ma chiediamo pace, sicurezza, la protezione dei nostri diritti; ci vuole una fede eroica per non lasciare i Paese e io non posso obbligare la gente a non andarsene”.
Una situazione di giorno in giorno più tragica per cui il Cardinale Francis Eugene George, Arcivescovo di Chicago e presidente della Conferenza episcopale statunitense, ha indirizzato una lettera al presidente Obama sostenendo che gli Stati Uniti hanno l’obbligo di non abbandonare gli iracheni che non sono in grado di difendersi.
Noi, come fratelli cristiani, ci uniamo al coro unanime che condanna gli attacchi alle Chiese in Iraq e altrove. Ed eleviamo a Dio, padre di tutti, attraverso il sacrificio eucaristico di Gesù Cristo, il grido: “Padre, ci mettiamo nelle tue mani, perdona quanti non si accorgono di essere lontani dal tuo amore”.
Con il Papa Benedetto XVI, anch’io vi dico: “La pace è soprattutto un dono di Dio, che si chiede nella preghiera, ma è anche il risultato degli sforzi delle persone di buona volontà. In questa prospettiva, i credenti di ogni religione hanno una speciale responsabilità e può giocare un ruolo decisivo, collaborando in iniziative comuni. Il dialogo interreligioso e interculturale è un percorso fondamentale per la pace”.
La preghiera per la giustizia e per la pace deve essere calata in un impegno continuo di vita, giusta e pacifica.
+ Giovan Battista Pichierri
Arcivescovo