"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 novembre 2010

Iraq, rassegna stampa: SIR

By Sir

Card. Delly ricevuto dal premier Al-Maliki
Questa mattina il premier iracheno uscente Nuri al-Maliki ha incontrato una delegazione cattolica composta, tra gli altri, dal card. Emmanuel III Delly, patriarca caldeo, l’arcivescovo siro-cattolico Mati Shaba Mattoka e dal vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni. A rivelarlo al Sir è lo stesso mons. Warduni: “abbiamo incontrato il premier iracheno al quale abbiamo esposto chiaramente i nostri problemi anche alla luce del massacro nella chiesa siro-cattolica di domenica scorsa. Il premier ci ha ribadito che si farà il possibile per dare sicurezza alla comunità cristiana e ci ha anche detto che forse dopodomani visiterà la chiesa colpita dai terroristi. E’ tempo di vedere fatti concreti – aggiunge il vicario caldeo di Baghdad – le parole non bastano più”. Da parte sua il premier iracheno, secondo quanto riferito dallo stesso Warduni, “ha esortato i cristiani a fare la loro parte per proteggere le chiese di concerto con le autorità e le forze di sicurezza. I nostri fedeli, ci ha detto Al Maliki, dovrebbero far parte delle forze di sicurezza e rivestire dei ruoli nel ministero dell’Interno, auspicando di fatto un nostro maggiore coinvolgimento in materia di sicurezza”. Per quanto riguarda un rafforzamento delle misure di sicurezza intorno ai luoghi di culto cristiani in vista della prossima domenica mons. Warduni è lapidario: “vedremo il da farsi, siamo solo a giovedì…”.

Dichiarazione congiunta cristiani e musulmani "luoghi sacri profanati"
Cristiani e musulmani esprimono la loro “condanna per ogni atto di violenza che mira a colpire luoghi di culto e luoghi sacri, profanandoli e minacciando la sicurezza dei fedeli”. Lo fanno in una dichiarazione congiunta diffusa ieri sera dal Centro ecumenico di Ginevra dove dal 1 novembre è in corso una consultazione internazionale alla quale stanno partecipando una sessantina di rappresentanti musulmani e cristiani su invito del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc). Al summit – dal titolo "Trasformare le Comunità: Cristiani e musulmani per costruire un futuro comune" - hanno preso la parola Sua Altezza Reale il Principe Ghazi bin Muhammad bin Talal, inviato personale e consigliere speciale di Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania, Muhammed al-Sammak, segretario generale del “National Council for Christian-Muslim Dialogue” in Libano e membri della World Islamic Call Society.
Da parte cristiana, sono intervenuti, tra gli altri, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Rev. Olav Fykse Tveit, e il metropolita Emmanuel, presidente della Conferenza delle Chiese d’Europa (Kek). Oggi pomeriggio la consultazione si conclude con una conferenza stampa.
I partecipanti – così si legge nel comunicato diffuso – sono rimasti “scioccati” dalla notizia dell’attentato terroristico nella chiesa siro-cattolica di “Nostra signora” a Bagdad, che ha provocato 58 vittime e numerosi feriti e “condannano questo atto disumano che contraddice ogni insegnamento religioso e la cultura del Medio Oriente che da molti secoli permette alle persone di questa terra di coesistere pacificamente”. Nella dichiarazione cristiani e musulmani condannano “inoltre qualsiasi atto criminale che va contro il diritto di vivere in dignità e la libertà di culto e di religione” ed “implorano le Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza e tutti i gruppi che reclamano una pace giusta, e soprattutto i funzionari iracheni, di intervenire per porre fine a tutti gli attacchi terroristici volti a colpire il popolo iracheno, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa, e a profanare i luoghi sacri cristiani e islamici”. Nella dichiarazione i leader religiosi esprimono anche “il nostro sentito cordoglio alle famiglie delle vittime, assicurando loro le nostre preghiere. Preghiamo Dio Onnipotente di aiutare le autorità irachene e le Nazioni Unite perché lavorino seriamente per implementare sicurezza, giustizia e pace per il popolo iracheno che merita di vivere con le diversità religiose ed etniche."