By Asia News
''Le parole di dolore e di condanna non sono più sufficienti di fronte all'orrore che si sta verificando ripetutamente in questi ultimi anni in Iraq, specialmente contro i cristiani, e che ha raggiunto l'apice della follia con il selvaggio massacro di domenica 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Baghdad''. Lo scrivono i vescovi cattolici di Terra Santa in una nota di condanna dell'attacco diffusa ieri a Gerusalemme.
''Ci inchiniamo davanti ai corpi dei martiri eroici, ai feriti, alle loro famiglie - scrivono i presuli - facciamo appello alla coscienza di tutti e di coloro che hanno l'autorità, innanzitutto il Governo iracheno, affinché vigilino e proteggano tutti i cittadini, specialmente coloro i quali non hanno protezione, non possiedono armi e milizie, la cui unica colpa è quella di continuare a professare la fede dei loro padri e dei loro avi nella terra d'origine''.
"Questa terra - rimarcano i presuli - è la loro terra da sempre, per la quale si sono sacrificati contribuendo al suo sviluppo e difendendola. E' giunto il momento, per chi ha la responsabilità politica, di resistere a coloro che hanno perso ogni senso di umanità, di frenare la loro sete insaziabile di sangue e di punire chiunque pianifichi o compia tali atti criminali''. Gli ordinari cattolici chiedono alla Lega Araba, all'Organizzazione della Conferenza Islamica, alle Nazioni Unite e al Consiglio di Sicurezza, ''prima che sia troppo tardi, di tenere presente il pericolo che giunge da coloro che sfruttano la religione per provocare scontri tra civiltà e tra nazioni''.
Per dare un concreto segno di vicinanza gli Ordinari cattolici hanno promosso per oggi, domani e domenica tre giorni di solidarietà e di preghiera ''per i martiri iracheni'' da svolgersi in tutte le parrocchie, monasteri e conventi della Terra Santa. ''La nostra missione, come e' stato detto anche nel Sinodo per il Medio Oriente è vivere la comunione e la testimonianza, lavorare insieme, cristiani e musulmani, per risvegliare i nostri paesi e i nostri popoli, investendo sulla pace, la stabilità e la fiducia reciproca''.
''Le parole di dolore e di condanna non sono più sufficienti di fronte all'orrore che si sta verificando ripetutamente in questi ultimi anni in Iraq, specialmente contro i cristiani, e che ha raggiunto l'apice della follia con il selvaggio massacro di domenica 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Baghdad''. Lo scrivono i vescovi cattolici di Terra Santa in una nota di condanna dell'attacco diffusa ieri a Gerusalemme.
''Ci inchiniamo davanti ai corpi dei martiri eroici, ai feriti, alle loro famiglie - scrivono i presuli - facciamo appello alla coscienza di tutti e di coloro che hanno l'autorità, innanzitutto il Governo iracheno, affinché vigilino e proteggano tutti i cittadini, specialmente coloro i quali non hanno protezione, non possiedono armi e milizie, la cui unica colpa è quella di continuare a professare la fede dei loro padri e dei loro avi nella terra d'origine''.
"Questa terra - rimarcano i presuli - è la loro terra da sempre, per la quale si sono sacrificati contribuendo al suo sviluppo e difendendola. E' giunto il momento, per chi ha la responsabilità politica, di resistere a coloro che hanno perso ogni senso di umanità, di frenare la loro sete insaziabile di sangue e di punire chiunque pianifichi o compia tali atti criminali''. Gli ordinari cattolici chiedono alla Lega Araba, all'Organizzazione della Conferenza Islamica, alle Nazioni Unite e al Consiglio di Sicurezza, ''prima che sia troppo tardi, di tenere presente il pericolo che giunge da coloro che sfruttano la religione per provocare scontri tra civiltà e tra nazioni''.
Per dare un concreto segno di vicinanza gli Ordinari cattolici hanno promosso per oggi, domani e domenica tre giorni di solidarietà e di preghiera ''per i martiri iracheni'' da svolgersi in tutte le parrocchie, monasteri e conventi della Terra Santa. ''La nostra missione, come e' stato detto anche nel Sinodo per il Medio Oriente è vivere la comunione e la testimonianza, lavorare insieme, cristiani e musulmani, per risvegliare i nostri paesi e i nostri popoli, investendo sulla pace, la stabilità e la fiducia reciproca''.