By Baghdadhope*
Forum famiglie "testimonianza cristiana pesantemente perseguitata"
“I gravi fatti avvenuti in Iraq ci confermano che la testimonianza cristiana è pesantemente perseguitata in tutto il mondo”: commenta così, Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, l’attacco terroristico alla chiesa siro-cattolica di Baghdad del 31 ottobre. “La libertà religiosa - afferma Belletti - è fattore di tutela della dignità della persona, di ogni persona, e appartiene a quei valori non negoziabili che il Forum da sempre difende e che anche il card. Bagnasco ha recentemente ricordato alla Settimana sociale di Reggio Calabria. Il rispetto di tali valori non è confessionale, ma appartiene a tutti gli uomini di buona volontà ed è dovuto a tutti gli uomini per il fatto stesso di essere uomini. Ogni loro violazione è un’offesa all'uomo e alla democrazia”. “Difendere la libertà di espressione religiosa è quindi difendere la libertà di ogni uomo - conclude il presidente del Forum - per questo la sfida oggi, nel Nord e nel Sud del mondo, è rispondere alla cieca violenza del terrorismo e dell'integralismo con la solidarietà, con le scelte politiche, con una giusta accoglienza nei nostri Paesi, ma soprattutto con la testimonianza del rispetto di quei valori fondamentali che appartengono ad ogni membro della famiglia umana. Senza se e senza ma”.
Card. Vingt-Trois (CEF) "gli artigiani della pace non cedano a scoraggiamento"
“Costernazione e profonda tristezza” per l’attacco dei terroristi di Al Qaeda che il 31 ottobre ha causato nella chiesa sirocattolica di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad oltre 50 morti, tra cui due sacerdoti, e decine di feriti tra i fedeli che assistevano alla Messa. Ad esprimerle è il card. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale di Francia, in una lettera inviata oggi a mons. Athanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo di Babilonia dei siriani. “In queste ore drammatiche nelle quali la comunità cristiana in Iraq è un’altra volta colpita da una violenza ingiusta e fanatica – scrive il card. Vingt-Trois -vorrei far giungere la mia vicinanza e quella di tutti i cattolici di Francia a lei e a tutti i cristiani dell’Iraq”. Assicurando la propria preghiera e quella dei cattolici francesi “per le vittime, le loro famiglie, i feriti e per quanti nel Paese subiscono violenze”, il presidente della Cef esprime l’auspicio che “il Signore accolga i morti nella pace e nella luce, dia forza e conforto a chi è nel dolore” e ”risollevi gli artigiani della pace e della giustizia su questa terra ferita mortalmente, affinché non cedano mai allo scoraggiamento”.
Vescovi USA, "Stati Uniti hanno obbligo morale di non abbandonare iracheni vulnerabili"
In una nota, diffusa oggi, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America (Usccb) ha espresso “vicinanza e solidarietà” alla Chiesa e alla comunità cristiana irachena, dopo l’attacco terroristico del 31 ottobre alla chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad in cui sono rimaste uccise 58 persone e ferite altre 75. Nel messaggio, che porta la firma del card. Francis George, presidente dell’Usccb, i presuli Usa ribadiscono il loro sostegno “ai vescovi, alla Chiesa e al popolo iracheno nella loro richiesta di sicurezza, libertà e protezione. Invitiamo gli Stati Uniti a compiere ulteriori passi affinché l’Iraq protegga i propri cittadini, specie i più vulnerabili”.
Il card. George afferma, inoltre, che se da una parte la Conferenza episcopale americana “ha accolto con favore la fine delle operazioni militari Usa in Iraq” dall’altra “condivide la preoccupazione dei vescovi iracheni che gli Stati Uniti non sono riusciti ad aiutare gli iracheni a trovare volontà politica e modalità concrete necessarie a proteggere la vita di tutti i cittadini, in particolare i cristiani e le altre minoranze vulnerabili, a garantire il sicuro ritorno nelle loro case di rifugiati e sfollati. Dopo aver invaso l'Iraq, il governo americano ha l'obbligo morale di non abbandonare gli iracheni che non si possono difendere”.
Attacco chiesa. Casmoussa (Mosul) "catastrofe umana, intervanga l'ONU"
“Una vera catastrofe, umana e religiosa. Ci sentiamo senza alcuna protezione, è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità!”. Così mons. Basile Georges Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, ai microfoni di Radio Vaticana, parla dell’attacco di domenica scorsa alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad costato la vita a 58 persone, tra cui otto bambini, dieci donne e due sacerdoti. E proprio mons. Casmoussa, insieme all’arcivescovo metropolita siro-cattolico di Baghdad, mons. Athanase Mati Shaba Matoka, ha celebrato oggi i funerali dei due preti, denunciando più volte la mancanza di un’adeguata protezione da parte delle autorità irachene. “Per la nostra comunità cristiana è una vera catastrofe, umana e religiosa! – ha detto il presule - questo porterà il panico. Noi continuiamo a tendere la mano per il dialogo, per lavorare insieme, per dimenticare il passato, per superare tutti i nostri dolori… Ma poi quando vediamo che, soprattutto da parte delle autorità, non c’è un’adeguata risposta, ci sentiamo senza alcuna protezione. Allora è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità”.
Per mons. Casmoussa se le autorità “facessero il possibile dovrebbero innanzitutto instaurare una politica di pace; è necessario poi che cambino le regole affinché ai cristiani siano riconosciuti gli stessi diritti riconosciuti agli altri cittadini”. Ma soprattutto serve “formare un governo di unità nazionale. Le autorità devono rendere sicure le chiese, le comunità cristiane con leggi e con la presenza della polizia affinché i cristiani possano ritrovare fiducia nel loro Paese e nel loro futuro. Le belle parole e i bei discorsi non sono sufficienti”.
Anche il procuratore caldeo presso la Santa Sede, mons. Philip Najim, ha parlato di “attentato barbaro, contro l’umanità, contro la Chiesa, contro la religione, contro la dignità dell’essere umano”. Un attacco duramente condannato da tutta la comunità irachena: “ho sentito ieri che c’erano tantissimi musulmani andati a donare il sangue per le vittime nella chiesa. Gli estremisti sono stati condannati dagli islamici stessi: da quell’Islam che conosce Dio, che conosce la fede, che conosce l’amore, che conosce la carità”.
Attacco chiesa, FOCSIV "urge edicazione alla fratellanza universale"
“E’ urgente un’educazione alla fraternità universale, come espresso dalla Chiesa. Questi attacchi ai fratelli sono sentiti ancora come una realtà troppo lontana da noi e non come un attacco alla nostra comunità”. E’ quanto afferma il presidente della Focsiv (Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario) Gianfranco Cattai, commentando l’attacco terroristico alla chiesa siro cattolica di Nostra Signora per il perpetuo soccorso di Baghdad costato la vita ad oltre 50 fedeli e 2 sacerdoti. Di fronte alla strage e alla notizia - di queste ore – che l’attentato potrebbe spingere gli estremisti che si trovano in Egitto ad emulare i terroristi iracheni entrando in azione contro il vescovo Bishoy, numero due della Chiesa Copta d’Egitto, Cattai invoca “un’educazione alla fraternità universale”. “Anche questa è una emergenza educativa - dichiara il presidente della Focsiv, che nell’area mediorientale porta avanti diversi progetti di sviluppo - che richiede di essere affrontata e su cui come Focsiv ci proponiamo di riflettere, in sintonia con gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 che i vescovi italiani hanno consegnato nei giorni scorsi alle comunità, ai gruppi e ai movimenti”.
Forum famiglie "testimonianza cristiana pesantemente perseguitata"
“I gravi fatti avvenuti in Iraq ci confermano che la testimonianza cristiana è pesantemente perseguitata in tutto il mondo”: commenta così, Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, l’attacco terroristico alla chiesa siro-cattolica di Baghdad del 31 ottobre. “La libertà religiosa - afferma Belletti - è fattore di tutela della dignità della persona, di ogni persona, e appartiene a quei valori non negoziabili che il Forum da sempre difende e che anche il card. Bagnasco ha recentemente ricordato alla Settimana sociale di Reggio Calabria. Il rispetto di tali valori non è confessionale, ma appartiene a tutti gli uomini di buona volontà ed è dovuto a tutti gli uomini per il fatto stesso di essere uomini. Ogni loro violazione è un’offesa all'uomo e alla democrazia”. “Difendere la libertà di espressione religiosa è quindi difendere la libertà di ogni uomo - conclude il presidente del Forum - per questo la sfida oggi, nel Nord e nel Sud del mondo, è rispondere alla cieca violenza del terrorismo e dell'integralismo con la solidarietà, con le scelte politiche, con una giusta accoglienza nei nostri Paesi, ma soprattutto con la testimonianza del rispetto di quei valori fondamentali che appartengono ad ogni membro della famiglia umana. Senza se e senza ma”.
Card. Vingt-Trois (CEF) "gli artigiani della pace non cedano a scoraggiamento"
“Costernazione e profonda tristezza” per l’attacco dei terroristi di Al Qaeda che il 31 ottobre ha causato nella chiesa sirocattolica di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad oltre 50 morti, tra cui due sacerdoti, e decine di feriti tra i fedeli che assistevano alla Messa. Ad esprimerle è il card. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale di Francia, in una lettera inviata oggi a mons. Athanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo di Babilonia dei siriani. “In queste ore drammatiche nelle quali la comunità cristiana in Iraq è un’altra volta colpita da una violenza ingiusta e fanatica – scrive il card. Vingt-Trois -vorrei far giungere la mia vicinanza e quella di tutti i cattolici di Francia a lei e a tutti i cristiani dell’Iraq”. Assicurando la propria preghiera e quella dei cattolici francesi “per le vittime, le loro famiglie, i feriti e per quanti nel Paese subiscono violenze”, il presidente della Cef esprime l’auspicio che “il Signore accolga i morti nella pace e nella luce, dia forza e conforto a chi è nel dolore” e ”risollevi gli artigiani della pace e della giustizia su questa terra ferita mortalmente, affinché non cedano mai allo scoraggiamento”.
Vescovi USA, "Stati Uniti hanno obbligo morale di non abbandonare iracheni vulnerabili"
In una nota, diffusa oggi, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America (Usccb) ha espresso “vicinanza e solidarietà” alla Chiesa e alla comunità cristiana irachena, dopo l’attacco terroristico del 31 ottobre alla chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad in cui sono rimaste uccise 58 persone e ferite altre 75. Nel messaggio, che porta la firma del card. Francis George, presidente dell’Usccb, i presuli Usa ribadiscono il loro sostegno “ai vescovi, alla Chiesa e al popolo iracheno nella loro richiesta di sicurezza, libertà e protezione. Invitiamo gli Stati Uniti a compiere ulteriori passi affinché l’Iraq protegga i propri cittadini, specie i più vulnerabili”.
Il card. George afferma, inoltre, che se da una parte la Conferenza episcopale americana “ha accolto con favore la fine delle operazioni militari Usa in Iraq” dall’altra “condivide la preoccupazione dei vescovi iracheni che gli Stati Uniti non sono riusciti ad aiutare gli iracheni a trovare volontà politica e modalità concrete necessarie a proteggere la vita di tutti i cittadini, in particolare i cristiani e le altre minoranze vulnerabili, a garantire il sicuro ritorno nelle loro case di rifugiati e sfollati. Dopo aver invaso l'Iraq, il governo americano ha l'obbligo morale di non abbandonare gli iracheni che non si possono difendere”.
Attacco chiesa. Casmoussa (Mosul) "catastrofe umana, intervanga l'ONU"
“Una vera catastrofe, umana e religiosa. Ci sentiamo senza alcuna protezione, è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità!”. Così mons. Basile Georges Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, ai microfoni di Radio Vaticana, parla dell’attacco di domenica scorsa alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad costato la vita a 58 persone, tra cui otto bambini, dieci donne e due sacerdoti. E proprio mons. Casmoussa, insieme all’arcivescovo metropolita siro-cattolico di Baghdad, mons. Athanase Mati Shaba Matoka, ha celebrato oggi i funerali dei due preti, denunciando più volte la mancanza di un’adeguata protezione da parte delle autorità irachene. “Per la nostra comunità cristiana è una vera catastrofe, umana e religiosa! – ha detto il presule - questo porterà il panico. Noi continuiamo a tendere la mano per il dialogo, per lavorare insieme, per dimenticare il passato, per superare tutti i nostri dolori… Ma poi quando vediamo che, soprattutto da parte delle autorità, non c’è un’adeguata risposta, ci sentiamo senza alcuna protezione. Allora è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità”.
Per mons. Casmoussa se le autorità “facessero il possibile dovrebbero innanzitutto instaurare una politica di pace; è necessario poi che cambino le regole affinché ai cristiani siano riconosciuti gli stessi diritti riconosciuti agli altri cittadini”. Ma soprattutto serve “formare un governo di unità nazionale. Le autorità devono rendere sicure le chiese, le comunità cristiane con leggi e con la presenza della polizia affinché i cristiani possano ritrovare fiducia nel loro Paese e nel loro futuro. Le belle parole e i bei discorsi non sono sufficienti”.
Anche il procuratore caldeo presso la Santa Sede, mons. Philip Najim, ha parlato di “attentato barbaro, contro l’umanità, contro la Chiesa, contro la religione, contro la dignità dell’essere umano”. Un attacco duramente condannato da tutta la comunità irachena: “ho sentito ieri che c’erano tantissimi musulmani andati a donare il sangue per le vittime nella chiesa. Gli estremisti sono stati condannati dagli islamici stessi: da quell’Islam che conosce Dio, che conosce la fede, che conosce l’amore, che conosce la carità”.
Attacco chiesa, FOCSIV "urge edicazione alla fratellanza universale"
“E’ urgente un’educazione alla fraternità universale, come espresso dalla Chiesa. Questi attacchi ai fratelli sono sentiti ancora come una realtà troppo lontana da noi e non come un attacco alla nostra comunità”. E’ quanto afferma il presidente della Focsiv (Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario) Gianfranco Cattai, commentando l’attacco terroristico alla chiesa siro cattolica di Nostra Signora per il perpetuo soccorso di Baghdad costato la vita ad oltre 50 fedeli e 2 sacerdoti. Di fronte alla strage e alla notizia - di queste ore – che l’attentato potrebbe spingere gli estremisti che si trovano in Egitto ad emulare i terroristi iracheni entrando in azione contro il vescovo Bishoy, numero due della Chiesa Copta d’Egitto, Cattai invoca “un’educazione alla fraternità universale”. “Anche questa è una emergenza educativa - dichiara il presidente della Focsiv, che nell’area mediorientale porta avanti diversi progetti di sviluppo - che richiede di essere affrontata e su cui come Focsiv ci proponiamo di riflettere, in sintonia con gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 che i vescovi italiani hanno consegnato nei giorni scorsi alle comunità, ai gruppi e ai movimenti”.
Attacco chiesa, Warduni (Baghdad) "aspettiamoci un nuovo esodo di cristiani"
“Ed ora aspettiamoci un nuovo esodo di fedeli”: a poco meno di mezzora dall’inizio dei funerali dei due sacerdoti siro-cattolici, padre Thair Sad-alla Abd-al e padre Waseem Sabeeh Al-Kas Butrous, rimasti uccisi con altre 50 persone, nell’assalto terroristico alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad, il 31 ottobre, a parlare al Sir è il vicario episcopale caldeo della capitale irachena, mons. Shlemon Warduni. “I fedeli intendono emigrare non solo verso il Nord ma direttamente all’estero. Ogni volta che riusciamo a recuperare un senso di speranza tra le nostre comunità accadono fatti sempre peggiori che ci fanno ripiombare nella disperazione. Mai prima d’ora la violenza aveva toccato così ferocemente persone inermi e in preghiera. I primi che sono giunti sul posto dopo l’attacco hanno detto di camminare sui cadaveri sparsi in ogni parte della chiesa”.
Mons. Warduni non crede del tutto alla rivendicazione di Al Qaeda: “in quanto – afferma – in gioco ci sono anche le divisioni settarie nel Paese indebolito anche dall’assenza di un Governo forte capace di far rispettare la legge”. I funerali si svolgeranno nella chiesa caldea di san Giuseppe e a presiedere dovrebbe essere il vescovo siro-cattolico di Baghdad, mons. Matti Shabi Matoka, alla presenza di diverse istituzioni tra cui il capo della sicurezza di Baghdad che ha annunciato un notevole spiegamento di forze per permettere lo svolgimento delle esequie in tutta sicurezza. “Giusto una settimana fa – conclude il vicario caldeo – stavamo celebrando la fine del Sinodo per il Medio Oriente invocando pace e riconciliazione per tutta la regione. Quanto sono lontane quelle invocazioni, non ci resta che aggrapparci alla fede e sperare contro ogni speranza!”. Secondo stime fornite da diversi vescovi iracheni la popolazione cristiana irachena oggi si attesta sulle 400 mila unità contro il milione e mezzo del 2003. Su 65 monasteri e chiese presenti a Baghdad si calcola che circa 40 hanno subito attentati.
Consiglio mondiale delle chiese, solidarietà e vicinanza ai cristiani iracheni
Ferma condanna del Consiglio mondiale delle Chiese per “l'atto criminale di terrorismo" che ha avuto luogo domenica scorsa in una chiesa cristiana di Bagdad e “profonda vicinanza e solidarietà a tutti coloro che hanno perso i propri cari”. Nel prendere la parola alla conferenza internazionale islamo-cristiana in corso dal 1 novembre a Ginevra, il segretario generale Olav Fykse Tveit ha detto che “il Consiglio mondiale della Chiese è profondamente turbato dalla continua sofferenza dei cristiani in Iraq ed esprime la sua solidarietà a tutte le chiese che stanno attraversando periodi bui e difficili e non cessano di testimoniare l'amore e la pace di Dio in Gesù Cristo anche in mezzo all’odio e all’aggressività. Non è la prima volta – ha proseguito Tveit - che questi attacchi hanno preso di mira le comunità cristiane in Iraq. I responsabili devono essere consegnati alla giustizia, e le autorità governative dovrebbero assumersi la responsabilità di assicurare sicurezza a tutti i cittadini e in particolare a quelli che vivono in situazione di vulnerabilità". L’incontro di Ginevra dal titolo "Trasformare le comunità: cristiani e musulmani per costruire un futuro comune" si concluderà domani con la pubblicazione di una dichiarazione congiunta.
Attacco cattedrale, DBK "brutale aggressione"
Mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), ha reagito “con grande sgomento” alla strage nella chiesa siro-cattolica a Baghdad. In un comunicato diffuso ieri, mons. Zollitsch ha detto a nome della Dbk: “Siamo profondamente sconvolti per questa brutale aggressione e preghiamo per i morti e i feriti che erano riuniti pacificamente nella chiesa per celebrare la Messa. I nostri pensieri vanno anche ai congiunti e agli amici in lutto”. Il presidente della Dbk ha invitato i fedeli a pregare per i cristiani in Iraq e dell’intero Medio oriente: “Appena una settimana fa, il Sinodo speciale per il Medio Oriente si è concluso in Vaticano con un urgente appello alla pace per la regione. Le armi devono tacere in Iraq e in Medio Oriente. Chiedo ai cristiani in Germania di pregare per le vittime di Baghdad e per la pace in Iraq”, ha proseguito Zollitsch, chiedendo alla comunità internazionale - in particolare agli Usa - e alle autorità irachene di "contrastare decisamente la minaccia costante al Cristianesimo in Iraq”.
I funerali di padre Thair Sad-alla Abd-al e di padre Waseem Sabeeh Al-kas Butros si svolgeranno oggi a Baghdad nella chiesa caldea di san Giuseppe che si trova non lontano da quella sirocattolica di Nostra Signora della Salvezza oggetto, il 31 ottobre, di un attacco di terroristi di Al Qaeda che ha provocato oltre 50 morti, tra cui i due sacerdoti, e decine di feriti tra i fedeli che si trovavano all’interno per la messa.
A rivelarlo a Baghdadhope è mons. Shlemon Warduni, vicario patriarcale caldeo.
"Non si sa ancora chi celebrerà la cerimonia funebre – ha detto mons. Warduni – certo saranno presenti il patriarca della Chiesa caldea, card. Mar Emmanuel III Delly, e mons. Georges Casmoussa, vescovo sirocattolico di Mosul, mentre ancora non sappiamo se potrà esserci mons. Athanase Mati Shaba Matoka, vescovo sirocattolico di Baghdad, che al momento dell'attacco non era ancora tornato in Iraq dopo il Sinodo per il Medio Oriente di Roma".
Riguardo ai feriti mons. Warduni ha affermato che "sono tanti e non sappiamo le condizioni di tutti. Per ora posso dire che il corepiscopo padre Rufail Quataimi sembra stare un po’ meglio. Preghiamo per lui e per tutte le vittime".
A rivelarlo a Baghdadhope è mons. Shlemon Warduni, vicario patriarcale caldeo.
"Non si sa ancora chi celebrerà la cerimonia funebre – ha detto mons. Warduni – certo saranno presenti il patriarca della Chiesa caldea, card. Mar Emmanuel III Delly, e mons. Georges Casmoussa, vescovo sirocattolico di Mosul, mentre ancora non sappiamo se potrà esserci mons. Athanase Mati Shaba Matoka, vescovo sirocattolico di Baghdad, che al momento dell'attacco non era ancora tornato in Iraq dopo il Sinodo per il Medio Oriente di Roma".
Riguardo ai feriti mons. Warduni ha affermato che "sono tanti e non sappiamo le condizioni di tutti. Per ora posso dire che il corepiscopo padre Rufail Quataimi sembra stare un po’ meglio. Preghiamo per lui e per tutte le vittime".