By Fides
Gli ultimi cristiani che hanno lasciato Mosul dopo l'ultimatum rivolto
loro dai jihadisti dell'auto-proclamato Califfato Islamico sono quasi
tremila. Un numero molto più alto delle stime approssimative finora
circolate, secondo cui soltanto poche centinaia di battezzati erano
rimasti a Mosul dopo che la seconda città irachena era stata occupata
degli insorti sunniti guidati dai miliziani dello Stato Islamico
dell'Iraq e del Levante (ISIL).
Lo conferma all'Agenzia Fides il medico triestino Marzio Babille, responsabile Unicef per l'Iraq. “La maggior parte di loro - riferisce Babille - si è mossa verso la tradizionale direttrice nord che da Mosul va verso i centri abitati di Tilkif, Batnaya e Alqosh. Una quarantina di famiglie si sono spostate a est, verso Qaraqosh, e una trentina sono state accolte nella provincia di Dohuk. Venti famiglie hanno raggiunto Erbil, la capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno, dove è stato creato un piccolo centro di accoglienza in collaborazione con l'arcidiocesi caldea”.
Lo conferma all'Agenzia Fides il medico triestino Marzio Babille, responsabile Unicef per l'Iraq. “La maggior parte di loro - riferisce Babille - si è mossa verso la tradizionale direttrice nord che da Mosul va verso i centri abitati di Tilkif, Batnaya e Alqosh. Una quarantina di famiglie si sono spostate a est, verso Qaraqosh, e una trentina sono state accolte nella provincia di Dohuk. Venti famiglie hanno raggiunto Erbil, la capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno, dove è stato creato un piccolo centro di accoglienza in collaborazione con l'arcidiocesi caldea”.