"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

3 luglio 2014

Turchia. Dove fuggono gli iracheni

By Baghdadhope*

La Turchia è da anni una delle mete cui gli iracheni in fuga dalla violenza in patria ambiscono non tanto per un trasferimento definitivo quanto come base per essere, nei casi più fortunati, ricollocati in paesi terzi, in Occidente.
L'avanzata dell'ISIS in Iraq nell'ultimo mese ha causato un incremento di questi "viaggi della speranza".
Così sia dalle province più interessate all'avanzata dell'ISIS - Ninive, Anbar, Salahuddin, Ta'mim - sia da Baghdad, a migliaia si sono riversati nella provincia autonoma del Kurdistan ed è proprio da Erbil e Sulaimaniya che i viaggi verso la Turchia si sono intensificati. Secondo il sito Shafaaq News, ad esempio, gli autobus che giornalmente partono da Erbil verso la Turchia sono passati da 5 a 9 mentre secondo il sito turco Arcaajans, la rotta Sulaimanya-Erbil-Istanbul è percorsa giornalmente da 20 mezzi.
Lo stesso sito riferisce anche come i voli della Turkish Airline in partenza da cinque aeroporti iracheni -Baghdad, Erbil, Sulaimaniya, Najaf e Bassora - sino in piena operatività trasportando in Turchia una media di 1000 passeggeri al giorno.
Molti di quei passeggeri, si spera, faranno ritorno in patria se e quando la situazione della sicurezza sarà ristabilita, molti sono destinati al limbo dell'attesa della ricollocazione in paesi terzi da parte dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che, precedentemente agli ultimi avvenimenti iracheni prevedeva di assistere, tra gli altri, 23.600 rifugiati iracheni in tutto il 2014, molti ancora affolleranno ulteriormente i già stipati campi profughi ed altri si affideranno ai contrabbandieri di esseri umani che li spoglieranno dei loro ultimi averi promettendo loro una vita dorata in Europa dove nessuno li vuole e nessuno li accoglie.
Una vita fatta di stenti ed incertezze, è vero, ma per chi sfugge alla guerra pur sempre una vita.