By Baghdadhope*
La notizia è giunta da qualche minuto dalla voce rassegnata del vicario patriarcale caldeo, Monsignor Shleimun Warduni che ha riferito a Baghdadhope quanto ormai la situazione dei cristiani a Mosul sia tragica.
La città non avrà più abitanti cristiani che, secondo il prelato, "vengono obbligati a lasciare le loro case ed ad abbandonarla". Si compie così lo svuotamento della componente cristiana della città del nord Iraq ad opera dei combattenti dell'ISIS che, non bastasse questa "epurazione", fermano i cristiani ai check point all'uscita del centro abitato "sequestrando loro tutto, soldi, averi e persino le auto e dicendo loro: andate, camminate".
Nessuno sa quanti siano i cristiani che già ora stanno lasciando Mosul, questa volta non volontariamente ma costretti, neanche Monsignor Warduni che dice: "non lo sappiamo, forse 50 o 100 famiglie, nessuno sa nulla."
Nelle prossime ore queste persone arriveranno, si spera, nei villaggi cristiani attorno alla città o in Kurdistan e forse sarà possibile contarle.
Per ora non si sa di più della loro triste sorte. Si può solo immaginare che molti tra essi cercheranno di fuggire all'estero per lasciarsi alle spalle una città che non li vuole e da dove la loro testimonianza lunga secoli appare destinata a sparire per sempre.
Una sconfitta per l'Iraq multiculturale e multi-religioso, ma anche del mondo che nulla fa.
“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."
Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014
Baghdad, 19 luglio 2014