By Fides
La Chiesa caldea di Mosul, attraverso il suo Arcivescovo, Amel Shimon
Nona, smentisce le notizie lanciate via web nella giornata di domenica 6
luglio che annunciavano il rapimento di un sacerdote e di una suora
caldei da parte di “uomini armati” non identificati.
Secondo alcune fonti d'informazione iraniane, il presunto rapimento sarebbe avvenuto nella parrocchia di un quartiere di Mosul.
“Ma da Mosul” ribadisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Nona, “tutti i sacerdoti sono usciti fin dall'inizio dell'offensiva guidata dai jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. La falsa notizia rientra probabilmente nelle operazioni di propaganda che spesso, in maniera inquietante, a seconda degli interessi, diffondono false informazioni anche sulla condizione dei cristiani in questo momento convulso vissuto dall'Iraq e da tutto il Medio Oriente”.
Mentre vengono diffuse notizie allarmanti su falsi rapimenti di cristiani, continuano a non esserci sviluppi significativi sul caso delle due suore sequestrate a Mosul lo scorso 28 giugno insieme a due ragazze e un ragazzo della casa-famiglia per orfani da loro gestita. I cinque rapiti erano rientrati temporaneamente a Mosul da Dohuk, per recuperare libri e strumenti di lavoro dopo la precipitosa fuga causata dall'offensiva degli insorti sunniti. Non hanno finora avuto esito positivo le iniziative per ottenere la loro liberazione subito tentate dalle autorità ecclesiastiche locali attraverso canali riservati di mediazione.
Secondo alcune fonti d'informazione iraniane, il presunto rapimento sarebbe avvenuto nella parrocchia di un quartiere di Mosul.
“Ma da Mosul” ribadisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Nona, “tutti i sacerdoti sono usciti fin dall'inizio dell'offensiva guidata dai jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. La falsa notizia rientra probabilmente nelle operazioni di propaganda che spesso, in maniera inquietante, a seconda degli interessi, diffondono false informazioni anche sulla condizione dei cristiani in questo momento convulso vissuto dall'Iraq e da tutto il Medio Oriente”.
Mentre vengono diffuse notizie allarmanti su falsi rapimenti di cristiani, continuano a non esserci sviluppi significativi sul caso delle due suore sequestrate a Mosul lo scorso 28 giugno insieme a due ragazze e un ragazzo della casa-famiglia per orfani da loro gestita. I cinque rapiti erano rientrati temporaneamente a Mosul da Dohuk, per recuperare libri e strumenti di lavoro dopo la precipitosa fuga causata dall'offensiva degli insorti sunniti. Non hanno finora avuto esito positivo le iniziative per ottenere la loro liberazione subito tentate dalle autorità ecclesiastiche locali attraverso canali riservati di mediazione.