"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

1 luglio 2014

Appello del Patriarca Louis Raphael I Sako per la liberazione delle suore e degli orfani rapiti

By Fides

Il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako, ha rivolto un appello pubblico a “coloro che detengono le suore e gli orfani rapiti a Mosul 3 giorni fa”. Secondo quanto appreso dall'Agenzia Fides, nell'appello si esprime preoccupazione per la sorte delle due suore e dei tre giovani – due ragazze e un ragazzo –, chiedendo che siano liberati al più presto. In particolare il Patriarca si rivolge ai capi religiosi musulmani e agli sheikh delle tribù sunnite di Mosul, chiedendo loro di fare “tutto il possibile” per ottenere il rilascio dei sequestrati. Nell'appello, il Patriarca caldeo cita i versetti del Corano che indicano a tutti i credenti di trattare bene i monaci e gli orfani, ricorda che i cristiani “furono i primi a ricevere i conquistatori musulmani 14 secoli fa” e che nell'Iraq di oggi i cristiani in quanto tali non si identificano con nessuno schieramento politico. “Questo - conclude il Patriarca Sako - è il Mese del Ramadan, mese di misericordia e di carità. Preghiamo tutti di far tornare in pace le suore e gli orfani rapiti”.
Dalla giornata di sabato 28 giugno si sono persi i contatti con suor Atur e di suor Miskinta, due religiose caldee della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata che erano rientrate in auto a Mosul dalla città di Dohuk in compagnia di due ragazze e di un ragazzo cristiani. Le due suore curano e gestiscono una casa-famiglia per orfani di Mosul, nei pressi dell'arcivescovato caldeo. Davanti all'offensiva islamista iniziata lo scorso 9 giugno, le suore e tutti gli ospiti della casa-famiglia avevano lasciato Mosul trovando rifugio nella città di Dohuk, nel Kurdistan iracheno. Da lì suor Atur aveva già effettuato rapide sortite a Mosul per verificare le condizioni della casa e recuperare oggetti e strumenti di lavoro e di studio per le ragazze costrette a abbandonare le proprie dimore. Solo nel comunicato diffuso oggi il Patriarca Sako parla di “rapimento” in merito alla scomparsa delle suore e dei tre ragazzi.