Thomas Tammo
Un gruppo di musulmani di Baghdad,
uomini e donne, si è riunito ieri sera dopo la messa domenicale davanti alla
chiesa caldea di San Giorgio per condannare gli attacchi alla comunità
cristiana di Mosul portati avanti dallo Stato Islamico del Levante e dell'Iraq
(Isis) e per portare la propria solidarietà e vicinanza alla comunità
minacciata. Alcuni di loro si sono presentati davanti alla chiesa con un
cartello dove c'era scritto: "Sono un cristiano iracheno"
I fedeli caldei che li hanno raggiunti dopo la messa hanno
cantato insieme a loro l'inno nazionale; diversi hanno dichiarato: "La mia casa
è aperta per il mio fratello cristiano". Sua Beatitudine Louis Mar Sako, Patriarca di Baghdad, li ha voluti ringraziare: "Questo raduno porta speranza per un nuovo Iraq. Penso soprattutto ai giovani, che hanno il compito e il dovere di cambiare la situazione".
Secondo il leader caldeo "è una vergogna e un crimine cacciare persone innocenti dalle proprie case e confiscare le loro proprietà perché sono 'diversi', perché sono cristiani. Il mondo intero deve ribellarsi contro queste azioni abominevoli".
Noi cristiani, ha concluso, "amiamo i musulmani e li consideriamo fratelli; essi devono fare lo stesso. Siamo tutti uguali in dignità, tutti cittadini dello stesso Paese. Dobbiamo unirci per creare un nuovo Iraq. Grazie a tutti voi, c'è ancora una speranza". Prima di andare via, i cristiani hanno recitato il Padre Nostro e i musulmani la sura al Fatiha [la prima del Corano, che rappresenta il "sunto" del credo musulmano ndt].