By Asia News
di Mar Louis Raphael I Sako
In una lettera aperta indirizzata "a tutti gli
uomini di buona volontà e a coloro che si preoccupano per la nazione
irachena", Mar Sako ricorda ai fratelli musulmani che le azioni del
sedicente Stato islamico sono contrarie al Corano e danneggiano la
grande storia comune di impegno di tutti gli iracheni per la nazione.
"Abbiamo condiviso ricordi buoni e ricordi cattivi, mischiando il nostro
sangue per la nostra terra". Ai cristiani l'invito a "considerare bene
la situazione, radunarsi e continuare a pregare fino a che la crisi non
sarà finita".
I
jihadisti dello Stato islamico del Levante e dell'Iraq "compiono atrocità in
nome della religione, ma vanno contro agli stessi dettami del Corano. Gli iracheni
di tutte le religioni e di tutte le etnie si devono impegnare affinché la
grande eredità comune di questo Paese non vada in frantumi". È quanto scrive il
Patriarca caldeo di Baghdad, Mar Louis Raphael Sako I, in una lettera aperta
indirizzata "a tutti coloro che hanno a cuore l'unità nazionale dell'Iraq" e
inviata ad AsiaNews. Di seguito il testo completo del messaggio.
Alle persone di buona coscienza e buona volontà, in Iraq e
nel mondo,
A tutti i moderati, nostri fratelli e sorelle musulmane in
Iraq e nel mondo,
A tutti coloro che si preoccupano che l'Iraq resti una
nazione per tutti i suoi cittadini,
A tutti i leader, gli intellettuali e gli attivisti per i
diritti umani,
A tutti i difensori della dignità della persona umana e
della libertà religiosa
Vada la pace e la compassione di Dio.
La presa della città di Mosul da parte dei jihadisti
islamici e la loro proclamazione di uno Stato islamico, avvenuta dopo giorni di
compostezza e attesa, ha fatto precipitare la situazione per i cristiani di
quella città e delle aree circostanti. I primi segnali di questa inversione
sono stati il rapimento di due suore e tre orfani, rilasciati dopo 17 giorni. In
un primo momento siamo stati incoraggiati da quanto avvenuto, e abbiamo
considerato il rilascio una fonte di speranza e uno spartiacque. Ma solo per
essere ancora più sorpresi dagli ultimi sviluppi: lo Stato islamico ha emesso
un comunicato per imporre apertamente ai cristiani di convertirsi, oppure
pagare la jizya [tassa imposta dai musulmani ai non musulmani - ndt] senza
specificare il prezzo, oppure lasciare la città e le proprie case con indosso
soltanto i vestiti, senza portare via nulla. Infine hanno emesso una fatwa per
dichiarare che le case dei cristiani sono proprietà dello Stato islamico.
Hanno marchiato con la lettera "N" le case dei cristiani, perché
sarebbero "nazareni"!!! E hanno marchiato con la lettera "R" le case degli
sciiti, che sarebbero traditori ["rejectors" in inglese ndt]. Nessuno sa cosa
porteranno i prossimi giorni, dato che le leggi di questo Stato islamico sono
basate su quella che loro dicono essere la sharia, inclusa la ridefinizione
delle identità sulla base della religione e dell'appartenenza settaria.
Queste richieste offendono i musulmani e la reputazione dell'islam,
che sostiene la libertà per ognuno di avere la religione che preferisce e che
proibisce la costrizione negli affari di fede, e sono in contraddizione con i
1.400 anni di storia e di vita del mondo islamico. Offende la coesistenza con
diverse religioni e diversi popoli, d'Oriente e d'Occidente, vissuta nel rispetto
reciproco del credo religioso e in fraternità. I cristiani - sin dall'avvento
dell'islam e in particolare nel nostro Oriente - hanno condiviso con i
musulmani ricordi felici e amari, hanno mischiato il sangue per la difesa dei
propri diritti e delle proprie terre, hanno costruito insieme città, civiltà ed
eredità comune.
È una vergogna che ora i cristiani vengano rigettati,
espulsi e limitati nella loro vita. È ovvio che questo fenomeno avrà
conseguenze disastrose nel concetto stesso di coesistenza fra la maggioranza e
le minoranze, e persino fra gli stessi musulmani, nel breve e nel lungo
periodo. L'Iraq è sull'orlo di un disastro umanitario, culturale e storico.
Ecco perché noi ci appelliamo con calore fraterno, in
maniera seria e con un senso d'urgenza, ai nostri compagni iracheni che
sostengono questa gente: devono riconsiderare la propria strategia e
rispettare
gli innocenti disarmati, di qualunque etnia, religione o setta. Il
Corano
impone il rispetto degli innocenti e non chiede il sequestro forzato
delle proprietà
delle persone: al contrario esso predica l'aiuto per le vedove, gli
orfani, i deboli e coloro che non hanno difesa. Raccomanda persino di
aiutare tutti i
vicini.
Chiediamo anche ai cristiani della regione di adottare
razionalità e acume, calcolando bene le loro opzioni e cercando di comprendere
cosa è previsto per la loro regione, andando avanti con amore e solidarietà per
costruire una vera fiducia in loro stessi e nei vicini. Radunatevi vicino alle
vostre chiese, siate pazienti, sopportate e pregate fino a che la tempesta non
sarà passata.
+ Louis Raphael I Sako
Patriarca della Chiesa cattolica caldea