By Radiovaticana
Il Papa, nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace, ha invocato la solidarietà internazionale per i cristiani dell’Iraq. “Il mio pensiero – ha detto - si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq, che nel suo cammino verso l’auspicata stabilità e riconciliazione continua ad essere scenario di violenze e attentati”.
Ha ricordato “le recenti sofferenze della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica ‘Nostra Signora del Perpetuo Soccorso’ a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli, mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno fatto seguito, nei giorni successivi, altri attacchi, anche a case private, suscitando paura nella comunità cristiana ed il desiderio, da parte di molti dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita”.
Il Papa ha quindi manifestato la sua vicinanza e quella di tutta la Chiesa, invitando i cristiani iracheni “a continuare ad offrire una coraggiosa testimonianza di fede” in questa terra.
Proprio ieri a Strasburgo 160 eurodeputati hanno consegnato ad una delegazione di vescovi iracheni un documento di sostegno per le comunità cristiane mediorientali.
Tra i presuli presenti, anche mons. Shlemon Warduni vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, che, al microfono di Fausta Speranza, ha lanciato un appello ad ascoltare il grido di dolore della minoranza cristiana di questo Paese:
"Adesso vogliamo orecchi che ci ascoltino. Vogliamo solo i nostri diritti, non vogliamo altro. La pace, la sicurezza, il lavoro per i nostri giovani. Noi diciamo al nostro presidente e al nostro primo ministro: voi ci promettete tante bellissime cose, ottime, ma finora non ne abbiamo vista nessuna realizzarsi. Noi ci aspettiamo gesti concreti, ci aspettiamo che l’Europa difenda i diritti umani e dove questi diritti sono calpestati è necessario che dica ‘no, questo non va bene’. Noi ci aspettiamo da voi che facciate concretamente qualcosa e vi ringraziamo”.
Il Papa, nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace, ha invocato la solidarietà internazionale per i cristiani dell’Iraq. “Il mio pensiero – ha detto - si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq, che nel suo cammino verso l’auspicata stabilità e riconciliazione continua ad essere scenario di violenze e attentati”.
Ha ricordato “le recenti sofferenze della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica ‘Nostra Signora del Perpetuo Soccorso’ a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli, mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno fatto seguito, nei giorni successivi, altri attacchi, anche a case private, suscitando paura nella comunità cristiana ed il desiderio, da parte di molti dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita”.
Il Papa ha quindi manifestato la sua vicinanza e quella di tutta la Chiesa, invitando i cristiani iracheni “a continuare ad offrire una coraggiosa testimonianza di fede” in questa terra.
Proprio ieri a Strasburgo 160 eurodeputati hanno consegnato ad una delegazione di vescovi iracheni un documento di sostegno per le comunità cristiane mediorientali.
Tra i presuli presenti, anche mons. Shlemon Warduni vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, che, al microfono di Fausta Speranza, ha lanciato un appello ad ascoltare il grido di dolore della minoranza cristiana di questo Paese:
"Adesso vogliamo orecchi che ci ascoltino. Vogliamo solo i nostri diritti, non vogliamo altro. La pace, la sicurezza, il lavoro per i nostri giovani. Noi diciamo al nostro presidente e al nostro primo ministro: voi ci promettete tante bellissime cose, ottime, ma finora non ne abbiamo vista nessuna realizzarsi. Noi ci aspettiamo gesti concreti, ci aspettiamo che l’Europa difenda i diritti umani e dove questi diritti sono calpestati è necessario che dica ‘no, questo non va bene’. Noi ci aspettiamo da voi che facciate concretamente qualcosa e vi ringraziamo”.