"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

23 dicembre 2010

I cristiani iracheni possono perdonare, ma non dimenticare

By Baghdadhope*

In ogni comunità c'è un evento che più degli altri rimane nella memoria dei suoi membri.
Tra quelli che hanno colpito la comunità irachena cristiana in questi anni e che l'hanno decimata, la strage del 31 ottobre nella chiesa di Nostra Signora della Salvezza rimarrà per sempre esempio della sua sofferenza.
Le modalità dell'attacco, un'irruzione con presa di ostaggi durante la funzione in una chiesa del centro di Baghdad, ma anche le modalità del suo termine, le interminabili ore in cui la polizia irachena non è intervenuta, i terroristi che hanno compiuto l'ultimo scempio facendo detonare le cinture esplosive che indossavano ed imbrattando del loro odio cose e persone, sono cose che non si possono cancellare facilmente.
Si può perdonare, certo, e molti lo hanno già fatto e lo faranno, ma dimenticare è impossibile.
Per questa ragione i media sono ancora invasi da fotografie del massacro, da preghiere e dediche ai martiri di quel giorno.
Martiri che sono ricordati anche in altri modi.

Nella chiesa caldea di Mar Eliya a Baghdad il presepe di quest'anno ricorda proprio quel giorno, come conferma a Baghdadhope il suo parroco, Padre Douglas Al Bazi, che spiega come ad essi sarà dedicato anche lo spazio per la vendita di libri e le celebrazioni che si terranno nei prossimi giorni di festa cristiana.
A proposito dei prossimi giorni di festa, Padre, come si svolgeranno?
"Cercheremo di fare del nostro meglio perchè siano giorni di gioia e serenità ma ovviamente è difficile. So che la gente verrà in chiesa, ma anche che molte famiglie sono fuggite ed altre hanno deciso di passare almeno il periodo natalizio nel nord alla ricerca di tranquillità. Nella nostra chiesa, dopo la messa di Natale, ci sarà un incontro con i bambini che frequentano il catechismo ed uno con le loro famiglie ma certo non sarà spensierato. Non è il presepe che ci ricorda ciò che è successo ma l'assenza di parenti ed amici."
Si è molto scritto che a causa di ciò che è successo non ci saranno funzioni serali, lo conferma?
"Certo, ma allo stesso tempo è bene chiarire che il non tenere funzioni serali non è legato agli ultimi avvenimenti. Non ricordo bene, ma i motivi di sicurezza ci hanno spinto a cancellarle già dal 2004 o 2005. Non è una novità, dunque."
Quindi funzioni alla luce del giorno..
"Certo, ed è già difficile così. La chiesa di Nostra Signora della Salvezza, come molte altre, è completamente circondata da barriere e muri di cemento e cordoni di sicurezza ma non si è mai abbastanza prudenti."
Oltre agli incontri con i bambini e le famiglie avete pensato ad altre iniziative per Natale?
"Si, proprio per celebrare la festa dell'amore e della pace abbiamo chiesto ai bambini della nostra scuola di partecipare, su base assolutamente volontaria, ad una raccolta di piccoli regali per i loro coetanei ospitati in un orfanotrofio governativo di Baghdad. Alla scuola sono iscritti 600 bambini, 400 alla primaria e 200 all'asilo, divisi in 18 classi. Ci aspettavamo quindi di raccogliere 18 scatole ma proprio ieri, finita la conta, ci siamo resi conti che le scatole piene di giocattoli, vestiti o anche dolci, sono ben 50. Una risposta fortissima che dimostra quanto nei bambini non ci sia odio nè cattiveria e quanto sia importante dare loro la possibilità di esprimere l'amore che invece riempie i loro cuori. "
Padre, la maggioranza dei bambini che frequentano la scuola della sua chiesa è musulmana..
"Si, l'82% di loro sono musulmani"
... come spiega che queste famiglie hanno accettato che sia la chiesa a fare da tramite tra esse e l'orfanotrofio governativo invece di rivolgersi ad altre strutture?
"Le famiglie dei bambini ci conoscono. Conoscono tutte le 54 persone che lavorano a vario titolo nella scuola e sanno che i regali da noi raccolti finiranno direttamente nelle mani dei piccoli orfani, tutti musulmani, per i quali questo è il mese di Muharram, il nuovo anno islamico, e quindi un periodo di festa. Si fidano di noi. E poi i bambini sono bambini, musulmani, cristiani, con famiglie o orfani. Sono il futuro."