By AGI
In Iraq sono 835 i detenuti in attesa dell'esecuzione capitale: a renderlo noto e' stato il ministro dell'Interno iracheno, Jawad al-Bolani, all'indomani dell'appello lanciato dall'inviato dell'Onu a Baghdad, Ad Melkert, per l'abolizione della condanna a morte nel Paese. In una conferenza stampa dedicata alle misure anti-terrorismo adottate dal governo, Bolani ha precisato che i tribunali iracheni hanno condannato 14.500 persone, di cui 835 all'esecuzione capitale.
A luglio il portavoce governativo Ali al-Dabbagh aveva reso noto che dal 2005 al 2009 erano state eseguite 230 condanne a morte. Sul funzionamento della giustizia in Iraq si e' consumato anche un inedito 'botta e risposta' tra il governo e le Ong.
Alcuni giorni fa Amnesty International aveva affermato che nelle prigioni del Paese sono detenute circa 30 mila persone, molte delle quali imprigionate "senza processo" e sottoposte a "torture e abusi". "Centinaia di detenuti, inclusi alcuni in attesa dell'esecuzione capitale, sono stati condannati sulla base di confessioni estorte con le torture", aveva denunciato l'organizzazione per i diritti umani. Il sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, Boshu Ibrahim Ali, ha risposto alle accuse di Amnesty precisando che le persone attualmente detenute sono 24.560.
Secondo l'esponente governativo gli attivisti "hanno esagerato" le cifre dei prigionieri, senza tenere conto della suddivisione tra condannati e semplici detenuti in attesa di giudizio.
Parlando al quotidiano saudita al-Sharq al-Awsat, Ali ha anche precisato che ogni prigioniero "costa al ministero della Giustizia dai 25 ai 30 dollari al mese": una somma che comprende cibo, alloggio, vestiti e servizi.
In Iraq sono 835 i detenuti in attesa dell'esecuzione capitale: a renderlo noto e' stato il ministro dell'Interno iracheno, Jawad al-Bolani, all'indomani dell'appello lanciato dall'inviato dell'Onu a Baghdad, Ad Melkert, per l'abolizione della condanna a morte nel Paese. In una conferenza stampa dedicata alle misure anti-terrorismo adottate dal governo, Bolani ha precisato che i tribunali iracheni hanno condannato 14.500 persone, di cui 835 all'esecuzione capitale.
A luglio il portavoce governativo Ali al-Dabbagh aveva reso noto che dal 2005 al 2009 erano state eseguite 230 condanne a morte. Sul funzionamento della giustizia in Iraq si e' consumato anche un inedito 'botta e risposta' tra il governo e le Ong.
Alcuni giorni fa Amnesty International aveva affermato che nelle prigioni del Paese sono detenute circa 30 mila persone, molte delle quali imprigionate "senza processo" e sottoposte a "torture e abusi". "Centinaia di detenuti, inclusi alcuni in attesa dell'esecuzione capitale, sono stati condannati sulla base di confessioni estorte con le torture", aveva denunciato l'organizzazione per i diritti umani. Il sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, Boshu Ibrahim Ali, ha risposto alle accuse di Amnesty precisando che le persone attualmente detenute sono 24.560.
Secondo l'esponente governativo gli attivisti "hanno esagerato" le cifre dei prigionieri, senza tenere conto della suddivisione tra condannati e semplici detenuti in attesa di giudizio.
Parlando al quotidiano saudita al-Sharq al-Awsat, Ali ha anche precisato che ogni prigioniero "costa al ministero della Giustizia dai 25 ai 30 dollari al mese": una somma che comprende cibo, alloggio, vestiti e servizi.