By ZENIT
Una delegazione di Vescovi iracheni illustrerà la situazione dei cristiani nel loro Paese il 14 e il 15 dicembre presso la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, di fronte ai membri dell'organismo.
Una delegazione di Vescovi iracheni illustrerà la situazione dei cristiani nel loro Paese il 14 e il 15 dicembre presso la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, di fronte ai membri dell'organismo.
“Vogliamo che l'Europa e l'Occidente esercitino pressioni sul Governo iracheno perché si garantiscano i diritti dei cristiani e delle minoranze religiose”, ha spiegato l'Arcivescovo di Mosul dei Siri, monsignor Basile Georges Casmoussa.
Secondo quanto ha reso noto martedì scorso “L'Osservatore Romano”, la delegazione è composta dall'Arcivescovo Casmoussa, dal vicario patriarcale caldeo di Baghdad dei Siri, monsignor Matti Shaba Matoka, e dal vicario patriarcale caldeo di Baghdad, monsignor Shlemon Warduni.
“Noi non vogliamo scappare e abbandonare l'Iraq”, ha spiegato l'Arcivescovo Casmoussa. Vogliamo continuare a vivere qui, ma in pace”.
“Ringraziamo tutti quei Paesi disposti ad accettare i cristiani iracheni in fuga, ma non è questa la soluzione”, ha aggiunto.
Secondo il presule, “non si può accettare” la situazione di violenza che vive il Paese.
“Per aiutare i cristiani in Iraq è necessario garantire la sicurezza, poter professare liberamente il proprio credo e frequentare senza paura i luoghi di culto”.
L'iniziativa dei presuli di recarsi a Strasburgo si inserisce in una serie di azioni volte a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni internazionali sulla violenza anticristiana in Iraq.
Secondo quanto ha reso noto martedì scorso “L'Osservatore Romano”, la delegazione è composta dall'Arcivescovo Casmoussa, dal vicario patriarcale caldeo di Baghdad dei Siri, monsignor Matti Shaba Matoka, e dal vicario patriarcale caldeo di Baghdad, monsignor Shlemon Warduni.
“Noi non vogliamo scappare e abbandonare l'Iraq”, ha spiegato l'Arcivescovo Casmoussa. Vogliamo continuare a vivere qui, ma in pace”.
“Ringraziamo tutti quei Paesi disposti ad accettare i cristiani iracheni in fuga, ma non è questa la soluzione”, ha aggiunto.
Secondo il presule, “non si può accettare” la situazione di violenza che vive il Paese.
“Per aiutare i cristiani in Iraq è necessario garantire la sicurezza, poter professare liberamente il proprio credo e frequentare senza paura i luoghi di culto”.
L'iniziativa dei presuli di recarsi a Strasburgo si inserisce in una serie di azioni volte a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni internazionali sulla violenza anticristiana in Iraq.