"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 ottobre 2016

Iraq, la gioia dei cristiani di Qaraqosh / VIDEO

By Avvenire
Luca Geronico



Quando martedì sera è giunta la notizia che Qaraqosh era stata libera anche nel centro di accoglienza di Nestiman, nel centro di Erbil, è scoppiata la festa popolare. Da Qaraqosh proviene almeno il 50 per cento dei profughi cristiani da due anni ad Erbil.
"È stata come la festa quando si annuncia la Pasqua, anzi ancora di più. Ci è venuta la pelle d'oca", spiega padre Jalal Jako, rogazionista pure lui nativo della cittadina cristiana a una cinquantina di chilometri da Mosul. Una festa per la liberazione e la speranza di fare ritorno a casa.
Poi, però, la notizia che il Daesh era riuscito a rientrare in alcuni isolati infestati di cecchini. La città, attraverso il tam tam dei social, è descritta semidistrutta e deserta. "Non è possibile ritornare così", dicono tutti. Dopo la gioia per la liberazione ancora incertezza e la sofferenza di prolungare l'attesa nei campi profughi.