"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

28 ottobre 2016

Bassora, prima vittima della legge anti-alcol: Uomini armati uccidono un negoziante cristiano


Foto Chaldean Nation
In Iraq si registra la prima vittima (cristiana) della controversa norma, approvata di recente dal Parlamento, che ha messo al bando la vendita, l’importazione e la produzione di alcol. A confermare la notizia sono fonti del Patriarcato caldeo interpellate da AsiaNews, secondo cui la vittima si chiamava Nazar Elias Jaji Al Kas Putrus e possedeva un negozio di alcolici a Bassora, nel sud del Paese. 
Egli era un siro-cattolico originario di Qaraqosh, antica città assira che sorge nei pressi di Mosul, nella piana di Ninive, nel nord dell’Iraq. Nazar Elias era nato nel 1969, era sposato e padre di cinque figli. 
Due anni fa, con l'invasione dello Stato islamico (SI) di Mosul e dei villaggi cristiani della piana di Ninive, egli aveva dovuto fuggire cercando riparo (e sicurezza) a Bassora, città del sud a larga maggioranza sciita.
A differenza della maggioranza delle famiglie assiro-caldee che si sono riversate nel Kurdistan irakeno, egli aveva deciso di trasferirsi al sud, dove ha aperto un negozio  per la vendita di generi alimentari, fra i quali vi erano anche alcolici. Una attività esercitata solo da cristiani e da membri di altre minoranze religiose, perché - secondo quanto prevede l’islam - ai musulmani è vietato il consumo e la vendita di alcolici anche se la norma non viene applicata con rigore nel Paese.
Secondo quanto riferiscono le fonti del Patriarcato egli “è stato assassinato alle 11.30 di sera del 26 ottobre scorso”, a soli tre giorni di distanza dall’approvazione in Parlamento della norma anti-alcol. “Uomini armati, a bordo di un motociclo e a volto coperto” gli si sono avvicinati e “hanno aperto il fuoco”, uccidendolo “a sangue freddo”.
Dietro l’omicidio, avvenuto “nei pressi di un ristorante e sulla pubblica via”, vi sarebbe proprio “la professione esercitata dall’uomo”, che di recente è finita nel mirino dell’ala conservatrice della leadership irakena. 
“L’omicidio di Nazar Elias - proseguono le fonti di AsiaNews - non è il solo caso di violenze avvenuto nelle ultime ore nel Paese a causa della legge anti-alcol. Anche a Karrada, quartiere della capitale Baghdad, anonimi assalitori hanno fatto esplodere un negozio in cui si vendeva alcol”.
Il patriarcato caldeo definisce la legge anti-alcol una “norma liberticida” e che “in un tempo critico come questo”, in cui è in corso l’offensiva nel nord “contro Daesh” [acronimo arabo per lo SI] “fa male a tutti e, in particolare, all’unità nazionale”. “È una legge folle - conclude la fonte - come quella della carta di identità relativa ai minori” in base alla quale i figli di una coppia in cui uno dei due genitori sia musulmano, diventano essi stessi musulmani.
La legge contro la vendita di alcol è stato oggetto di feroci critiche anche da parte del presidente della repubblica, il curdo Fuad Masum, ed è già stata impugnata da un gruppo di parlamentari. A guidare la protesta il deputato cristiano Yonadam Kanna.