"Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per sostenere le persone in Iraq. Per le Chiese, la preghiera è una forza”, spiega Karin Wiborn, segretario generale del Consiglio delle Chiese cristiane in Svezia, annunciando la celebrazione ecumenica che nel pomeriggio dell’8 settembre si svolgerà nella cattedrale di Stoccolma con la partecipazione dei responsabili di tutte le Chiese nel Paese. “Profonda preoccupazione per le persecuzioni” in Iraq era stata espressa in una dichiarazione del Consiglio interreligioso della Svezia il 28 agosto, con la richiesta che “le organizzazioni internazionali agiscano contro questi abusi” e che “quanto accade in Iraq non venga utilizzato per alimentare altri conflitti, ma si costruisca una piattaforma per l’unità contro l’oppressione delle minoranze”.
Un invito alla preghiera e alla solidarietà concreta era arrivato dall’arcivescovo cattolico di Stoccolma, Anders Arborelius, il 13 agosto. Scriveva mons. Arborelius: “Possiamo mostrare la nostra solidarietà anche in altri modi, per esempio cercando di influenzare i nostri governi affinché accolgano un numero maggiore di rifugiati dall’Iraq”, come egli stesso aveva scritto in una lettera al primo ministro. “Non stanchiamoci di pregare per i nostri fratelli cristiani e per tutte le vittime degli orrori della guerra e di sostenerli in ogni modo”, concludeva il vescovo.