"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

15 settembre 2014

"Adotta un cristiano di Mosul": il grazie del vescovo per i primi aiuti


Mons. Amel Nona, vescovo caldeo di Mosul, anch'egli rifugiato, ringrazia tutti i donatori della campagna lanciata da AsiaNews. La situazione è sempre più difficile per il numero enorme di profughi e per l'arrivo dell'inverno e della neve, che rendono impossibile alloggiare nelle tende o all'aperto. La crisi, un'occasione che rende attiva la fede dei cristiani.

Mons. Amel Nona, vescovo caldeo di Mosul, anch'egli rifugiato in Kurdistan, ci ha scritto una lettera per ringraziarci della prima tranche di aiuti, giunti a lui come presidente del Comitato dei vescovi responsabili della distribuzione. La lettera è indirizzata ad AsiaNews, ma lo stesso vescovo ringrazia "tutti i donatori" - e sono migliaia - che hanno testimoniato la vicinanza alla loro situazione. Tale solidarietà è importante dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista spirituale, perché comprende l'importanza "che i cristiani di questo Paese abbiano il diritto a vivere come gli altri uomini, con dignità e libertà".
La situazione sul terreno è ancora molto drammatica e diviene sempre più difficile: alla povertà, all'assottigliarsi dei fondi, alla mancanza di alloggi per decine di migliaia di persone, si aggiunge ora il sopravvenire dell'inverno, del freddo e della neve che rende impossibile ai rifugiati poter vivere nelle tende, o all'aperto nelle aiuole spartitraffico, o nelle scuole.
Mons. Nona e la Chiesa in Kurdistan stanno svolgendo un lavoro gigantesco, oltre le proprie forze, non essendo la Chiesa "una potente organizzazione umanitaria internazionale". Il vescovo spera che si possa trovare una soluzione veloce per far tornare i profughi alle loro case conquistate dall'esercito islamico. Ma è soprattutto cosciente che la preghiera potrà trasformare "la nostra crisi" in "un'occasione per unire tutti i cristiani rendendoci attivi nella fede".
Di fronte al perdurare dell'emergenza, è necessario continuare la nostra campagna "Adotta un cristiano di Mosul", con le modalità già indicate (clicca qui). Di seguito, il testo della lettera di mons. Amel Nona:

P. Bernardo Cervellera
Direttore
AsiaNews
                                        Voglio informarla che il 9 settembre 2014 ho ricevuto la somma di 279.219 euro inviata da voi con la campagna "Adotta un cristiano di Mosul", per aiutare i nostri cristiani di Mosul e della piana di Nineveh rifugiati  nella regione Kurdistan-Iraq.
Quale responsabile del comitato dei vescovi che organizza gli aiuti umanitari ai cristiani rifugiati, a nome mio e a nome di tutti i vescovi membri di questo comitato - che sono cattolici e non cattolici - ringrazio lei e tutti i donatori che hanno testimoniato la realtà della fede Cristiana verso la persona umana, tramite il dono che avete offerto per sostenere i cristiani iracheni, nella dignità, nella loro vita.
La nostra situazione è veramente drammatica, perché tutti questi nostri fedeli sono stati spogliati di ogni cosa: case, proprietà, lavoro, chiese,.. E sono arrivati nella regione del Kurdistan senza niente.
Si può sopportare tale situazione per un breve periodo, ma con il passare del tempo, senza una soluzione per l'area controllata dall'Isis, si creano tanti problemi e difficoltà.
La gente ha perso la fiducia nel Paese, nella loro terra, nei vicini, nell'autorità...
Gli aiuti umanitari si riducono di giorno in giorno, e i rifugiati si sentono sempre più bisognosi. Vivere sotto le tende, o nei giardini, oppure nelle scuole non è più possibile perché la stagione sta cambiando e l'inverno bussa alle porte. Abbiamo tantissima gente senza casa e neanche un tetto che li possa coprire.
Stiamo cercando di trovare una soluzione per il problema dell'alloggio, ma non riusciamo a ospitare tutti perché il numero è grandissimo: noi non siamo una potente organizzazione umanitaria internazionale, sebbene tutti i nostri cristiani ci domandino con insistenza di aiutarli.
Le nostre possibilità sono limitate perché tutto il Paese sta attraversando una fase difficile di divisione religiosa ed etnica, accompagnata da una vera guerra civile e dalla sfiducia reciproca tra le parti politiche e sociali.
Fin da primo giorno della crisi la Chiesa sta facendo di tutto per trovare una risposta vera e degna per i suoi figli. E ringraziamo Dio che nonostante tante difficoltà abbiamo organizzato almeno per un po' gli aiuti per i nostri fedeli, cercando di dare loro il minimo per vivere come persone umane, sempre sperando in una soluzione giusta e rapida per la nostra terra.
La vostra partecipazione nella solidarietà, ci dà forza non solo perché ci aiuta materialmente - e ciò è importantissimo - ma anche perché sentiamo che abbiamo fratelli e sorelle cristiani vicini a noi, che comprendono quanto sia importante che i cristiani di questo Paese abbiano il diritto a vivere come gli altri uomini, con dignità e libertà.
Ancora una volta vi ringrazio tutti, pregando il Signore che la nostra crisi sia un'occasione per unire tutti i cristiani rendendoci attivi nella fede.

Il Signore vi benedica

+ Amel NONA
Arcivescovo di Mosul dei caldei
14 settembre 2014