By SIR
“Penso che il mondo musulmano stia
vivendo una crisi” e debba “avere il coraggio di dire le cose come sono e
cercare soluzioni”. È il parere del patriarca di Babilonia dei Caldei,
Luis Raphaël I Sako. Parlando ai giornalisti a margine dell’incontro
delle religioni per la pace che si conclude oggi ad Anversa, il
patriarca ha detto: “Si deve essere coscienti di cosa vuol dire dialogo e
pace e impegnarsi non solo a parole ma nel concreto. Purtroppo alcuni
usano un doppio linguaggio”. All’Islam oggi spetta un importante compito
di lettura esegetica dei testi sacri. “Non si può prendere alla
lettera” il testo. Bisogna fare “come facciamo noi con la Bibbia”: “Loro
devono fare questo lavoro di interpretazione per la formazione
soprattutto nelle scuole di una nuova generazione. Altrimenti l’Islam
non ha futuro Dappertutto c’è violenza. I cristiani vanno via. Va bene,
ma dopo? Questi jihadisti andranno ad uccidere i loro fratelli”. “Il
cristianesimo - fa notare il patriarca - oggi non è come era nel
Medioevo e loro devono imparare dalla nostra esperienza. Se l’Islam
vuole essere accettato ed avere un avvenire, deve essere aggiornato.
Oggi, questa ideologia che combatte la vita, la cultura, il pluralismo,
che futuro può avere?”.
Riguardo alla situazione irachena, il patriarca ritiene che ci debba essere “un intervento militare internazionale” perché “il governo centrale è incapace. Controlla solo la metà del Paese. E poi è debole. Non c’è esercito professionale. Anche i curdi non hanno armi. Mentre Isis è uno stato forte, ben preparato. Non possiamo combatterlo da soli”. Quanto poi alla presenza e alla vicinanza di Papa Francesco ha detto: “È il pastore del mondo cristiano e non solo dei cattolici. Non è un Papa per Roma ma un Papa per tutti. E lui ha detto che è pronto ad andare dove c’è bisogno e io dico che noi abbiamo bisogno di lui, della sua presenza”. E in un video sul canale YouTube del Sir (clicca qui), il patriarca ringrazia “tutti gli italiani per la vicinanza, preghiera e la solidarietà”: “120 mila cristiani hanno lasciato i loro villaggi e le loro case e vivono in una situazione miserabile. Abbiamo il timore di essere dimenticati. Adesso comincia l’inverno e cominciano le scuole e non sappiamo come possono vivere. Faccio appello al mondo intero di fare qualcosa per liberare i villaggi cristiani perché queste persone possano tornare nelle loro case e vivere con dignità e libertà e nella sicurezza”.
Riguardo alla situazione irachena, il patriarca ritiene che ci debba essere “un intervento militare internazionale” perché “il governo centrale è incapace. Controlla solo la metà del Paese. E poi è debole. Non c’è esercito professionale. Anche i curdi non hanno armi. Mentre Isis è uno stato forte, ben preparato. Non possiamo combatterlo da soli”. Quanto poi alla presenza e alla vicinanza di Papa Francesco ha detto: “È il pastore del mondo cristiano e non solo dei cattolici. Non è un Papa per Roma ma un Papa per tutti. E lui ha detto che è pronto ad andare dove c’è bisogno e io dico che noi abbiamo bisogno di lui, della sua presenza”. E in un video sul canale YouTube del Sir (clicca qui), il patriarca ringrazia “tutti gli italiani per la vicinanza, preghiera e la solidarietà”: “120 mila cristiani hanno lasciato i loro villaggi e le loro case e vivono in una situazione miserabile. Abbiamo il timore di essere dimenticati. Adesso comincia l’inverno e cominciano le scuole e non sappiamo come possono vivere. Faccio appello al mondo intero di fare qualcosa per liberare i villaggi cristiani perché queste persone possano tornare nelle loro case e vivere con dignità e libertà e nella sicurezza”.