"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

15 ottobre 2010

Testimonianze dal Sinodo: aiutare i cristiani a restare in Medio Oriente

By Radiovaticana

“Non temere, piccolo gregge”, questi versetti del Vangelo di Luca risuonano come monito e incoraggiamento per quei cristiani del Medio Oriente che di fronte a conflittualità, difficoltà economiche, limitazioni politiche e religiose, per disperazione scelgono di emigrare in Occidente. Al microfono di Paolo Ondarza si sofferma su questo aspetto uno dei presuli della diaspora presenti al Sinodo: mons. Ibrahim Namo Ibrahim, vescovo di San Tommaso Apostolo di Detroit dei Caldei, negli Stati Uniti:
R. – Siamo felici di partecipare a questo Sinodo per sapere ciò che la Chiesa cattolica pensa del problema dell’emigrazione degli orientali verso l’Occidente. Ci sono idee, ma è veramente necessario trovare il modo per convincere i cristiani del Medio Oriente a non partire. Altrimenti in questi Paesi musulmani non ci sarà più futuro per i cristiani.
D. – Che cosa vuol dire per i cristiani rimanere in queste terre?
R. – Se non c’è nessuno che sostiene o supporta la loro esistenza, i cristiani del Medio Oriente devono andar via. Per questo motivo noi ci troviamo negli Stati Uniti: un Paese che offre opportunità per il futuro dei bambini e delle famiglie.
D. – E le famiglie che vivono nella sua comunità negli Stati Uniti, pensano un giorno di ritornare? Sognano di ritornare?
R. – Non in queste circostanze: assolutamente no. Ma forse, in futuro … Non si sa come sarà il futuro …