By Baghdadhope*
Mentre l'intera gerarchia cattolica irachena si sta preparando al sinodo sul Medio oriente che si terrà a Roma dal 10 al 24 ottobre continua la fuga dei cristiani da Mosul.
Le decine di migliaia di fedeli che vivevano in città prima dell'ultima guerra si sono ridotte a non più di 700 famiglie, come ha ricordato all'Avvenire Mons. Emil Shimoun Nona, il vescovo caldeo di Mosul, che ha anche specificato come il loro rimanere non sia stato dettato da altro che dalla povertà che ha impedito loro la fuga.
Ci sono però casi in cui neanche lo spettro della miseria può vincere il terrore di morire.
Secondo alcune fonti di Ankawa.com, infatti, tre famiglie cristiane hanno precipitosamente lasciato le proprie case nel quartiere di Al-zuhoor dopo l'esplosione di un ordigno posto in un contenitore dei rifiuti davanti ad una di esse che, fortunatamente, ha causato solo danni materiali ma ha convinto le tre famiglie a fuggire per timore di ulteriori attacchi e con nel cuore il ricordo del terribile autunno del 2008 quando gli attacchi ai cristiani di Mosul causarono decine di morti e la fuga di migliaia di cristiani dalla città.
Riusciranno i partecipanti al sinodo a trovare una soluzione che davvero possa rappresentare per queste famiglie una ragione per tornare alle proprie case nonostante i pericoli,"salvando" così la presenza cristiana nella città?
In fondo è lo stesso vescovo caldeo, Mons. Nona, ad affermare che solo Dio sa quando Mosul sarà una città tranquilla e pacificata e che in caso di un'ennesima guerra civile "per i cristiani, già duramente provati, sarebbe la fine."
Le decine di migliaia di fedeli che vivevano in città prima dell'ultima guerra si sono ridotte a non più di 700 famiglie, come ha ricordato all'Avvenire Mons. Emil Shimoun Nona, il vescovo caldeo di Mosul, che ha anche specificato come il loro rimanere non sia stato dettato da altro che dalla povertà che ha impedito loro la fuga.
Ci sono però casi in cui neanche lo spettro della miseria può vincere il terrore di morire.
Secondo alcune fonti di Ankawa.com, infatti, tre famiglie cristiane hanno precipitosamente lasciato le proprie case nel quartiere di Al-zuhoor dopo l'esplosione di un ordigno posto in un contenitore dei rifiuti davanti ad una di esse che, fortunatamente, ha causato solo danni materiali ma ha convinto le tre famiglie a fuggire per timore di ulteriori attacchi e con nel cuore il ricordo del terribile autunno del 2008 quando gli attacchi ai cristiani di Mosul causarono decine di morti e la fuga di migliaia di cristiani dalla città.
Riusciranno i partecipanti al sinodo a trovare una soluzione che davvero possa rappresentare per queste famiglie una ragione per tornare alle proprie case nonostante i pericoli,"salvando" così la presenza cristiana nella città?
In fondo è lo stesso vescovo caldeo, Mons. Nona, ad affermare che solo Dio sa quando Mosul sarà una città tranquilla e pacificata e che in caso di un'ennesima guerra civile "per i cristiani, già duramente provati, sarebbe la fine."