By Radiovaticana, 8 ottobre 2010
Dopo l’Abruzzo, tornerà a sventolare a Torino la bandiera della pace del Sermig - Servizio Missionario Giovanile - fondato nel 1964 dall’ex bancario Ernesto Olivero, responsabile oggi della “Fraternità della Speranza”, comunità che attira giovani, sposi, famiglie, sacerdoti e religiosi accomunati dall’impegno per i poveri e nella formazione. All’Arsenale della Pace, ex fabbrica di armi convertita in luogo di accoglienza degli ultimi, in “università del dialogo” tra ebrei, cristiani e musulmani, nel cuore vivo e multirazziale della città – in piazza Borgo Dora – si lavora, infatti, al terzo appuntamento mondiale dei Giovani della Pace, fissato per il 16 ottobre.
“Il mondo si può cambiare” è il titolo dell’evento rivolto ai giovani intenzionati ad abbandonare paura, sfiducia, degrado morale per lasciare posto alla speranza, ai sogni, all’etica. Una “proposta per un nuovo stile di vita”, recita lo slogan sul sito del Sermig realizzato per informare sull’incontro mondiale (www.giovanipace.org).
«Il racconto che il mondo si può cambiare è la buona notizia che la nostra credibilità ci ha messo la faccia, è raccontare con la nostra vita la bella notizia del nostro crederci a quanti sono stanchi e oppressi», ha scritto Ernesto Olivero in un messaggio indirizzato ai tremila giovani che si sono riuniti questa estate a Collemaggio, in Abruzzo, in vista dell’appuntamento mondiale nel capoluogo piemontese.
Intanto, l’attività del Sermig procede anche su altri fronti: inizieranno dal 26 ottobre gli incontri internazionali presso “l’Università del Dialogo” nell’Arsenale della Pace.
Il primo ospite sarà l’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman, invitato a parlare sul tema “La fede ha i suoi diritti. L’esperienza dei cristiani in Iraq”.
Dopo l’Abruzzo, tornerà a sventolare a Torino la bandiera della pace del Sermig - Servizio Missionario Giovanile - fondato nel 1964 dall’ex bancario Ernesto Olivero, responsabile oggi della “Fraternità della Speranza”, comunità che attira giovani, sposi, famiglie, sacerdoti e religiosi accomunati dall’impegno per i poveri e nella formazione. All’Arsenale della Pace, ex fabbrica di armi convertita in luogo di accoglienza degli ultimi, in “università del dialogo” tra ebrei, cristiani e musulmani, nel cuore vivo e multirazziale della città – in piazza Borgo Dora – si lavora, infatti, al terzo appuntamento mondiale dei Giovani della Pace, fissato per il 16 ottobre.
“Il mondo si può cambiare” è il titolo dell’evento rivolto ai giovani intenzionati ad abbandonare paura, sfiducia, degrado morale per lasciare posto alla speranza, ai sogni, all’etica. Una “proposta per un nuovo stile di vita”, recita lo slogan sul sito del Sermig realizzato per informare sull’incontro mondiale (www.giovanipace.org).
«Il racconto che il mondo si può cambiare è la buona notizia che la nostra credibilità ci ha messo la faccia, è raccontare con la nostra vita la bella notizia del nostro crederci a quanti sono stanchi e oppressi», ha scritto Ernesto Olivero in un messaggio indirizzato ai tremila giovani che si sono riuniti questa estate a Collemaggio, in Abruzzo, in vista dell’appuntamento mondiale nel capoluogo piemontese.
Intanto, l’attività del Sermig procede anche su altri fronti: inizieranno dal 26 ottobre gli incontri internazionali presso “l’Università del Dialogo” nell’Arsenale della Pace.
Il primo ospite sarà l’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman, invitato a parlare sul tema “La fede ha i suoi diritti. L’esperienza dei cristiani in Iraq”.