"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

23 ottobre 2010

ASIA/IRAQ - Emergenza educativa: un campo della missione

By Fides, 23 ottobre 2010

La missione della Chiesa in Iraq è sempre più attenta all’emergenza educativa e alla necessità dell’accesso all’istruzione per le fasce più povere e svantaggiate della popolazione. Alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, l’Agenzia Fides si sofferma sulla situazione dell’Iraq, dove la Chiesa, con il suo impegno, contribuisce al bene e alla crescita della società.
Il nuovo Iraq rischia l’analfabetismo di massa: un iracheno su cinque, nella fascia di età compresa fra 10 e 49 anni, non sa né leggere né scrivere: lo afferma un recente studio della “Inter Agency Information and Analysis Unit” (IAU) delle Nazioni Unite. Fra le donne la percentuale di analfabeti è oltre il doppio di quella degli uomini (24% contro l’11%). Notevole la disparità anche fra le zone urbane (14%) e quelle rurali (25%).
L’Unità delle Nazioni Unite, che ha preparato lo studio nel settembre scorso, sottolinea che i tassi di alfabetizzazione hanno un impatto determinante su tutti gli aspetti della vita: occupazione, salute, partecipazione alla vita pubblica, e attitudini sociali. Chi è analfabeta è svantaggiato: le famiglie il cui capofamiglia non sa leggere né scrivere hanno più probabilità di vivere in condizioni di privazione (senz’acqua, fognature, cibo a sufficienza, elettricità, e servizi).
Fra i giovani, in particolare, dice lo studio, quelli che non sanno leggere e scrivere hanno molta più difficoltà a far sentire la propria voce nelle istituzioni politiche e sociali. Lo studio nota l’assenza di una strategia nazionale globale, i fondi insufficienti per programmi di alfabetizzazione, nonché una struttura amministrativa inefficiente a livello centrale, provinciale, e della comunità per lottare contro il fenomeno.
Si sottolineata la mancanza di coordinamento fra il governo, la società civile, le organizzazioni non governative, e il settore privato: per questo la Chiesa cattolica irachena continua a impegnarsi nel settore dell’istruzione: l’Arcivescovo caldeo di Mosul, ad esempio, ha annunciato che a gennaio 2011 inizierà la costruzione di una nuova scuola come segno di speranza per la gente.
S. Ecc. Mons. Emil Shimoun Nona, 42 anni, nominato a gennaio 2010, ha dichiarato in una lettera che la diocesi si impegnerà a costruire una nuova scuola, nell’antico villaggio cattolico caldeo di Karmless. Il villaggio, ha spiegato, è pieno di sfollati interni cattolici che vi si sono rifugiati. La nuova scuola diocesana, con il nome del patrono “Mar Adday”, “si propone di accogliere studenti di tutte le religioni: cristiani, musulmani e yazidi, di Karmless e dintorni”, nell’autunno 2011.
Il presule ha espresso la speranza che questo progetto aiuti le persone creando più posti di lavoro, ma dando anche ai cattolici “un’opportunità di fare qualcosa in cui spicchiamo”. “L’istruzione – ha ricordato – è stata un carisma della nostra Chiesa fin dalla sua fondazione. Nel 350 d.C., nella città di Nisibis, i nostri antenati diretti fondarono la prima università del mondo. Da allora abbiamo creato centinaia di scuole e università, e sono state riconosciute per i loro apporti significativi alla cultura e alla società irachene”.