"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 gennaio 2011

Cristiani, "Una strategia UE per fermare le persecuzioni nel mondo"

I recenti attacchi ai cristiani in Medio Oriente, e specialmente in Iraq e Egitto, hanno portato sotto i riflettori i pericoli che queste antiche comunità continuano a fronteggiare.
Per questo oggi i deputati hanno dato il via libera a una risoluzione che condanna le violenze di matrice religiosa, chiedendo all'Alto Rappresentante UE Asthon di agire urgentemente.


La risoluzione condanna gli attacchi in Egitto, Nigeria, Filippine, Cipro, Iran e Iraq, e chiede al Consiglio Affari Esteri che si riunirà a fine gennaio di mettere il tema all'ordine del giorno.
Fra gli episodi menzionati nel testo, approvato dal Parlamento oggi 20 gennaio a larga maggioranza, anche l'interruzione con la forza da parte delle autorità turche di una messa di rito cristiano celebrata durante il giorno di Natale da 300 fedeli che vivono nella zona nord dell'isola di Cipro.

Cristiani vittime di strumentalizzazione politica
I deputati in sostanza denunciano "la strumentalizzazione delle religione in conflitti di natura politica", e chiedono una strategia UE per rafforzare il diritto umano alla libertà religiosa. La strategia dovrebbe prevedere "una lista di misure che possono essere prese contro quei paesi che non garantiscono protezione alle comunità religiose".
Ieri nel dibattito l'Alto rappresentante UE per gli affari esteri Catherine Ashton aveva promesso che "l'Unione europea non distoglierà lo sguardo", condannando i recenti attacchi contro i cristiani e l'assassinio di Taseer, il governatore del Punjab in Pakistan.
"Non dobbiamo cadere nella trappola che ci stanno tendendo estremisti e terroristi", ha spiegato. "Dobbiamo resistere a coloro che vorrebbero fare della religione un motivo di divisione. La migliore risposta all'estremismo è creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione".

Verso una strategia europea per la libertà religiosa
Per il PPE è intervenuto nel dibattito Mario Mauro, capogruppo PdL e promotore della risoluzione. "Cristianesimo e occidente, per i gruppi fondamentalisti che stanno dilaniando le comunità cristiane di mezzo mondo, rappresentano il nemico da distruggere". Per questo ha chiesto alla Ashton che l'UE si doti di "una strategia per la libertà religiosa nel mondo".
"Una tradizione che dura da 2.000 anni potrebbe finire", ha messo in guardia il popolare Elmar Brok evocando Betlemme, luogo di nascita della cristianità, e esortando l'Unione europea a pronunciarsi con durezza contro gli attacchi. Un pensiero è andato anche ai cristiani di Cina, spesso perseguitati per la propria fede. Secondo il deputato tedesco "il 75% delle violenze religiose nel mondo avvengono a danno dei cristiani".

Difesa dei cristiani non porti a islamofobia
A nome dei socialdemocratici, il vicepresidente S&D Johannes Swoboda ha condannato gli attacchi, specialmente in Iraq, ma ha messo in guardia contro una certa "islamofobia" che può diffondersi in Europa.
La liberaldemocratica Marietje Schaake ha dipinto "un quadro nero" della situazione dei cristiani in Medio Oriente, usando parole dure come "terrorismo" e "crimini" per descrivere le violenze.
Per i verdi la francese Nicole Kiil-Nielsen ha parlato del diritto fondamentale di scegliere. Chiunque deve essere libero di non praticare, ma anche di credere in quello che vuole. "L'Europa non deve permettere agli estremisti di dettare l'agenda e non deve dare una falsa impressione dei musulmani in generale", ha detto.
"La voce dell'Europa deve essere forte, deve sottolineare come il benessere dei cristiani sia importante e possa giocare un ruolo anche negli accordi internazionali", ha aggiunto il deputato polacco Konrad Szymański del Gruppo dei conservatori e riformisti.
Per la sinistra unita Kyriacos Triantaphyllides ha ricordato al Parlamento la carta ONU dei diritti fondamentali che garantisce esplicitamente il diritto a praticare liberamente la propria religione.
Amare le conclusioni di Fiorello Provera, della Lega (EFD). In Egitto e Iraq, ha detto, i cristiani non possono costruire chiese o accedere a posizioni importanti. In Iraq, a causa di queste politiche e delle violenze, oltre 600.000 cristiani hanno lasciato il paese.

Una fiaccola contro le persecuzioni
Ieri dopo il dibattito in aula i deputati italiani hanno organizzato una fiaccolata di solidarietà con i cristiani vittime di violenze: un'iniziativa bi-partisan a cui ha preso parte anche il presidente del Parlamento Jerzy Buzek