By Baghdadhope*
Fonti delle notizie: AKnews, IshtarTV
Ankawa, la cittadina nei sobborghi di Erbil nel Kurdistan iracheno, ha accolto negli ultimi mesi circa 900 famiglie cristiane provenienti da Baghdad e Mosul secondo quanto dichiarato da Fahmi Matti, capo del consiglio distrettuale, che ha sottolineato all'agenzia AKnews come l'esodo sia iniziato a seguito dell'attacco alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad lo scorso 31 ottobre.
Secondo Fahmi Matti "le famiglie sfollate ad Ankawa vivono una situazione difficile perchè nel territorio non ci sono complessi residenziali in grado di accoglierle".
Quando, a seguito dell'attentato a Baghdad, l'esodo dei cristiani si intensificò, il Governo Regionale Curdo istituì un comitato presieduto dal ministro degli interni curdo, Karim Sinjari, con il compito di assisterli. Del comitato fanno parte rappresentanti della presidenza, del ministero dei trasporti e delle comunicazioni, del ministero dell'istruzione, di quello dell'università, del dipartimento delle relazioni esterne della regione e dei governatorati di Erbil, Sulymania e Dohuk.
Secondo Matti tra i problemi che le famiglie sfollate devono affrontare una volta fuggite nel nord i maggiori sono tre: coloro che nelle aree di origine lavoravano presso il governo e vorrebbero essere trasferiti mantenendo lo stesso impiego, la continuità degli studi per i giovani e l'alto costo degli affitti in Kurdistan.
Il comitato è in trattative con il governo centrale per cercare le soluzioni a questi problemi ma intanto le famiglie sfollate ricevono minimi aiuti dalle organizzazioni internazionali, ha aggiunto Matti.
Fonti delle notizie: AKnews, IshtarTV
Ankawa, la cittadina nei sobborghi di Erbil nel Kurdistan iracheno, ha accolto negli ultimi mesi circa 900 famiglie cristiane provenienti da Baghdad e Mosul secondo quanto dichiarato da Fahmi Matti, capo del consiglio distrettuale, che ha sottolineato all'agenzia AKnews come l'esodo sia iniziato a seguito dell'attacco alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad lo scorso 31 ottobre.
Secondo Fahmi Matti "le famiglie sfollate ad Ankawa vivono una situazione difficile perchè nel territorio non ci sono complessi residenziali in grado di accoglierle".
Quando, a seguito dell'attentato a Baghdad, l'esodo dei cristiani si intensificò, il Governo Regionale Curdo istituì un comitato presieduto dal ministro degli interni curdo, Karim Sinjari, con il compito di assisterli. Del comitato fanno parte rappresentanti della presidenza, del ministero dei trasporti e delle comunicazioni, del ministero dell'istruzione, di quello dell'università, del dipartimento delle relazioni esterne della regione e dei governatorati di Erbil, Sulymania e Dohuk.
Secondo Matti tra i problemi che le famiglie sfollate devono affrontare una volta fuggite nel nord i maggiori sono tre: coloro che nelle aree di origine lavoravano presso il governo e vorrebbero essere trasferiti mantenendo lo stesso impiego, la continuità degli studi per i giovani e l'alto costo degli affitti in Kurdistan.
Il comitato è in trattative con il governo centrale per cercare le soluzioni a questi problemi ma intanto le famiglie sfollate ricevono minimi aiuti dalle organizzazioni internazionali, ha aggiunto Matti.