"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

12 marzo 2021

Dialogo interreligioso in Iraq, il leader yazida: “Papa Francesco è molto coraggioso”

Domenico Agasso

 In Iraq papa Francesco ha ricordato più volte le ferite inferte dal fondamentalismo, e tra coloro che «hanno sofferto» di più cita spesso «gli yazidi, vittime innocenti di insensata e disumana barbarie, perseguitati e uccisi a motivo della loro appartenenza religiosa».
All’incontro interreligioso del 6 marzo sulla Piana di Ur dei Caldei Bergoglio ha invitato anche Cheikh Farouk Kalil, capo spirituale yazida sulla piana di Ninive, membro dello Yazidi Spiritual Council.
Quanto è stata importante quella conferenza?
«Ha una rilevanza mondiale. Trasmette un messaggio di pace dalla portata storica, innanzitutto per la popolazione irachena, e poi a tutti i fratelli delle altre religioni».
Come definirebbe l’atteggiamento di Bergoglio con le altre fedi?
«Il Papa è molto coraggioso. E lo ha dimostrato ancora una volta con quel meeting così intenso e profondo in un luogo altamente simbolico: la terra di Abramo».
E adesso che cosa bisogna fare?
«Camminare tutti insieme per portare in tutto il pianeta questo spirito di pace che soffiava quel giorno».
Un esempio concreto da cui partire?
«Mostrare qui in Iraq che la pace è possibile. Vivere la relazione con gli altri esseri umani con la consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca. E i leader religiosi devono diventare uomini di riconciliazione, essere d’esempio, testimoniare che l’amore per il proprio dio può solo unire».
Quali benefici potrà portare alla comunità yazida questo incontro tra fedi?
«Noi minoranze in Iraq speriamo che possa aprire opportunità politiche per dare un svolta positiva alla convivenza civile».