By AgenSIR
11 marzo 2021
“Con le sue parole il Papa ha saputo aprire i cuori degli iracheni e dimostrare con i suoi messaggi di fratellanza e riavvicinamento che le religioni sono un messaggio di pace”.
Ma adesso “è il momento di mettere in pratica quanto ha detto il Pontefice traducendo le sue parole in uguaglianza, diritti e cittadinanza. Non devono esserci cittadini di prima e seconda classe”.
Il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, torna sulla recentissima visita di Papa Francesco in Iraq e in un comunicato diffuso poco fa dal Patriarcato invoca “un cambiamento di mentalità e di pensiero che può essere raggiunto attraverso campagne e iniziative progettate per consolidare la fratellanza, la diversità, il rispetto, la tolleranza e la convivenza, nonché per incoraggiare investimenti e progetti che faranno avanzare l’economia e offriranno opportunità di lavoro”.
Il cardinale richiama le parole che sono state il filo conduttore della visita di Papa Francesco, “fratellanza, amore, tolleranza, riavvicinamento, perdono, riconciliazione, pace e stabilità”. Sono queste le chiavi per “mettere a tacere le armi e la cultura dell’odio, della violenza, dell’ingiustizia e della corruzione”. Nell’opera di rinnovamento della mentalità Mar Sako ribadisce l’impegno degli iracheni di fede cristiana per i quali la visita è stata di grande sostegno, soprattutto quando Papa Francesco ha detto: ‘la Chiesa in Iraq è viva e forte’”. Parole che fanno il paio con quelle del presidente iracheno Salih che nel suo discorso di benvenuto al Papa tenuto al Palazzo presidenziale davanti a più di 220 personalità irachene davanti agli occhi del mondo, ha ricordato che i cristiani sono abitanti di questa terra e il suo sale.
Ma adesso “è il momento di mettere in pratica quanto ha detto il Pontefice traducendo le sue parole in uguaglianza, diritti e cittadinanza. Non devono esserci cittadini di prima e seconda classe”.
Il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, torna sulla recentissima visita di Papa Francesco in Iraq e in un comunicato diffuso poco fa dal Patriarcato invoca “un cambiamento di mentalità e di pensiero che può essere raggiunto attraverso campagne e iniziative progettate per consolidare la fratellanza, la diversità, il rispetto, la tolleranza e la convivenza, nonché per incoraggiare investimenti e progetti che faranno avanzare l’economia e offriranno opportunità di lavoro”.
Il cardinale richiama le parole che sono state il filo conduttore della visita di Papa Francesco, “fratellanza, amore, tolleranza, riavvicinamento, perdono, riconciliazione, pace e stabilità”. Sono queste le chiavi per “mettere a tacere le armi e la cultura dell’odio, della violenza, dell’ingiustizia e della corruzione”. Nell’opera di rinnovamento della mentalità Mar Sako ribadisce l’impegno degli iracheni di fede cristiana per i quali la visita è stata di grande sostegno, soprattutto quando Papa Francesco ha detto: ‘la Chiesa in Iraq è viva e forte’”. Parole che fanno il paio con quelle del presidente iracheno Salih che nel suo discorso di benvenuto al Papa tenuto al Palazzo presidenziale davanti a più di 220 personalità irachene davanti agli occhi del mondo, ha ricordato che i cristiani sono abitanti di questa terra e il suo sale.