By Asia News
Joseph Mahmoud
Apprezzamento per il ruolo esercitato dal Patriarcato caldeo nella promozione della pace e della coesistenza; ferma condanna per le violenze contro i cristiani di Mosul e della piana di Ninive, dove circa 500mila persone sono fuggite in seguito all'avanzata dello Stato islamico, che ha fondato un Califfato e imposto la sharia. Sono questi i temi principali che hanno contraddistinto l'incontro fra Mar Louis Raphael I Sako e il presidente del Parlamento irakeno Salim al-Jubouri. La sera del 15 novembre una delegazione di alti funzionari di Baghdad, guidata dal presidente del Parlamento, ha visitato la sede del Patriarcato caldeo ed espresso solidarietà e vicinanza alla comunità cristiana. Egli ha inoltre assicurato il sostegno di Camera e governo alla minoranza religiosa, vittima delle violenze delle milizie islamiste.
Joseph Mahmoud
Apprezzamento per il ruolo esercitato dal Patriarcato caldeo nella promozione della pace e della coesistenza; ferma condanna per le violenze contro i cristiani di Mosul e della piana di Ninive, dove circa 500mila persone sono fuggite in seguito all'avanzata dello Stato islamico, che ha fondato un Califfato e imposto la sharia. Sono questi i temi principali che hanno contraddistinto l'incontro fra Mar Louis Raphael I Sako e il presidente del Parlamento irakeno Salim al-Jubouri. La sera del 15 novembre una delegazione di alti funzionari di Baghdad, guidata dal presidente del Parlamento, ha visitato la sede del Patriarcato caldeo ed espresso solidarietà e vicinanza alla comunità cristiana. Egli ha inoltre assicurato il sostegno di Camera e governo alla minoranza religiosa, vittima delle violenze delle milizie islamiste.
Sua Beatitudine ha ringraziato per l'iniziativa, che definisce un
segno concreto della "solidarietà" e della "vicinanza" della leadership
di Baghdad verso i cristiani, "cacciati" dalle loro case e costretti a
sopravvivere in un contesto "tragico". Mar Sako ha quindi aggiunto che
la visita dell'alto funzionario mostra che "il presidente del Parlamento
non rappresenta solo i musulmani", ma è "di tutti i cittadini".
Fonti del Patriarcato caldeo spiegano ad AsiaNews che si
tratta "senza dubbio di una visita storica", che "dà un rinnovato senso
di fiducia" alle famiglie cristiane sfollate, costrette ad abbandonare
le proprie abitazioni a causa dell'avanzata dello Stato islamico. Sua
Beatitudine ha al contempo sottolineato l'importanza degli sforzi messi
in campo per ristabilire la sicurezza nel Paese e sventare "la minaccia
di altri espropri e conquiste" da parte delle milizie islamiste.
Mar Sako - che ieri ha incontrato anche il presidente della
Repubblica Fuad Masum - ha presentato una richiesta ufficiale perché "la
festa del Natale sia riconosciuta in via ufficiale" e che sia concesso
"un giorno di ferie per tutti i cittadini irakeni". Jubouri ha
assicurato che farà di tutto perché ciò avvenga.
Nel fine settimana le forze di sicurezza irakene hanno riconquistato
il controllo della raffineria di Baiji, importantissimo centro di
estrazione petrolifera a metà strada fra Baghdad e Mosul. All'interno
viene prodotto oltre un quarto del totale del petrolio irakeno; la
centrale era caduta nelle mani degli estremisti nel giugno scorso, nel
contesto dell'offensiva che ha portato all'occupazione di ampie porzioni
di territorio. Tuttavia, non si fermano le violenze nel Paese: una
serie di esplosioni avvenuto ieri nella capitale ha causato la morte di
cinque persone e il ferimento di altre 20; fra gli obiettivi degli
attentati, rivendicati dalle milizie dello SI, anche l'aeroporto
internazionale della capitale.