By SIR
Una speciale campagna di raccolta fondi in occasione del Natale. A lanciarla è l’associazione “Un ponte per…”, per cercare di far fronte ai drammatici i numeri dell’emergenza in Iraq che arrivano dalle principali organizzazioni internazionali. Secondo i dati recentemente diffusi dall’Ocha, in seguito all’esplodere dell’ultimo conflitto nell’estate scorsa sono ad oggi 5,2 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria. Nel corso dell’ultimo anno il numero degli sfollati interni costretti a fuggire per l’avanzata dello Stato Islamico e a cercare rifugio nelle poche zone sicure del paese è salito a 1 milione e 900mila. Di questi, oltre 900mila si sono riversati nell’area del Kurdistan iracheno, e in particolare nei governatorati di Dohuk ed Erbil, dove “Un ponte per…” opera da anni. Un afflusso che sta portando al collasso l’area, già provata dall’accoglienza di 223mila rifugiati fuggiti dalla guerra nella vicina Siria, e dove nonostante il grande sforzo mancano strutture ricettive in grado di fornire assistenza a tutti. “La guerra in Iraq rischia di provocare anche la scomparsa delle ultime comunità cristiane, yazide, shabak, turcomanne rimaste nel paese, con cui lavoriamo da sempre”, ricorda l’associazione: “Comunità che per secoli hanno composto quel mosaico di civiltà unico che era l’Iraq, e che oggi sono le principali vittime di persecuzioni e violenze”.
Una speciale campagna di raccolta fondi in occasione del Natale. A lanciarla è l’associazione “Un ponte per…”, per cercare di far fronte ai drammatici i numeri dell’emergenza in Iraq che arrivano dalle principali organizzazioni internazionali. Secondo i dati recentemente diffusi dall’Ocha, in seguito all’esplodere dell’ultimo conflitto nell’estate scorsa sono ad oggi 5,2 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria. Nel corso dell’ultimo anno il numero degli sfollati interni costretti a fuggire per l’avanzata dello Stato Islamico e a cercare rifugio nelle poche zone sicure del paese è salito a 1 milione e 900mila. Di questi, oltre 900mila si sono riversati nell’area del Kurdistan iracheno, e in particolare nei governatorati di Dohuk ed Erbil, dove “Un ponte per…” opera da anni. Un afflusso che sta portando al collasso l’area, già provata dall’accoglienza di 223mila rifugiati fuggiti dalla guerra nella vicina Siria, e dove nonostante il grande sforzo mancano strutture ricettive in grado di fornire assistenza a tutti. “La guerra in Iraq rischia di provocare anche la scomparsa delle ultime comunità cristiane, yazide, shabak, turcomanne rimaste nel paese, con cui lavoriamo da sempre”, ricorda l’associazione: “Comunità che per secoli hanno composto quel mosaico di civiltà unico che era l’Iraq, e che oggi sono le principali vittime di persecuzioni e violenze”.
“Per loro, e
per tutti gli altri - informano gli aderenti ad “Un ponte per…” -
all’esplodere dell’ultima crisi ci siamo subito messi a lavoro: grazie
all’aiuto delle donazioni arrivate siamo riusciti ad assistere 31.310
persone, distribuendo acqua, cibo, latte in polvere, pannolini,
materassi, coperte”. ”Ma la guerra non si arresta, e ogni giorno ci sono
nuovi bisogni”, si legge ancora nella nota: “Interi quartieri delle
città di Dohuk e Erbil sono pieni di profughi, così come scuole e parchi
pubblici. Dopo il caldo estivo, adesso c’è da fronteggiare l’arrivo
dell’inverno”. Per questo “Un ponte per…” ha deciso di lanciare una
speciale campagna di raccolta fondi in occasione del Natale: sono
migliaia le famiglie che hanno bisogno di un alloggio, di assistenza e
protezione, di poter mandare i propri figli a scuola. Da oggi e per le
prossime settimane sarà possibile sostenere la campagna attraverso il
link http://www.unponteper.it/emergenza-iraq
e le pagine Facebook
(https://www.facebook.com/pages/Un-ponte-per/149462018791?ref=aymt_homepage_panel)
e Twitter (@Ponteper)
e le pagine Facebook
(https://www.facebook.com/pages/Un-ponte-per/149462018791?ref=aymt_homepage_panel)
e Twitter (@Ponteper)