By Fides
Nei mercati di Mosul intere aree sono adesso occupate dagli arredi e dagli utensili razziati nelle case abbandonate dai cristiani. Le merci saccheggiate vengono messe in vendita a prezzi stracciati. Lo rivelano gli abitanti stessi della città occupata lo scorso giugno dai jihadisti dello Stato Islamico, che hanno fatto pervenire al sito www.ankawa.com informazioni interessanti sull'accoglienza riservata dalla popolazione locale a tale commercio.
Nei mercati di Mosul intere aree sono adesso occupate dagli arredi e dagli utensili razziati nelle case abbandonate dai cristiani. Le merci saccheggiate vengono messe in vendita a prezzi stracciati. Lo rivelano gli abitanti stessi della città occupata lo scorso giugno dai jihadisti dello Stato Islamico, che hanno fatto pervenire al sito www.ankawa.com informazioni interessanti sull'accoglienza riservata dalla popolazione locale a tale commercio.
I miliziani jihadisti hanno espropriato fin dal loro arrivo buona parte
delle abitazioni dei cristiani fuggiti, marchiandole con scritte che le
indicavano come “proprietà” dello Stato Islamico. Adesso i mobili e gli
elettrodomestici trovati in quelle case vengono venduti nei mercati del
centro, sulla riva destra e su quella sinistra del Tigri, il fiume che
divide la città. Ma a fare buoni affari, comprando sottocosto
televisioni e frigoriferi rubati ai cristiani – spiegano le fonti,
rivelando un dettaglio significativo – sono soprattutto acquirenti
provenienti da fuori città. Gli abitanti rimasti a Mosul si tengono
solitamente lontani dai banchi che vendono oggetti appartenuti ai loro
concittadini cristiani. “Anche nella vendita di tv e altri
elettrodomestici - fa notare all'Agenzia Fides una fonte locale - i
sostenitori più fanatici del sedicente Califfato esprimono in qualche
modo il loro rifiuto per la civiltà e la modernità. Dicono che vogliono
tornare al passato. Nel mondo che vogliono costruire, non c'è posto per
gli strumenti che possono diffondere musica, cultura e informazione”.