By SIR
Le Chiese cristiane d’Europa, delle varie tradizioni cristiane (cattolica, ortodosse, protestanti, anglicane e vecchio-cattoliche) hanno inviato una lettera alla Baronessa Catherine Ashton, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, chiedendole che “la questione della difesa della libertà religiosa e dei cristiani nel mondo venga inserita nell’ordine del giorno dell’incontro dei Ministri degli Esteri dell'UE, in calendario per il 21 febbraio”.
La lettera è stata resa nota oggi in un comunicato finale congiunto diffuso dal Comitato Congiunto del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) e Kek (Conferenza delle Chiese d’Europa) al termine del loro incontro annuale che si è svolto a Belgrado.
All’incontro i membri del Comitato hanno parlato anche di libertà religiosa affermando che essa “rappresenta un diritto e un valore che ogni società democratica dovrebbe essere pronta a difendere e a promuovere”. In questo spirito, i membri del Comitato Congiunto hanno deciso di redigere e inviare una lettera alla Baronessa Catherine Ashton nella quale hanno anche chiesto che “venga offerto un chiaro segnale riguardante le decisioni sulle politiche comuni che dimostri l'impegno dell'Unione Europea nella difesa della libertà religiosa per i fedeli di tutte le religioni in tutto il mondo”.
“Il riferimento alla persecuzione dei cristiani, la cui urgenza appare evidente davanti ai recenti avvenimenti (in particolare nel Medio Oriente e in Iraq) – scrivono i responsabili delle Chiese cristiane in Europa - non può essere dimenticato o seppellito da politiche astratte e inconcludenti. I paesi occidentali che hanno speciali rapporti con aree in cui è attestata la persecuzione dovrebbero dimostrare il loro impegno concreto nel difendere coloro che sono perseguitati a motivo della loro fede, di qualunque fede si tratti”.
Dedicato al tema del contributo dei cristiani all’identità nazionale e all’integrazione europea, all’incontro – si legge nel comunicato – “è emersa la convinzione che ogni essere umano è dotato di una dignità non negoziabile. Tale dignità gli deriva dall'essere stato creato a immagine di Dio, che è essa stessa una comunione di Persone”. “Pertanto, la persona umana non è limitata alla dimensione individuale ma partecipa anche intrinsecamente della dimensione sociale”. Per questo motivo – affermano i rappresentanti delle Chiese cristiane -"la libertà religiosa non può significare relegare la dimensione religiosa alla vita privata”.
Le Chiese cristiane d’Europa, delle varie tradizioni cristiane (cattolica, ortodosse, protestanti, anglicane e vecchio-cattoliche) hanno inviato una lettera alla Baronessa Catherine Ashton, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, chiedendole che “la questione della difesa della libertà religiosa e dei cristiani nel mondo venga inserita nell’ordine del giorno dell’incontro dei Ministri degli Esteri dell'UE, in calendario per il 21 febbraio”.
La lettera è stata resa nota oggi in un comunicato finale congiunto diffuso dal Comitato Congiunto del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) e Kek (Conferenza delle Chiese d’Europa) al termine del loro incontro annuale che si è svolto a Belgrado.
All’incontro i membri del Comitato hanno parlato anche di libertà religiosa affermando che essa “rappresenta un diritto e un valore che ogni società democratica dovrebbe essere pronta a difendere e a promuovere”. In questo spirito, i membri del Comitato Congiunto hanno deciso di redigere e inviare una lettera alla Baronessa Catherine Ashton nella quale hanno anche chiesto che “venga offerto un chiaro segnale riguardante le decisioni sulle politiche comuni che dimostri l'impegno dell'Unione Europea nella difesa della libertà religiosa per i fedeli di tutte le religioni in tutto il mondo”.
“Il riferimento alla persecuzione dei cristiani, la cui urgenza appare evidente davanti ai recenti avvenimenti (in particolare nel Medio Oriente e in Iraq) – scrivono i responsabili delle Chiese cristiane in Europa - non può essere dimenticato o seppellito da politiche astratte e inconcludenti. I paesi occidentali che hanno speciali rapporti con aree in cui è attestata la persecuzione dovrebbero dimostrare il loro impegno concreto nel difendere coloro che sono perseguitati a motivo della loro fede, di qualunque fede si tratti”.
Dedicato al tema del contributo dei cristiani all’identità nazionale e all’integrazione europea, all’incontro – si legge nel comunicato – “è emersa la convinzione che ogni essere umano è dotato di una dignità non negoziabile. Tale dignità gli deriva dall'essere stato creato a immagine di Dio, che è essa stessa una comunione di Persone”. “Pertanto, la persona umana non è limitata alla dimensione individuale ma partecipa anche intrinsecamente della dimensione sociale”. Per questo motivo – affermano i rappresentanti delle Chiese cristiane -"la libertà religiosa non può significare relegare la dimensione religiosa alla vita privata”.